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Acquisti online, una tassa contro l’abuso dei resi gratis? La Svizzera ci pensa

Il reso gratis di vestiti, scarpe e cappotti acquistati online potrebbe avere i giorni contati. Almeno in Svizzera. La pratica di ordinare qualsiasi cosa a casa tramite pochi clic su pc o smartphone sapendo che un qualsiasi motivo (o capriccio) poi la si può rispedire al mittente senza spendere un centesimo nella Confederazione è finita nel mirino della Commissione per l’ambiente degli Stati che sta discutendo se introdurre una tassa ad hoc sulla restituzione anticipata. In sostanza, lo stratagemma a tutela delle aziende – che devono ormai sobbarcarsi costi altissimi per la pratica in costante crescita del reso gratis per i clienti – sarebbe quello di trattenere in anticipo una somma corrispondente almeno a una parte delle pratiche di reso, salvo poi restituirli al clienti in caso di conferma dell’acquisto online.

“Sono contento che ci si stia impegnando su questo tema – ha dichiarato a 20 Min, il quotidiano gratuito legato a Tio, il parlamentare dei Verdi Michael Töngi che già aveva avanzato una proposta simile in passato sottolineando anche l’impatto ambientale dei resi – Ora è necessaria la pressione del Parlamento per costringere il Governo ad agire”. Parere contrario alla proposta è arrivato dalla Federazione svizzera dei dettaglianti: “Dovrebbero essere le aziende a poter decidere liberamente, senza obblighi imposti” ha commentato la direttrice Dagmar Jenni.

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