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Interrogativo pesante: “Il sindaco di Como spia i consiglieri comunali? Chissà cosa ne pensa il Garante della Privacy”

Ancora si fanno sentire gli strascichi e le tensioni dell’ultimo consiglio comunale a Como dove, per esempio, le opposizioni hanno lasciato l’aula chiedendo le dimissioni del presidente dell’assemblea, Fulvio Anzaldo (qui questa e altre cronache della serata).

Ora a proposito della stessa seduta arriva un nuovo e duro attacco. E’ una nota del Partito Democratico a sollevare un’accusa-quesito pesante, si legge infatti in una nota diffusa dai Dem a Palazzo: “Il Sindaco di Como spia i consiglieri comunali?”.

Il tema è la privacy e i dati ad essa collegati, nello specifico per quanto riguarda l’attività dei consiglieri. Spiegano dunque la capogruppo Patrizia Lissi e i consiglieri Stefano Legnani,  Stefano Fanetti e Eleonora Galli:

Nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale il Sindaco, rivolto ai consiglieri comunali di minoranza, ha letteralmente affermato: “E’ vero che sono il tutore del dato e posso limitarmi solo ad alcune affermazioni perché in questo momento sono il responsabile del dato e della privacy di questo ente; però, se mi autorizzate, magari qualche dato che vi riguarda lo posso anche dire, se autorizzato, procedura per procedura, perché sono curioso e leggo i documenti”.

Di fronte a queste affermazioni sorgono alcuni interrogativi: E’ legittimo che il Sindaco consulti i dati personali dei consiglieri comunali senza alcuna finalità istituzionale ma solo per sua curiosità? Il Sindaco curiosa solo nei dati dei consiglieri comunali o anche in quelli di tutti i cittadini di Como? Ma è solo per curiosità, peraltro inaccettabile, o per altre finalità? Tutto ciò è grave ed inquietante, e getta un’ombra sinistra sul comportamento del Sindaco. Sarà interessante sapere cosa ne pensa il Garante della Privacy.

 

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Un commento

  1. Tanto per dirne una il responsabile della privacy del Comune di Como è l’ Avv. Lorenzo Tamos come da incarico affidatogli dall’ente e come riportato nella sezione amministrazione trasparente, se poi il sindaco pensa di poterlo fare, lo faccia e allora si chiederà l’intervento del Garante della Privacy, poi si vedrà se era o meno titolato a farlo.

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