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Asilo Sant’Elia, monumento alle promesse tradite e all’Irrazionalismo. E i bambini aspettano

Tra le eredità non procrastinabili lasciate dall’ormai ex assessore ai Lavori Pubblici Vincenzo Bella non c’è soltanto la messa a norma degli spazi espositivi cittadini, ma anche la vita o la morte di uno dei più importanti simboli del Razionalismo, l’Asilo Sant’Elia di Giuseppe Terragni.

Congelato da mesi in un limbo in cui l’unico segno tangibile di vita è l’erba che cresce (anche troppo), l’asilo è diventato il simbolo del ma, di quel cavillo, dell’anello che salta, del piede messo in fallo che blocca tutto e addio. Meriterebbe di diventare uno spazio espositivo, un polo culturale ma è giusto che resti un asilo, ci serve. Meriterebbe di essere vissuto appieno dai bambini ma ha bisogno di interventi di restauro.

L’abbiamo chiuso, iniziano i lavori ma abbiamo fatto un mezzo pasticcio e ci dobbiamo fermare. E, a meno di pensare che l’emergenza Covid sia retroattiva, non si può attribuire totalmente al lockdown lo stato di immobilità cronica in cui versa quello che dovrebbe essere uno dei vanti della città.

Infiltrazioni dal tetto a novembre 2018, 30 gradi nelle aule ad aprile 2019 e il conseguente abominio dello scotch argentato a riparare le tende da sole che fece inorridire il gotha dell’architettura nazionale. E poi il controsoffitto da rifare, la chiusura a giugno e, a settembre, i vetri rigati dalle prime operazioni di carteggiatura dei serramenti, la petizione con oltre 400 firme (tra cui quelle di Vittorio Sgarbi e Stefano Boeri) e lo stop ai lavori ripresi a inizio anno, bloccati dal Covid e mai più ripresi.

E ora? Ora niente, cresce l’erba. E sul tavolo del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini c’è una petizione firmata dal presidente dell’Ordine degli Architetti di Como Michele Pierpaoli e dal suo omologo romano Flavio Mangione per chiedere che il progetto di recupero venga affidato a professionisti ed esecutori con qualifiche adeguate.

E i bambini? Spostati nella scuola elementare di via Viganò, viste le disposizioni anti-Covid potranno continuare a dividere questi spazi con gli alunni della primaria o non ci sarà posto per tutti?

“Per quanto mi riguarda non ci saranno problemi – è la risposta dell’assessore alle Politiche Educative Alessandra Bonduri – se l’asilo non dovesse essere agibile per settembre, i bambini potranno continuare a essere ospitati negli spazi della scuola primaria”. Almeno una buona notizia.

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