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Butti affonda ma Guzzetti sferza: “Gli monta la furia nera. A Como è per il Terzo Settore ma a Roma vota contro”

Il 29 aprile scorso il deputato comasco di Fratelli d’Italia, Alessio Butti, era partito all’attacco. Lo ha fatto il giorno dopo l’incontro tra candidati sindaco organizzato da Diogene, l’inserto dedicato al sociale, del quotidiano La Provincia, serata presentata e coordinata dal giornalista Paolo Moretti, presente anche il direttore Diego Minonzio (qui il racconto dettagliato della serata)

L’affondo di Butti ha investito in particolare l’ex capo di Fondazione Cariplo, oggi iscritto al Pd di Como, Giuseppe Guzzetti. Ne abbiamo dato conto qui: Affondo Butti dopo il confronto elettorale: “Fazioso Guzzetti, si è superato”. Insulto a Molteni: “Sarebbe gradita presa di distanza delle candidate”.

Ebbene, l’avvocato Guzzetti ha voluto replicare punto su punto, inviando un articolato intervento a ComoZero. Lo pubblichiamo integralmente:

Ho letto, sul giornale “la furia” di  “Alessio Butti”, che quando legge “Guzzetti” gli monta la furia “nera”. Secondo Butti il “Fazioso Guzzetti si è superato” per avere rivolto un domanda alla sola candidata Barbara Minghetti e non anche agli altri cinque candidati. Mi sono letto la definizione di “Fazioso” sul DEVOTO-OLI: “persona incline ad un settarismo intransigente ed intollerante”.

Prima di replicare mi consenta una considerazione sulla serata. L’incontro tra le Associazione di volontariato e i sei candidati è stato bellissimo, solo guastato da una imbecille tra il pubblico che ha dato del “bigolo” al candidato Giordano Molteni. Gli altri candidati hanno immediatamente “preso le distanze” dal maleducato.

La serata è stata un grande successo – sala stracolma di pubblico – merito del Direttore di “La Provincia” Dott. Diego Minonzio che, da alcuni anni valorizza il volontariato comasco con l’inserto settimanale “Diogene” e che ha pensato e organizzato l’incontro tra le Associazioni e i sei candidati. Mi complimento sinceramente con Paolo Moretti che ha condotto la serata in modo egregio, ma con mano ferma riuscendo a fare rispettare ai candidati i due minuti loro concessi per rispondere alle due domande; fatica normalmente improba.

La mia “faziosità super” secondo Butti è dovuta alla circostanza che ho rivolto la domanda che riguardava i 15.000 neet – giovani che non studiano, non lavorano, non cercano il lavoro – che abitano nella nostra città di Como ed i bambini in povertà educativa, sempre a Como ma di cui mancano i dati –  alla sola candidata Barbara Minghetti.

Nell’organizzazione della serata era chiaramente detto che i rappresentanti delle Associazioni potevano rivolgere due domande identiche a ciascun candidato. Nulla si diceva rispetto alle domande del pubblico in sala, per cui ho ritenuto di potere rivolgere la domanda alla candidata Minghetti Barbara. Il Conduttore Moretti ha “girato” la domanda anche agli altri candidati e non ho sollevato alcuna eccezione. Il Butti ha proseguito la sua requisitoria scrivendo che il PD e la Sinistra negli ultimi dieci anni hanno ignorato la potenzialità del c.d. “terzo settore”. (Altrimenti definito” terzo pilastro” “Privato sociale”).

Nella legislatura conclusa nel 2018 il Parlamento ha approvato la legge di delega 6/6/2016 ed il Decreto Legislativo di attuazione 3/7/2017 n. 117, con questi provvedimenti legislativi è stato definito il Codice del Terzo Settore (CTS). Questo codice per la prima volta e, finalmente, attua gli articoli 2, 3 -2° comma e 118, 4° comma della nostra Costituzione, nata dalla Resistenza e all’Antifascismo. L’art. 55, citato nel mio intervento dà pari dignità nel sociale, alla parte pubblica ed al privato sociale.

Nell’attuazione del principio costituzionale della sussidiarietà, pubblico e privato devono coprogrammare, coprogettare, cogestire. “Padre” di questa legge l’On.le Luigi Bobba del PD, sottosegretario al Ministero del Lavoro, sostenuto con forza dai gruppi parlamentari del PD, perché la legge fosse approvata prima della fine della legislatura.

I gruppi parlamentari dei Fratelli d’Italia in cui milita il senatore Alessio Butti hanno votato contro ogni articolo della legge, in particolare contro l’art. 55. Butti, a Como è un sostenitore del “Sacro Principio della sussidiarietà” – come scrive a Como 0, ma a Roma vota contro questo sacro principio. Dico, pacatamente, al Senatore Butti di rivolgere a se stesso il suo appello finale “Meditate Gente, Meditate”.

Nell’occasione, ricordo, – senza faziosità – che sono creditore del Senatore Butti di due risposte che attendo da parecchio tempo:

– la smentita che Giorgio Almirante, gerarca fascista a Salò (Repubblica Sociale Italiana) e fondatore del partito che negli anni ha mutato nome ma mantenuta la “fiamma tricolore”, sia l’autore della c.d. “Ordinanza della morte” che imponeva di rastrellare i giovani italiani che non volevano militare sotto Salò; catturati,  i giovani erano spediti in Germania nei carri bestiame. Ai partigiani era riservato un trattamento ben più drammatico, se catturati venivano fucilati ed impiccati sul posto;

– avendo il Butti insinuato che avrei “usato” la Fondazione Cariplo in modo non trasparente e corretto, gli rinnovo l’invito di indicarmi una sola erogazione delle 30.000 deliberate negli anni della mia presidenza, in modo men che corretto e trasparente.

Spero che questa volta il Senatore Butti mi risponderà.

Giuseppe Guzzetti.

 

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7 Commenti

  1. Io sono stato invitato e se volete il mio parere sono disgustato: una cosa è rivolgere domande ai candidati sindaco ed un’altra è l’intervento politico rivolto alla candidata de PD Barbara Minghetti l’avv. Guzzetti ha fatto un intervento di 20 minuti mentre i candidati sindaco di due minuti a giro, ma cio che più ci sconcerta e vedere un teatro che sappiamo tutti appartenere alla parrocchia di rebbio e da che parte stavano gli adetti ai lavori che erano nel teatro a sostegno dei propri candidati.spero che al teatro sociale non si consumi la stessa scena di provocazioni che non hanno nulla a che fare con la politica che i cittadini chiedono per como e non solo per gli interessi di alcune associazioni rispetto ai valori generali che i cittadini chiedono alla politica. basta menzogne vogliamo fatti concreti che sviluppino la nostra città senza interessi per l’una o l’altra parte inoltre a como ha governato sia la destra che la sinistra e le persone sono veramente stanche di fazioni di destra e di sinistra che promettono ma non fanno nulla per la città di Como

  2. Forse per Guzzetti è il momento di non replicare più. Ci ha messo giorni perché non era facile trovare qualcosa da dire davanti all’evidenza. Butti ha detto bene, “fazioso”. Sarebbe stato sicuramente più onesto e più dignitoso evitare di tornare sull’episodio perché quando si sbaglia la cosa migliore sarebbe ammetterlo, almeno con se stessi, e non insistere sulla propria posizione. Ma è chiaro che chi si sente superiore pensa di potersi permettere tutto, anche negare l’evidenza.

  3. Una domanda sui NEET poteva essere rivolta solo a Barbara Minghetti o ad Adria Bartolich. Rapinese, ascoltando la domanda, probabilmente avrà pensato all’assonanza con la squadra di basket dei Nets di Brooklyn o al WC Net che usa la sua tata. Per Molteni e per i suoi amici di coalizione è un tema che non sarà mai oggetto di un programma elettorale. A loro non frega molto e non è troppo nelle corde del loro elettorato. Il tema invece è molto serio. Non può essere dibattuto solo perché è stato oggetto di una domanda del Presidente Guzzetti a un candidato Sindaco. Deve essere affrontato perché è uno dei più terribili indicatori della decadenza industriale ed economica della nostra città. Essere NEET non significa solo essere inoccupati, significa che molti giovani hanno rinunciato a qualsiasi speranza di indipendenza economico, culturale e sociale. È una malattia gravissima per una comunità perché significa che le nuove generazioni non ritengono opportuno o non hanno l’opportunità di sostituire le vecchie. Nella da sempre industriosa Como è sconcertante sapere che così tanti giovani non vogliono mettersi in gioco!
    Non sorprende quindi che il Presidente Guzzetti abbia posto questa domanda. È sorprendente che un Senatore di un partito che solo pochi giorni fa si è candidato alla guida del Paese, non abbia compreso l’importanza della domanda ma si sia concentrato solo sul soggetto a cui è stata rivolta.

  4. Giuseppe Guzzetti, il suo curriculum e quanto fatto credo siano lunghi centinaia di pagine, dalla Presidenza di Regione Lombardia alla Presidenza di ACRI e di Fondazione Cariplo (con le 30.000 erogazioni di Fondazione Cariplo), ma credo sia sufficiente citare il Premio Lazzati 2019.
    Per il resto sono chiacchiere.
    Comprendo però che in FdI ci si stia preparando ad una bastonata elettorale ed allora è meglio metter le mani avanti. Stai a vedere che sarà colpa di Guzzetti !

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