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Provincia di Como: scoperto lavoro nero in bar e locali di 4 comuni. Sequestri in un centro commerciale

Nell’ambito dei controlli in materia di contrasto alle violazioni in materia di lavoro sono stati verbalizzati 3 esercenti per aver impiegato 2 lavoratori in nero di nazionalità russa e italiana e un lavoratore irregolare sempre nazionalità italiana.

Questi ultimi, lavorando in assenza di regolare contratto di assunzione, non vedono riconosciuta alcuna copertura previdenziale e assicurativa, con gravissime ripercussioni sia sulle legittime aspettative di maturazione dei requisiti pensionistici, sia sulle garanzie in materia di sicurezza sul lavoro.

Per un bar di Lomazzo è stato richiesto, al competente Ispettorato Territoriale del Lavoro di Como, un provvedimento di sospensione dell’attività poiché è stato riscontrato che più del 10 per cento dei lavoratori presenti sul luogo di svolgimento dell’attività risultava impiegato senza la preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro. Il provvedimento sospensivo sarà revocato quando il datore di lavoro avrà provveduto a pagare le sanzioni previste e a sanare la posizione dei lavoratori irregolari.

Inoltre, nel corso degli ordinari servizi di istituto in materia di controlli strumentali, sono stati elevati 10 verbali irregolari per mancata memorizzazione dei corrispettivi. Gli interventi sono stati effettuati nei comuni di Como, Lomazzo, Montano Lucino e Turate.

In un centro commerciale sono stati inoltre sequestrate alcune decine di fionde e bersagli completi di freccette metalliche, non conformi alla vigente normativa, in quanto privi delle indicazioni minime richieste dalla legge e potenzialmente pericolosi per la salute dei consumatori.

In merito, si ricorda che, ai sensi del Codice del Consumo, i prodotti commercializzati sul territorio italiano devono riportare obbligatoriamente, in lingua italiana sull’etichetta, sul prodotto, sulla confezione o sul foglio informativo, le indicazioni relative:

  • alla denominazione legale o merceologica del prodotto;
  • al nome/ragione sociale/marchio e sede legale del produttore o di un importatore stabilito nell’Unione europea;
  • all’eventuale presenza di materiali o sostanze che possono arrecare danno all’uomo, alle cose, all’ambiente;
  • ai materiali impiegati e ai metodi di lavorazione ove possano essere determinati per la qualità e le caratteristiche merceologiche del prodotto;
  • alle istruzioni, e alle eventuali precauzioni e destinazione d’uso, se utili ai fini della fruizione e sicurezza del prodotto.

La violazione della normativa prevede sanzioni amministrative che vanno dai 1.500 a quasi 30.000 euro.

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