E’ una lettera dai torni molto amari, e contestualmente netti, quella diffusa in queste ore Anna Buttarelli e Chiara Gismondi dell’Associazione Luminanda che negli ultimi cinque anni ha animato, magistralmente, il Chiostrino Artificio. Ne riportiamo integralmente ogni passaggio perché le accuse al Comune sono estremamente centrate.
“Il centro culturale Chiostrino Artificio – spiegano – chiude le sue porte e non le riaprirà più fino a quando non ci sarà una visione politica e culturale lungimirante in merito alla concessione degli spazi pubblici destinati alla cultura”.
L’Associazione Luminanda dal 2015 ha riqualificato il Chiostrino di Sant’Eufemia, di proprietà del Comune di Como e ha fatto nascere un centro culturale ben radicato in città, utilizzato da diverse realtà sociali e culturali del territorio, con un flusso di circa 8.000 persone all’anno che hanno fruito di mostre, eventi culturali, laboratori e progetti di inclusione sociale attraverso l’arte.
“A dicembre 2018 – aggiungono – la concessione per l’utilizzo dello spazio è scaduta”.
Di qui una puntuale ricostruzione di quanto accaduto secondo l’Associazione:
“Da luglio del 2017, in vista di tale scadenza, abbiamo iniziato a dialogare con le istituzioni affinché venisse emanato un bando per la concessione a lungo termine di questo spazio pubblico” raccontano Anna Buttarelli e Chiara Gismondi dell’Associazione Luminanda.
“Gli scambi avuti possono essere documentati e sono tantissimi. L’amministrazione ha risposto a tutte queste sollecitazioni (telefonate, mail, incontri) in modo discontinuo e incoerente, ‘rimbalzandoci’ da un funzionario all’altro, facendoci produrre documenti, sintesi, analisi, ma senza mai darci nessun riscontro né alcuna risposta definitiva.
Gli avvicendamenti politici nella città di Como, che hanno visto alternarsi nei soli ultimi due anni e mezzo tre assessori alla cultura e due dirigenti alle politiche culturali, hanno penalizzato tutti gli operatori culturali del territorio ed è ormai palese che manca una visione politica sul sistema culturale in città.”
Per rendere possibile e garantire la virtuosa esperienza del Chiostrino Artificio, l’Associazione Luminanda ha attivato negli anni una fittissima rete di contatti e un’importante opera di reperimento risorse, in grado di poter supportare sia lo spazio che le attività culturali che lo popolano e lo rendono, ormai, un punto di riferimento in città.
“Ora siamo arrivate a non poterci più permettere di portare avanti la programmazione culturale del Chiostrino, che è stata sempre sostenuta economicamente da noi attraverso la ricerca di finanziamenti privati”, continuano le responsabili del Chiostrino.
Il mancato rinnovo della concessione e la mancata emanazione di un bando pubblico per assegnare lo Spazio del Chiostrino di Sant’Eufemia, causa l’impossibilità per l’Associazione Luminanda di sviluppare un progetto sostenibile e di qualità, a servizio dei cittadini.
“Sentiamo che l’amministrazione pubblica compie un’ingiustizia profonda verso questo progetto e verso la comunità dei soggetti che hanno abitato questo spazio.”
Chiediamo alle istituzioni di dare una risposta concreta, affinché il sogno di un centro culture possa continuare ad essere realtà. Un centro culturale che ha nel cuore la profonda necessità di incontro, confronto, creatività, coesione sociale e bellezza per il benessere e la costruzione di pratiche di resistenza anche in questi tempi difficili” .
4 Commenti
Forse i finzionari non hanno ancora percepito i premi di produttivita .
Mi pare che l’amministrazione come sempre buca il pallone e se ne va, così non gioca più nessuno. Non è immobilismo, è il sistematico smantellamento di qualsiasi azione e progetto presente in città. In tre anni, hanno tolto quasi tutto. Che si dimettano subito, per il nostro bene.
Dirigenti sonnacchiosi che nessuno ha il potere di smuovere e assessori mancanti di capacità e visione. Non poteva andare diversamente. Il Chiostrino, che tanto in questi anni ha dato alla città per merito di Luminanda e della fitta rete da quest’ultima intessuta , tornerà ad essere l’ennesimo immobile inutilizzato del patrimonio comunale. Vergogna.
Ah.. come sempre il Sindaco non pervenuto.
Loro avranno già trovato un’altra sede per le loro attività, ma è la città che ha sempre meno grazie all’immobilismo dell’amministrazione