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Attila Attilio: “Cultura a Como, il nulla”. La proposta: “Alberi in tutti i viali della città”

Il graffio di Attilio Terragni è arrivato attorno alle 11.30. L’architetto era relatore al convegno organizzato da Fratelli d’Italia al salone della Cna di Como e diviso in 3 blocchi tematici: urbanistica, lago (livelli, Navigazione, pesca), turismo e cultura. Cerimonieri, il coordinatore provinciale del partito Stefano Molinari, il deputato Alessio Butti e l’europarlamentare Stefano Maullu.

Nello specifico dei suoi 8 minuti cronometrati, Terragni ha spianato il suo elegante cannoncino verbale e ha puntato diritto su Palazzo Cernezzi. In particolare, sulla mancata realizzazione del programma culturale messo a punto per le elezioni del 2017.

“Non è stato fatto nulla in due anni – ha cannoneggiato – A oggi, non c’è un solo punto di questo programma realizzato. Lo dico: ho presentato al sindaco almeno 15 proposte, di cui una parte anche già finanziata e un’altra da cofinanziare. Soltanto alcune sono andate avanti pianissimo, con grande fatica”.

Terragni ha ricordato alcuni problemi vissuti di persona (“L’anno scorso per realizzare alcuni eventi all’Asilo Sant’Elia il permesso arrivò il 4 luglio per il 5, quest’anno abbiamo fatto domanda a novembre e ancora non l’abbiamo”; “avevamo proposto un campus per i bambini ma ci è stato detto no”).

Poi ha rilanciato un’altra delle richieste, certamente tra le più suggestive per impatto.

“Abbiamo proposto di alberare i viali di Como, questa doveva essere una città di viali alberati – ha affermato Terragni – Si sarebbe cambiato il volto della città e potremmo ancora cambiare il volto della città per i prossimi 3 anni. I cittadini credo ne sarebbero felicissimi”.

Poiché nulla si è mossa su quest’idea, l’architetto ha poi rivolto un mini-appello direttamente al parlamentare Alessio Butti: “Torna protagonista di questa vicenda, per la realizzazione di un programma che abbiamo gentilmente offerto a questa coalizione e che per ora non ha mosso un passo”.

A livello più territoriale, sul fronte specificamente turistico, sono intervenuti Silvio Santambrogio (Amici di Como), Andrea Grisdale (a destra nella foto sotto, ceo di Italian Connection Bellagio, agenzia di incoming, presidente della Pro Lezzeno e con una piccola struttura alberghiera nel paese), Ross Whieldon (Hotel Britannia, al centro) e Luca Leoni (a sinistra, assessore al Turismo a Bellagio e albergatore).

Concordi tutti, di fatto, nel sottolineare il grande cambiamento di pelle del turismo stagionale sul lago (“Soltanto 10-20 anni fa gli hotel chiudevano a ottobre e aprivano in aprile, ora si riesce anche a fare una stagione di 10-11 mesi”) e poi sul fatto che il brand Lake Como stia vivendo un momento per molti aspetti magico.

“A gennaio – ha raccontato Leoni – sono stato 15 giorni negli Usa. Quando mi chiedevano di dove fossi, talvolta dicevo da Bellagio e molti lo conoscevano anche se qualcuno lo confondeva con il casinò. Ma quando dicevo Lake Como, non esisteva nessuno che non sapesse di cosa stessi parlando. Il brand, ormai, è più celebre di Portofino e Capri”.

Andrea Grisdale (alla guida di un’azienda che ha dipendenti donne under 35 al 90%) ha chiosato che “io ripeto sempre che ho il miglior posto di lavoro del mondo”.

Da notare, sempre in ambito turistico, le ripetute lamentele – in particolare dal presidente dell’Autorità di Bacino, Luigi Lusardi (foto sotto) – sul fatto che Como città non faccia parte dell’ente e che, anche per questo, sia assolutamente carente di attracchi pubblici che invece stanno aumentando molto sulle sponde del Lario.

Accenni critici al sotto-sfruttamento delle potenzialità del lago anche da parte di Ross Whieldon: “Abbiamo un lago magnifico, enorme. Eppure raggiungere Lecco via acqua è un’impresa, meglio la macchina. La Navigazione sembra quasi occuparsi soltanto dei pendolari e non delle enormi potenzialità del turismo. Quasi che di questo non freghi nulla”.

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