Sono passati più di tre mesi dalla consegna-inaugurazione della Stazione Unica di Como Camerlata, costata 6 milioni di euro grazie all’utilizzo da parte di Regione Lombardia del Fondo europeo di sviluppo regionale. A vederla però più che un’infrastruttura nuova di zecca sembra ancora un cantiere aperto. Il progetto prevedeva interventi per l’accessibilità e la messa a standard della stazione oltre alla realizzazione di un sottopasso e all’adeguamento delle banchine. Non solo: i lavori avevano come obiettivo quello di far comunicare la linea Milano Cadorna-Saronno-Como Lago (Trenord) con la Milano-Como-Chiasso (Ferrovie dello Stato).
A oggi però si tratta di un’infrastruttura a mezzo servizio. In primo luogo per quel che riguarda le barriere architettoniche. La stazione, con il collegamento al binario della linea di Ferrovie dello Stato, è diventata molto ampia e bisogna attraversare un sottopasso e un sovrappasso per arrivare a prendere i treni che collegano Chiasso a Milano. In primo luogo non si può non parlare di una cartellonistica imbarazzante per una città che si definisce turistica. La segnaletica è pressoché inutile per un non-pendolare che la “Linea FS” non ha idea di dove porti. Così il genio del foglio A4 in cabina con i suggerimenti scritti a matita: “Treni per Centrale, Garibaldi, Como San Giovanni, Svizzera, Monza, usare il sottopasso”. E una bella freccia verso il cielo a scaricare ogni responsabilità se il viaggiatore non capisce dove deve andare a prendere il suo treno.
Sempre se ci arriva perché al momento non sono ancora funzionanti gli ascensori del sovrappasso: per una persona in carrozzina o per una mamma con il passeggino è quindi totalmente impossibile accedere ai treni della cosiddetta Linea FS. Consola poco il cartello “Ci scusiamo per il disagio” e per il ritardo, aggiungeremmo. Inutile soffermarci quasi sul percorso pedonale che porta alla nuova fermata: in mezzo al verde lasciato crescere a dismisura e a un cantiere infinito. Non vi venga poi in mente di avere necessità di utilizzare i servizi igienici. Belli, nuovi, con un tecnologicissimo accesso con la tessera dell’abbonamento e tanto di cartello con tutte le istruzioni. Peccato che del lettore non ci sia traccia e che comunque certamente non farebbe scattare il grosso lucchetto che blinda l’accesso ai bagni.
I risultati della nuova stazione unica di Camerlata? Immondizia che si accumula all’ingresso, una sala d’attesa vuota e silenziosa senza nessuno cui chiedere un’informazione (perché il biglietto si fa alla macchinetta automatica) e l’annoso problema del parcheggio: dei 270 stalli promessi dal Comune (e co-finanziati con 3 milioni di euro da Regione) non c’è ancora traccia se non una spianata fangosa. Così a chi azzarda a voler prendere il treno, non resta l’assalto selvaggio ai pochi stalli di via Scalabrini.
2 Commenti
L’importante era l’ennesima inaugurazione, che poi sia realmente pronta è un altro problema.
Appunto: la frase “la linea Milano Cadorna-Saronno-Como Lago (Trenord) con la Milano-Como-Chiasso (Ferrovie dello Stato)” scritta così non ha coerenza.
Le alternative sarebbero:
“la linea Milano Cadorna-Saronno-Como Lago (FerrovieNord) con la Milano-Como-Chiasso (Rete Ferroviaria Italiana)”;
“la linea Milano Cadorna-Saronno-Como Lago (Trenord) con la Milano-Como-Chiasso (Trenord/Trenitalia)”.
Grazie.