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“L’educatrice dà della ‘femminuccia’ al bambino e incita i compagni a prenderlo in giro”. Bufera alla scuola di via Sinigaglia

Un bambino che sarebbe chiamato “femminuccia” da un’educatrice perché stava giocando con delle compagne e gli altri alunni che sarebbero invitati a prenderlo in giro a suon di cori e battiti di mani e, più in generale, un clima teso con urla e richiami a stare a tavola in assoluto silenzio tanto da indurre alcuni piccoli a chiedere ai genitori di essere ritirati dal servizio mensa. Queste le accuse lanciate da alcuni genitori alla cooperativa che ha in appalto la gestione del tempo mensa del venerdì (non la somministrazione dei pasti) presso la scuola elementare Filippo Corridoni di via Sinigaglia. E a metterlo nero su bianco, in una mai inviata al Comune di cui siamo venuti in possesso, è Giovanni Dato, noto in città per essere il presidente di Pallanuoto Como ma qui in veste di membro del consiglio d’Istituto dell’Istituto Comprensivo Como Borgovico e portavoce di molti genitori, nonché padre di una bambina che frequenta questa scuola.

“Riporto il malessere da parte di molti bambini che sono arrivati a chiedere ai genitori di toglierli dalla mensa quando loro stessi ad inizio anno li avevano pregati di iscriverli – si legge infatti in un passaggio della lettera inviata in Comune (che riportiamo integralmente in fondo all’articolo) – vengono riportate urla da parte di questi insegnanti per continuare a zittire tutti i bambini perché la regola è che a mensa non si deve parlare..!! E perché bambini di 6/7/8 anni non possono parlare, confrontarsi e essere sereni? Chi l’ha deciso? Noi adulti al ristorante stiamo in silenzio!? Già questo è stato più che sufficiente a mettermi in allarme. Ma ancora più grave è la segnalazione da parte di diversi bambini di episodi di vero e proprio bullismo, creato e fomentato ‘dall’educatrice’, se così si può chiamare, con cori nei confronti di un bambino che giocando con le bambine veniva schernito con “Sei una femminuccia” da parte dell’insegnate che invitava gli altri a fare il coro e a battere le mani”.

Contattato dalla nostra redazione, Giovanni Dato ha così spiegato l’accaduto: “Qualche giorno fa all’uscita da scuola il personale preposto alla cura dei bambini durante la mensa del venerdì ha riferito ai genitori di un bambino che il loro figlio aveva risposto male ad una delle educatrici rimediando, seduta stante, una sgridata da parte della mamma – racconta infatti – le compagne presenti sono però intervenute raccontando che la sua era stata solo una reazione a un vero e proprio atto di bullismo da parte della stessa educatrice che l’aveva chiamato femminuccia perché stava giocando con loro, invitando anche gli altri bambini presenti a prenderlo in giro con cori e battiti di mani”.

La sera stessa, quindi, Dato si è mosso per verificare anche con gli altri genitori la veridicità di quanto raccontato: “Ho subito parlato con mia figlia che ha confermato questo racconto ed è apparsa molto mortificata per aver partecipato inconsapevolmente, per ubbidire all’educatrice, a questo comportamento che lei stessa aveva capito non essere corretto – aggiunge – ed è bastato un rapido giro di telefonate per avere conferma anche dai genitori degli altri bambini sia dell’episodio in sé che del clima che regna in generale durante l’orario di mensa del venerdì, con urla e richiami al silenzio assoluto a tavola tanto che diversi bambini hanno chiesto ai genitori di poter tornare a casa a mangiare”.

Da qui la scelta di scrivere immediatamente al Comune per capire chi è la cooperativa che ha in appalto la gestione dei bambini durante la mensa del venerdì, ma anche per sapere che tipo di formazione ha il personale preposto e richiedere un intervento urgente: “La risposta degli uffici è stata fortunatamente immediata e già da questo venerdì sarà presente un supervisore comunale per verificare la gestione del tempo mensa – dice Dato – per lavoro mi occupo di gestire anche campi estivi per bambini e so quanto è importante la scelta di personale qualificato e quanto sia fondamentale un clima sereno quindi non ho voluto perdere tempo e sono intervenuto subito parlando sia con il Comune che con la vicepreside che ha riportato il tutto alla dirigente. Oggi ci aspettiamo che venga fatta chiarezza su quanto accaduto e speriamo che questo episodio possa portare a maggiori controlli su chi viene scelto per la gestione di servizi così delicati come quelli che riguardano i bambini”.

Qui di seguito il testo integrale della mail inviata da Giovanni Dato al Comune di Como:

Vi scrivo in qualità di membro del Consiglio d’istituto IC Como Borgovico ma soprattutto come genitore e nello specifico in rappresentanza di altri genitori che hanno affidato a me la trattazione di quest’argomento delicatissimo.

Per prima cosa vi chiedo di ricevere con urgenza il nome della cooperativa e l’elenco con i nominativi e i curriculum del personale che al venerdì si occupa della mensa (non riguardo alla somministrazione). Avendo saputo oggi che affidate alcuni servizi e questo in particolare ad una cooperativa esterna non posso pensare che non siate a conoscenza del personale che questa cooperativa manda all’interno dei plessi scolastici col compito di supervisionare e vivere a stretto contatto con i bambini.

Entrando più nello specifico riporto malessere da parte di molti bambini che sono arrivati a chiedere ai genitori di toglierli dalla mensa quando loro stessi ad inizio anno li avevano pregati di iscriverli.

Vengono riportate urla da parte di questi insegnanti per continuare a zittire tutti i bambini perché la regola è che a mensa non si deve parlare..!! E perché bambini di 6/7/8 anni non possono parlare, confrontarsi e essere sereni..? Chi l’ha deciso..? Noi adulti al ristorante stiamo in silenzio..!?

Già questo è stato più che sufficiente a mettermi in allarme.

Ancora più grave è la segnalazione da parte di diversi bambini di episodi di vero e proprio bullismo, creato e fomentato “dall’educatrice” se così si può chiamare, con cori nei confronti di un bambino che giocando con le bambine veniva schernito con “Sei una femminuccia..” da parte dell’insegnate che invitava gli altri a fare il coro e a battere le mani.

Tutto quanto sopra descritto, ne fosse certificata la veridicità (ho avuto altri riscontri positivi proprio questa mattina) credo sia sufficiente per aprire non una segnalazione ma una procedura di tutt’altro genere. Mi chiedo: ma il personale inviato dalle cooperative a svolgere un compito così delicato da chi viene formato? Segue un percorso condiviso con l’istituto scolastico?

Nel riepilogare il tutto per punti vi chiedo:

1 Di ricevere al più presto elenco nominativi e curriculum dei soggetti che operano all’interno della mensa della scuola Corridoni al venerdì nello specifico ma anche altri addetti della cooperativa o esterni all’istituto.

2 Provvedere già da questo venerdì ad affiancare un supervisore del plesso fidato e conosciuto o accorpare agli altri compagni i bambini che pranzano fino a quando non si è risolta la questione

3 Farmi avere prima di venerdì risposte concrete ed eventualmente un incontro con voi anche presso l’istituto nel momento della mensa.

Io sto continuando a confrontarmi e a ricevere segnalazioni da parte di altri genitori perché voglio avere più punti di vista possibili sull’argomento.

Spero di avere notizie da voi e sono sicuro che queste arriveranno vista la disponibilità e la professionalità mostratami ieri. Vedo tutto come un dovere nei confronti della comunità e in difesa dei bambini.

Resto a vostra totale disposizione.

Cordiali Saluti

Dott. Giovanni Dato

© RIPRODUZIONE RISERVATA

8 Commenti

  1. E’ così che nasce il “Bullismo” e torna attuale da domanda che per certe professioni non dovrebe bastare il mero “pezzo di carta” ma servirebbero dei test psicoattitudinali per accertarne le reali capacità di svolgere al meglio il proprio compito.

  2. Era unico adulto in mensa? …
    Grazie per l’azione immediata di Giovanni Dato, e spero che la faccenda venga presa seriamente.
    Ma quanti sadici girano e ci accorgiamo solo attraverso il fatto sgradevole?

  3. Non si dovrebbe chiamare questa signora “educatrice”. Un adulto che invita un gruppo di bambini ad atti di bullismo contro un coetaneo è tutto meno che un educatore. Tra l’altro, i bambini a quell’età devono essere abituati a parlare a tavola perché in famiglia si parla anche e soprattutto a tavola. È malsana l’idea di imporre il silenzio a tavola. Ci sono persone che dovrebbero avere la consapevolezza di non essere in grado di svolgere la professione per la quale sono pagati e mettersi a fare altro. Sconcertante.

  4. E la Roperto che si è nascosta dietro un NO COMMENT?
    E la Luciani dirigente del settore dov’è?
    Provate a chiedere se hanno fatto un minimo di controllo degli operatori impegnanti, provate a chiedere se la Luciani si è mai fatta vedere in uno qualunque dei luoghi che sono sotto il suo controllo.
    Provate a chiedere se queste cose non si verificano anche in altre scuole.
    Provate a sondare il terreno e scoprirete che non è tutto oro quello che luccica sotto la gestione della Dirigente Luciani e dell’Assessore Roperto.
    Assessore non si sfili e si smarchi nascondendosi dietro il NO COMMET, vede il suo ruolo, come quello della Dirigente Luciani ha precise responsabilità, una di questa è rispondere alle domande dei cittadini

  5. Questo dimostra lo scadimento professionale, altri casi di educatori o meglio bullizzatori ci sono anche in altre strutture, purtroppo è tutto lasciato all’intervento dei genitori.

  6. Se ciò fosse vero , e lo sarà , i fatti sono gravissimi da denunciare a carabinieri ! In primis l’educatrice deve essere assolutamente licenziata e non dovrebbe più avere a che fare coi bambini. Poi indagare sugli altri fatti ..e mettere telecamere

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