“C’era una Volta la raccolta. In piazza“, rima a parte quella “V” maiuscola della lettrice – che invia foto e analisi delle medesime – è una tanto piccola, quanto sagace, ventata di ironia. Perché la piazza, ovvio, è quella dedicata all’illustre lacustre, inventore della pila.
Sarcasmo fatale, agre (come taluni afrori sfuggiti ai sacchi, sembra di capire) proprio nel giorno in cui l’assessore all’Ecologia e al Verde di palazzo Cernezzi, Simona Rossotti, ha incassato un “sì” quasi pieno (Lega, inspiegabilmente gelida) alla sperimentazione sul nuovo piano di ritiro dei rifiuti nella Zona Turistica (leggi: Centro Storico, Sant’Agostino, Viale Geno) per evitare il binomio contestato: immondizia, ora dell’aperitivo.
QUI I DETTAGLI:
Rifiuti: rivoluzione per 20mila comaschi. Dubbi di Aprica. Gelida astensione della Lega
“Piazza Volta, angolo via Rubini, ore 21.58 – scrive la signorina (“signorina, non signora, sono giovane”, evidenzia nel messaggio, firmato) – ecco il cumulo, ordinario, di rifiuti che campeggia nei giorni del ritiro”.
Prassi, insomma “non importa – spiega – che i palazzi depositino negli orari stabiliti e capisco anche che gli addetti abbiano un giro preordinato, quindi arrivano quando arrivano e possono”.
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Dunque, il punto non è la denuncia di un disservizio o della sciatteria di qualche residente “ti ho scritto perché il punto è che – aggiunge, contattata via Whatsapp per qualche ragguaglio – le risorse e i mezzi sono finiti, non illimitati. Quindi il Comune può spostare orari di consegna, di deposito, di ritiro. Ma comunque avremo sempre spazzatura in giro, in qualche modo, a qualche ora“.
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Chiosa amara: “Ho letto il vostro articolo sulla proposta dei nuovi orari, niente da dire. Giusto provare. Ma credete a una residente che ha vissuto in via Indipendenza, Bonanomi, piazza Cavour e, ora, piazza Volta: c’era una Volta la raccolta, quando eravamo solo noi cittadini e ‘pochi’ turisti. Sotto le mie finestre c’è musica fino a tardi ma mi sta bene, spesso c’è molta spazzatura. E l’organico, credetemi, puzza da morire d’estate“.
“Io penso che questo sia il destino, piaccia o meno, ineluttabile, della città. Altrimenti ci sono molti appartamenti liberi fuori dal Centro, vivere tra le Mura è una scelta, a me piace e sono conscia dei limiti. Non mi riferisco agli anziani, che son qui da generazioni e capisco i loro disagi. Parlo di chi oggi sceglie, affitta, compra casa qui, in zona, e sa esattamente cosa sta facendo”.
Anche lei? “Certo, la Seta è un settore di nicchia, lavoro nel settore, il turismo è la nuova strada. Il futuro unico per la nostra economia”.
Allora perché le foto? Sembrano denuncia. “Per spiegare che è così, andrà sempre più così e dobbiamo imparare, noi comaschi, a lamentarci meno”.
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