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Campo Coni, dopo la polemica replica del delegato: “La struttura non è nostra”

Dopo la lettera (firmata ma con richiesta di anonimato) giunta qualche giorno fa in redazione, pronta è arrivata la replica. Qui il primo capitolo:

E oggi la missiva di Katia Arrighi, delegato Coni, cui abbiamo chiesto una replica:

Ho letto l’articolo in cui un  presunto dirigente anonimo, afferma che da parte del Coni Como vi sia un totale disinteresse alle sorti del Campo Coni. 
La lettera è anonima e questo desta non poche perplessità. Dietro l’anonimato ci cela sempre chi ha qualcosa da nascondere.  Avrei preferito una lettera firmata perchè avrei direttamente chiamato il firmatario dicendogli” ti invito da me a bere un caffè e ne parliamo, civilmente, pacatamente e con cortesia”. Celarsi dietro l’anonimato per attaccare il prossimo è veramente inelegante.

Ho risposto brevemente su Facebook, il giornale mi ha chiesto una replica scritta, a cui non mi sottraggo. Chiunque mi abbia chiamato o voluto vedere in questi mesi,  ha ricevuto sempre una risposta e non mi sono mai sottratta ad incontri o chiarimenti.

Il presunto dirigente non mi ha chiamata o saprebbe già la risposta: il Campo Coni non è proprietà del Coni e il Coni non ha competenza alcuna su quell’impianto. Circostanza che non può essere ignota a un dirigente del territorio. Se ha partecipato, come dice, alle riunioni con il mio predecessore, sa perfettamente di chi è la proprietà perché il mio predecessore sul punto è sempre stato chiaro: non è di proprietà del Coni. Se non lo sa significa che quando partecipava alle riunioni sonnecchiava o era distratto. Peccato. Se fosse stato attento avrebbe evitato questa lettera priva di ogni fondamento logico e giuridico. 

Marco Galli, a destra, con il collega di giunta Francesco Pettignano

Se si vogliono informazioni sul Campo Coni è semplice. Basta chiamare in Comune o chiamare l’Assessore Marco Galli e verranno date tutte le informazioni del caso. Perché l’Assessore sta facendo un lavoro splendido e quando tutto sarà terminato i meriti andranno solo ed esclusivamente a lui , un ottimo assessore allo sport che sta facendo tanto per la nostra città.

Ci sono state riunioni e incontri in cui se ne è parlato, e tanto. Forse il dirigente era impegnato altrove e non aveva il tempo di partecipare, e me ne dispiace. O forse ha partecipato sonnecchiando come quando partecipava agli incontri con il mio predecessore.

Riguardo al “giacente” progetto del mio precedecessore e dell’architetto Colombo ( professionista stimato che gode della mia massima stima e rispetto),  probabilmente la proprietà ha scelto per una altra soluzione. Il Coni non può imporre nulla su una proprietà non sua. 

Spero che la polemica si plachi e che il dirigente venga da me a parlare tranquillamente: caro dirigente ti aspetto al Coni , ma ti avrei accolto volentieri anche senza dovere passare per un giornale. Il mio numero di cellulare è sempre disponibile e ho sempre risposto a tutti quelli che mi hanno chiamato.  Citi Alberto Botta. Fu un grande uomo e fu lui, anni fa, ad introdurmi al Coni . A lui va il mio pensiero, la mia preghiera e il mio rispetto  per ciò che ha rappresentato per Como e per lo Sport. Non è stato elegante da parte tua citare un morto in una lettera del genere. I morti si lasciano stare.
Ti aspetto al Coni quando vuoi.  
Cordialmente 
Katia Arrighi

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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3 Commenti

  1. Credo che si stia facendo un po’ di confusione. La mail anonima parla del disinteresse del Coni per il futuro dell’ex impianto sportivo del Palazzetto di Muggiò, mentre la delegata provinciale Katia Arrighi, risponde per quanto riguarda del campo d’atletica leggera situato ad un centinaio di metri di distanza, e completamente indipendente da quel che si contestualizza. Mi permetto di intervenire nella questione, avendo con la mia società sportiva Club Atletica Pesante Como, per oltre quarant’anni usufruito come sede di allenamenti e anche per alcune competizioni, della palestra dedicata agli sport da combattimento nel vituperato e famigerato Palazzetto di Muggiò. Nonostante la reale fatiscenza di quel luogo, in modo particolare nell’ultimo decennio della sua vita, sono riuscito ad insegnare la lotta olimpica a decine di ragazze e ragazzi comaschi, portando alcuni di loro a livello agonistico internazionale. Questo dimostra che se si ha voglia di emergere nel mondo dello sport, a tutto si può arrivare, avendo almeno una minina possibilità per poter svolgere gli allenamenti. Ma se manca anche quello; allora siamo nell’anticamera della fine! La nostra città ha necessità estrema di luoghi dove poter fare sport, nel senso più classico della parola. A occhio e croce, credo che Como sia l’unico capoluogo di provincia d’Italia senza un palazzo dello sport degno di questo nome all’interno del proprio territorio comunale. Tutto ciò assume una dimensione grottesca, e mi fa dispiacere scoprire che la delegata Coni prenda lucciole per lanterne parlando di luoghi assolutamente al di fuori della discussione. Il dovere del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni) è quello di promuovere lo sport praticato in ogni sua forma, in funzione della formazione di atleti che un giorno possano anche giocarsi la carta per concorrere ad una qualificazione olimpica. Oltre a Katia Arrighi, sarebbe il presidente del Coni Regionale, nella figura di Oreste Perri, a doversi interessare a questa gravissima problematica che tocca il nostro capoluogo da oramai troppi anni. Maurizio Casarola

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