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AlpTransit e Porta Sud delle Alpi, Como e Chiasso insieme per la rivoluzione della mobilità

Migliorare la mobilità transfrontaliera tra Ticino e Lombardia, ma anche tra Nord Europa e mediterraneo. E riaprire anche il discorso sulla “Porta sud delle Alpi”. Il tutto con vantaggi in termini di riduzione dei tempi di percorrenza, miglioramento della qualità ambientale e incremento della sicurezza ed efficienza nel trasporto di merci e passeggeri. Sono questi i binari su cui si muoverà l’intensa giornata di lavori prevista mercoledì 8 marzo a Villa Olmo dove è in programma il convegno “Il progetto AlpTransit- Tra costruzione, architettura e paesaggio”, organizzato dal Comune di Como e dal Comune di Chiasso.

Tantissimi i temi affrontati come numerosi e qualificati gli interventi. Di sicuro interesse – visto che già in passato se ne era parlato – l’approfondimento sull’interessante idea “Porta Sud delle Alpi”, dove si analizzerà il tema della pianificazione transfrontaliera in ambito di mobilit’. “Viene proposta una visione di sviluppo a lungo termine che supera i confini amministrativi e risolve simultaneamente problemi comuni all’area di Chiasso, Balerna, Novazzano, Vacallo, Morbio Inferiore in Svizzera e Como, Maslianico, Cernobbio e Ronago in Italia”, spiega l’architetto Elena Fontana Demattè, una delle relatrici attese il prossimo mercoledì.

Anche perché ottimizzare e implementare la mobilità in quest’area – a partire dai collegami autostradali – significa a livello locale anche ridisegnare una nuova mappa capace di connettere al meglio Lugano-Varese-Mendrisio-Como e il territorio di Chiasso. Soddisfatto il sindaco di Como, Alessandro Rapinese. “Si tratta di una collaborazione tra noi e il Comune di Chiasso che avrà ripercussioni su entrambi i territori – dice il sindaco – Il convegno è stato fortemente voluto per avviare una collaborazione e sarà solo il primo di una serie”.

Il convegno sarà inoltre l’occasione per approfondire e riflettere sulle potenzialità dell’opera dellAlp Transit. Il completamento dei 15 km della Galleria di base del Ceneri (2020) rappresenta infatti soltanto l’ultimo tassello di un’operazione che, con le altre due Gallerie di base del Lötschberg (34 km, 2007) e del San Gottardo (57 km, 2016) sta ridefinendo il sistema di mobilità tra i due stati.

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