L’aveva già anticipato su queste pagine il 20 giougno (qui) il direttore del Museo della Seta, Paolo Aquilini ma ora ci siamo: giovedì 18 verrà finalmente inaugurata la mostra dedicata a Manlio Rho che già nel titolo “Il senso del colore. Tra tessile e arte” racconta di un dialogo forse intuibile, conoscendo il percorso professionale di Rho, ma mai studiato fino in fondo, tra questo artista e il mondo dei tessuti.
Curatori della mostra Luigi Cavadini e Francina Chiara che hanno accettato di raccontarne in anteprima il “backstage”.
Come è nata l’idea di dedicare una mostra a Rho e al suo rapporto con il mondo del tessile?
Tutto è nato dalla proposta di Paolo Aquilini di pensare a una mostra sugli astrattisti – racconta Cavadini – Da lì abbiamo ristretto il campo alla figura di Rho e abbiamo pensato di studiare il rapporto tra la sua arte e il tessile, campo in cui lavorò sia come disegnatore di tessuti che come consulente e, infine, insegnante al Setificio.
Una mostra simile era stata dedicata anni fa dalla Fondazione Ratti a un’altra pittrice comasca legata al mondo del tessile, Carla Badiali
Lo spunto è lo stesso. Nel caso di Rho però il tema era del tutto inedito e la sua famiglia ci ha messo a disposizione il suo archivio in cui abbiamo trovato materiali sorprendenti.
Ad esempio?
Abbiamo trovato tessuti e disegni per tessuti in cui Rho ha inserito alcune sue opere ripetute come fossero un modulo. O una scatola che conteneva delle palette di colore ritagliate da una rivista francese di moda dedicata alle tendenze colore. Confrontando questi campioni con i suoi dipinti, ci siamo accorti che corrispondono perfettamente a quelli scelti per realizzare le sue opere. Nel suo archivio abbiamo trovato anche tessuti disegnati da altri artisti come Soldati e Trampolini, che Rho conosceva per aver presieduto le commissioni delle Triennali dedicate ai tessuti d’arredo.
Quello tra pittura e mondo dei tessuti è un legame che riguarda molti artisti di quel tempo quindi.
Il lavoro nel campo tessile è stato spesso quasi nascosto dagli artisti – spiega Francina Chiara (docente di Storia della Moda e del Costume all’Università Cattolica e curatrice, fino a pochi anni fa, delle collezioni tessili della Fondazione Ratti ndr) – Quasi come se chi pratica l’”arte maggiore” volesse nascondere quello che ha fatto per l’”arte minore”.
Invece partendo dal tessile si può leggere la pittura in modo diverso
Normalmente è l’arte che parla e il tessuto si adegua. Al tempo di Rho, invece, grazie a una città in cui l’industria serica era fiorente, il rapporto tra tessuto e pittura era ribaltato e ha fatto sì che il mondo del tessuto fosse d’ispirazione per gli astrattisti. Le palette ritagliate dalla rivista di moda, decontestualizzate e riutilizzate in opere pittoriche di cui parlava Cavadini sono un esempio lampante di questa sintesi delle arti che in quegli anni era davvero praticata.
Oltre ai materiali inediti che avete trovato nell’archivio di famiglia, da dove provengono gli altri materiali che vedremo in mostra?
Questa è una mostra di ricerca, basata su molte fonti inedite che offrono sorprese e racconti nuovi. L’archivio Rho rappresenta il nucleo principale ma ci saranno anche pezzi provenienti dall’Archivio di Stato e da collezioni private oltre a un pannello prestato dalla Pinacoteca Civica e realizzato da Nizzoli per la Casa del Fascio, che verrà messo a confronto con un foulard realizzato nello stesso periodo, altro esempio di questo dialogo e della contaminazione tra arti diverse. E il tessuto sarà la lente per accostarsi in maniera nuova alla pittura astratta
MANLIO RHO: IL SENSO DEL COLORE
Tra tessile e arte
Museo della Seta Como
19 ottobre 2018 – 31 marzo 2019
Orari: da martedì a domenica h. 10.00-18.00
Inaugurazione: giovedì 18 ottobre h. 18.00