È passata una settima dalla richiesta di un incontro urgente indirizzata dai sindacati di Asf al Prefetto e al’azienda del trasporto pubblico. Ma nessuna risposta è ancora arrivata. Il tema è caldo: i rappresentanti dei lavoratori hanno denunciato una escalation preoccupante delle aggressioni nei confronti degli autisti dei bus. (qui la denuncia e la lettera inviata dai sindacati)
Diversi gli episodi segnalati sia in città che sul lago e nell’erbese. Esplosioni di violenza scatenatisi per i motivi più futili come il rifiuto di alcuni passeggeri alla richiesta di mostrare il green pass. Sta di fatto che, immediatamente, i sindacati hanno chiesto un vertice sulla sicurezza ai soggetti interessati. “Ma ad oggi nessuna risposta è arrivata da chi è stato interpellato”, spiega Giovanni Riccardi, Filt Cgil.
A questo punto già nella giornata odierna o al più tardi domani scatteranno le procedure di raffreddamento. Ovvero, per regolamentare la proclamazioni di scioperi, è previsto che i contratti collettivi in materia debbano ricorrere a simili procedure di conciliazione obbligatorie per entrambe le parti, da utilizzare prima dell’astensione del lavoro. Un ultimo passaggio – della durata di una decina di giorni – prima dello stop degli autisti.
Nel frattempo dall’azienda, interpellata in questi giorni, non arrivano indicazioni. Tre le richieste dei sindacati quella di valutare l’installazione – idea già avanzata nel 2018 – di telecamere sui mezzi. “Non si capisce perché non arrivino risposte – dice Dario Ripoli, Uil Trasporti – qui non esistono controparti. Si tratta di trovare insieme delle soluzioni a un problema concreto. E visto il silenzio perdurante non potremo che usare i mezzi in nostro possesso”.