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Albonico (Premio internazionale di letteratura): “Sponsor locali e istituzioni assenti. Como sorda alla cultura”

“Como, città sorda alla cultura. Sponsor locali assenti, assenti pure le istituzioni…”. Sono parole che non lasciano indifferenti quelle di Giorgio Albonico, medico e scrittore, che negli ultimi dieci anni ha cercato di curare questa sordità di Como verso la cultura attraverso un concorso letterario di successo, il Premio Internazionale Città di Como. Proprio nel giorno della Cerimonia nella Sala Bianca del Teatro Sociale che ha visto l’annuncio dei vincitori della X edizione del Premio, Albonico ha pronunciato una frase inequivocabile riguardo il disinteresse della città verso il suo concorso e in generale verso la cultura.

Scusi Albonico si trattava di un’accusa precisa nei confronti di qualcuno?
Sì e no, in generale Como non è attenta alle proposte culturali che vengono offerte. Io parlo per esperienza diretta. Il nostro Premio Città di Como (che alla decima edizione con i suoi oltre 2500 iscritti si conferma tra i concorsi più̀ apprezzati dagli scrittori e dagli editori sia in Italia sia all’estero ndr), non riceve sovvenzioni e sponsorizzazioni. E’ così dal primo anno e credo che siamo un unicum in tutta Italia.

Il Comune di Como vi ha concesso il patrocinio per questa edizione però.
Si, dopo che per due anni di seguito ci era stato negato. L’ultima volta ci hanno detto che avevamo presentato la domanda in ritardo. Adesso abbiamo partecipato a un bando per avere dei contributi pubblici, siamo stati inseriti tra i vincitori, ma saranno per l’edizione del 2024. La mia non è una critica solo contro il Comune però. Di certo non mi ha fatto piacere che né il sindaco Rapinese né l’assessore alla Cultura Colombo abbiano trovato dieci minuti di tempo per prendere parte alla cerimonia di premiazione al Sociale. L’anno scorso era venuto il sindaco, aveva detto di essersi anche divertito. Quest’anno abbiamo mandato due volte l’invito, non ci è stato neppure risposto. Eppure anche noi portiamo il nome di Como.

Mancavano però anche altre istituzioni e non avete sponsor privati diceva?
Se escludiamo i voucher che ci danno tre alberghi, nessuno ci dà un euro. Potremmo dare loro visibilità, metterli sul nostro sito, invece nulla. Andiamo avanti solo con le nostre forze, ma per Como è come se non esistessimo. Ho persino pensato che dessimo fastidio a qualcuno, ma credo che sia proprio l’attività culturale che a questa città non interessa.

Se non arrivassero aiuti potrebbe chiudere con il Premio?
No, andiamo avanti. Contano molto anche le idee e a noi non mancano. Perché per fortuna non sono solo, abbiamo partecipanti da tutta Italia ed Europa, che ci danno un sostegno e un aiuto fondamentale. Ci aiutano più da fuori Como che da Como, perché la nostra città crede di non avere bisogno della cultura che deriva dal leggere libri forse. In questo periodo si sono tutti adagiati sul turismo di massa, che non va però assolutamente bene per Como. Non si riesce ad uscire dal provincialismo e non è così da oggi. Pensare che questa città avrebbe tutte le caratteristiche per emergere in tanti settori.

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Un commento

  1. Il problema è che: cultura è ciò che conosco io, ciò che interessa a me. Ciò che mi era ostico a scuola, non è cultura per fortuna. Ahinoi non manca il saper scrivere o pubblicare un libro, ci sono più concorsi che scrittori e lettori messi assieme, come un saggio di danza per ogni scuola di danza, ma interessa giusto i parenti delle ‘étoiles’ che possono sovvenzionare l’affitto della “location”. Fate piuttosto un concorso a quiz di cultura di buon governo. Che so: Il miglior Sindaco d’Italia. Noi comozeraschi saremmo ottimamente rappresentati

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