Per cinque anni il laghetto di Casnate con Bernate è rimasto chiuso, sommerso dalla vegetazione e ridotto a una discarica a cielo aperto. Ora, grazie a mesi di impegno e lavoro gratuito, è tornato a vivere. Domenica ospiterà la sua prima grande iniziativa: “Bimbi a Pesca”: una gara di pesca dedicata ai ragazzi sotto i 14 anni.
“Due anni e mezzo fa ho cercato di dare una soluzione concreta a quello spazio abbandonato – spiega il sindaco di Casnate con Bernate, Anna Celestina Seregni – Era diventato teatro di attività illegali come lo spaccio e sapevo che occorreva un progetto per riportarlo alla comunità. Ho incrociato la richiesta dei Volontari del Lario, che avevano bisogno di un luogo per i loro corsi e l’addestramento, con quella dell’amministrazione. Così è nata la collaborazione”.
Il tutto esaurito in pochi giorni
“Quando siamo entrati per la prima volta era uno scenario desolante – ricorda Ivan Pedroncelli, vicepresidente dei Volontari del Lario – tra erbacce, graffiti e spazzatura sembrava impossibile farlo rinascere. Abbiamo imbiancato, rifatto i bagni, sistemato l’area verde e messo nuove panchine. È stato un lavoro enorme, tutto fatto con le nostre mani e con il cuore di volontari”.
La gara di pesca ha registrato il tutto esaurito già pochi giorni dopo l’apertura delle iscrizioni: due turni, la mattina dalle 8.30 alle 11 e il pomeriggio dalle 14.30 alle 17, con oltre 70 bambini coinvolti. “La canna da pesca e il mangime li forniamo noi – aggiunge Pedroncelli – e i pesci, una volta presi, vengono rimessi in acqua. Il più grosso sarà premiato, ma quello che conta davvero è vederli felici. Il nostro obiettivo è far passare a tutti quanti una bella giornata tra salamelle, torte e con un clima di festa: la pesca alla fine è solo un pretesto per stare insieme”.
“Abbiamo restituito un’area verde ai cittadini”
Determinante il contributo dei Pescatori Alpha, che hanno affiancato i Volontari del Lario nella parte più tecnica. “Dal punto di vista della pesca non era il loro campo – spiega Luca Arcobello, presidente dell’associazione – e ci hanno chiesto una mano. Quando siamo arrivati ci ha stupito trovare così tanto pesce: carpe grandi, gardon, persici, arborelle. Abbiamo anche trovato pesci più piccoli perchè si sono riprodotti in modo autonomo. Abbiamo ottenuto i tutti permessi dalla Regione in tempi brevissimo e poi abbiamo installato ossigenatori per garantire acqua pulita. Avevamo paura che con il caldo che ha fatto a luglio i pesci soffrissero ma non ne è morto nessuno, segno che abbiamo fatto un buon lavoro nel salvaguardare l’ecosistema. Stiamo molto attenti anche al benessere dei pesci, forniremo infatti ami speciali e retini in gomma per facilitarne la cattura senza fargli del male”.
Anche per la prima cittadina la rinascita del laghetto è motivo di orgoglio: “Il risultato è stato positivo: non abbiamo risolto del tutto il problema dello spaccio, ma almeno lo abbiamo spostato e soprattutto abbiamo restituito un’area verde ai cittadini. I Volontari del Lario e i Pescatori Alpha hanno organizzato iniziative come ‘Bimbi a pesca’ e oggi il laghetto è inserito in un percorso di camminamento frequentato da famiglie. È uno di quei progetti che mi gratifica molto”.
Un posto sicuro per tutti quanti
Domenica sarà solo l’inizio. Il 28 settembre è in programma un evento speciale dedicato ai bambini del Centro Spina Bifida dell’Ospedale Niguarda. “Non era mai stato fatto – sottolinea Pedroncelli – ma abbiamo sistemato i vialetti, livellato la ghiaia e messo mattonelle nelle aree ristoro abbattendo tutte le barriere architettoniche. Vogliamo che tutti possano accedere senza ostacoli“.
Arcobello insiste sul valore sociale della rinascita del laghetto: “Era diventato un punto di spaccio e degrado. Oggi vogliamo che torni ad essere un luogo per famiglie e bambini. Stiamo mettendo cartelli, fototrappole e telecamere: chi ruba il pesce o sporca il laghetto non fa un torto a noi pescatori, ma ai bambini che qui devono poter crescere in sicurezza”.
Un invito a riappropriarsi dello spazio arriva anche dall’amministrazione: “In passato l’area era utilizzata molto dalle scuole – conclude Seregni – e vorremmo che tornasse ad esserlo. Sono convinta che se gli spazi vengono curati e vissuti dalla comunità, allora sono rispettati da tutti. Questo laghetto è un bene comune, e deve restare tale”.
Il sentimento comune, dunque, è la soddisfazione. “È una gioia immensa vedere cosa siamo riusciti a fare – conclude Pedroncelli – In un anno siamo passati dal nulla a un luogo vivo, pronto a ospitare eventi per il sociale. Questo laghetto non appartiene a noi: appartiene alla comunità”.