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Bracconaggio, mercato nero di specie protette, armi illegali e il congelatore degli orrori: Polizia provinciale, missione (im)possibile

Quindici uomini in tutto, al lavoro su diversi fronti. Si tratta del corpo di Polizia Locale della Provincia di Como che anche nel 2021 ha svolto numerosissimi compiti. Impressionante, parlando con il comandante Marco Testa, scoprire quale sia, ad esempio, la portata del fenomeno del bracconaggio e del mercato di specie protette nel comasco e di come, cercando di intercettare chi delinque si venga a contatto con realtà incredibili.

“Quest’anno il fenomeno del bracconaggio è cresciuto. Abbiamo fermato persone che utilizzavano armi illegali. Dopo attività di indagine siamo arrivati anche nelle case di sospetti e li abbiamo travato dei veri e propri arsenali. Un individuo aveva 20 tra fucili di vario genere, balestre e altri strumenti, tutti ovviamente irregolari. In un altro caso c’era chi ne deteneva una decina. Tutti utilizzati per abbattere, contro le regole, cervi, camosci e cinghiali”, racconta il comandante.

Numerosi inoltre gli interventi che hanno portato a scoprire molte trappole illegali per uccelli e anche in questo caso, seguendo le tracce di chi le aveva posizionate “siamo arrivati al sequestro nelle abitazioni di privati di molti esemplari di specie protette”.

Gli uomini della polizia provinciale si sono trovati davanti a spettacoli da stomaci forti. “Abbiamo aperto dei congelatori dove dentro erano stipati più di mille uccelli. Molti non cacciabili. Molti già spiumati e insacchettati, pronti per essere venduti”. Questo perché il mercato nero è fiorente e redditizio. Ci sono privati che li acquistano e in molti casi questi esemplari “sono pronti per essere cucinati e pronti a finire anche nei ristoranti”, spiega Testa che racconta anche di come siano stati ritrovati “rapaci, tassi e anche quintali di carne di ungulati, dai cervi ai camosci e cinghiali. E in questo caso il problema è che ogni animale abbattuto deve essere sottoposto a ispezione veterinaria per verificare eventuali malattie o altro. Mentre spesso ciò non avviene. Inoltre abbiamo fermato già persone pluripregiudicate”. Le zone più monitorate sono quelle dell’Alto Lario e del Porlezzese ma non solo. Altro tema cruciale il contenimento dei cinghiali.

“Quest’anno, fatto mai accaduto, ne abbiamo abbattuti più di 500 esemplari. Soprattutto quando si spingono a ridosso dei centri abitati. Siamo intervenuti a Monte Olimpino, Sagnino Camnago e in molti altri luoghi – racconta il comandante –  Il pericolo maggiore è per la circolazione stradale e per gli incidenti che possono causare. Nell’Olgiatese di recente si sono verificati 20 investimenti di cinghiali”.

Super lavoro con 15 uomini in servizio, 10 del nucleo di vigilanza ittico-venatoria, due per il settore ambientale e due per quello stradale, oltre al comandante. “Siamo in pochi. In passato eravamo fino a 35 uomini”, chiude Testa. Sono poi stai fatti 200 verbali di trasgressione, sia nell’ambito della pesca dilettantistica che di quella professionale, registrati in particolar modo nel tratto inferiore del Lario e nel lago di Alserio. Non trascurabile infine l’azione di recupero della fauna selvatica in difficoltà, con quasi un migliaio di interventi di soccorso su incidenti di varia natura, effettuati dal personale del Corpo anche grazie al supporto delle numerose Guardie volontarie.

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