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Bellagio, Menaggio, Tremezzina: le voci degli hotel che ripartono. Per ora più ottimismo che prenotazioni

Dopo il ponte del 2 giugno, che ha portato un gran numero di visitatori sul Lago di Como, e la riapertura dei confini tra le regioni italiane, è tempo per gli albergatori di fare i conti con la stagione turistica.

Non mancano le preoccupazioni tra i titolari dei vari hotel del lago che hanno già deciso di riaprire, sperando in qualche prenotazione in arrivo anche per giugno ma soprattutto per i prossimi mesi. A partire dalla Tremezzina.

“Abbiamo deciso di aprire il 10 giugno – così Alberto Cetti, titolare dell’Albergo Lenno e presidente dell’Associazione Turistica Tremezzina – anche per tutelare chi lavora con noi, nonché gran parte della nostra famiglia. Sul fronte prenotazioni è una situazione in evoluzione, ne abbiamo qualcuna per i fine settimana ma non sappiamo come andrà per i giorni feriali. Per luglio c’è ancora qualche prenotazione, non sono state tutte cancellate. Sta ripartendo tutto in modo molto lento”.

Quest’anno gli albergatori del lago punteranno senza dubbio su un turismo di prossimità, sempre che i paesi confinanti con l’Italia decidano di riaprire le frontiere.

“I nostri mercati di riferimento sono soprattutto esteri – continua Cetti – ma non abbiamo ancora date certe per la riapertura delle frontiere. Ci sono tanti clienti storici del nostro albergo che vogliono tornare da noi quest’anno, ma hanno bisogno di sicurezza e temono che ci possano essere ondate di ritorno del virus. In questi giorni abbiamo visto tante persone in giro per il paese, ma sono persone che si spostano in giornata. Manca il vero e proprio turista che soggiorna in struttura”.

Anche a Bellagio la situazione non è delle più rosee. Sono pochissimi gli hotel ad oggi aperti e, nonostante il grande afflusso di visitatori registrato durante il ponte della Festa della Repubblica, gli albergatori non nascondono i propri timori per la stagione.

“L’hotel e il ristorante Silvio sono aperti dallo scorso weekend, così come il Lido di Bellagio per la parte ristorazione e spiaggia – spiega Christian Ponzini, titolare delle due strutture bellagine – Purtroppo l’albergo è una nota negativa. Sabato scorso avevamo undici stanze prenotate, che si sono ridotte a due domenica. Avevamo anche tanti eventi, tutti posticipati ai prossimi mesi o al 2021”.

Nello scenario attuale, il titolare dell’hotel Silvio concorda sul prolungamento della stagione proposto da numerosi operatori turistici del territorio.

“Il business plan di giugno è su cinque camere – spiega Ponzini – è il più basso di sempre, nemmeno in inverno avevamo così poche prenotazioni. Ma, se fino a venerdì scorso vedevamo il buio più cupo, ora abbiamo qualche speranza per i prossimi mesi. Oltre giugno qualcosa si sta muovendo, stiamo ricevendo qualche richiesta da luglio a settembre. Però servirebbe puntare su un allungamento della stagione turistica, in tutto il lago, che comprenda anche l’inverno”.

Infine, anche le strutture di Menaggio sperano in maggiori arrivi nei prossimi mesi. Tra le riaperture di questi giorni in paese c’è l’Hotel Bellavista, guidato da ben 60 anni da Giacomo Faggi.

“Abbiamo riaperto lo scorso sabato e, devo dire inaspettatamente, abbiamo avuto una discreta richiesta – spiega Faggi – abbiamo accolto circa 30 persone, che non è nemmeno il 50% delle camere ma è pur sempre qualcosa. Avevamo prenotazioni per il prossimo weekend ma ci sono state alcune cancellazioni, così come per il resto di giugno. Il mese di luglio per ora è in attesa, mentre per agosto e settembre rimangono aperte alcune richieste soprattutto da parte di agenzie inglesi”.

L’hotel ha ricevuto alcune prenotazioni, in particolare da parte di turisti milanesi, ma il titolare Giacomo Faggi non conta nell’arrivo di molti visitatori italiani quest’anno. “In tanti hanno già usato le ferie perché a casa dal lavoro nel periodo di quarantena – conclude – inoltre, non penso che abbiano molti soldi da investire in vacanze nei prossimi mesi. Purtroppo gli inglesi e gli americani per ora sono scomparsi, speriamo almeno che riaprano al più presto le frontiere”.

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