“Esprimo totale sostegno e vicinanza ai lavoratori della Rai di Milano, alle Rsu e ai fiduciari di redazione che oggi martedì 16 dicembre sono scesi in piazza in Corso Sempione. La mobilitazione ‘Salviamo la Rai di Milano’ non è solo una battaglia sindacale, ma una difesa doverosa di un patrimonio culturale e produttivo che appartiene a tutto il Nord e che i vertici aziendali sembrano voler scientificamente distruggere”.

Lo dichiara Jonny Crosio, Vice Segretario Federale di Patto per il Nord, già membro della Commissione di Vigilanza Rai, in merito all’assemblea aperta indetta dai dipendenti del Centro di Produzione milanese.
“Da ex membro della Vigilanza ma anche da architetto, trovo il piano immobiliare Rai che si sta prospettando non solo illogico, ma offensivo per il buon senso e per le tasche dei cittadini che pagano il canone Rai”, prosegue Crosio. “L’idea di (s)vendere lo storico palazzo progettato da Gio Ponti in Corso Sempione, un gioiello di proprietà, prima ancora che la nuova sede del Portello sia pronta, è una follia gestionale”.
Crosio punta il dito contro lo sperpero di denaro pubblico denunciato nel volantino dei lavoratori: “Si prospetta un doppio trasloco insensato: da Sempione agli spazi inadeguati di Mecenate, per poi andare, forse un giorno, al Portello. Questo significa spendere milioni in affitti e ristrutturazioni provvisorie per strutture non di proprietà. Che senso ha vendere un asset strategico per andare in affitto a 6 milioni l’anno in una sede, quella del Portello, che già presenta criticità strutturali e spazi insufficienti per gli studi?”
“I numeri denunciati dai sindacati certificano la volontà politica di uccidere la Rai di Milano: a Roma ci sono oltre 200 dirigenti, a Milano zero. Da oltre cinque mesi manca il direttore del Centro di Produzione. Trasferire 900 persone in una sede, quella di Mecenate, che ne può contenere 200, significa solo una cosa: ridimensionamento e paralisi operativa”.
“Come Patto per il Nord – conclude Crosio – chiediamo al vertice aziendale di fermare immediatamente questa operazione immobiliare speculativa. Vogliamo vedere un Piano Industriale vero, non giochi di prestigio con gli immobili. La Rai è Servizio Pubblico, non un’agenzia immobiliare romana che fa cassa svendendo i gioielli del Nord per coprire i buchi di bilancio creati altrove”.