Più di uno chef comasco dirà: l’acqua calda e la sua scoperta. E i pescatori lariani diranno la stessa cosa. Fatto sta che è comunque uno spottone mica male Carlo Cracco che in un’intervista a Repubblica dichiara: “E’ il momento di riscoprire il pesce di lago”. Il ragionamento di Cracco è chiaro, spiega al quotidiano: “È una sfida sicuramente molto interessante. Siamo in Lombardia, in un territorio che è ricco di laghi. Il pesce di lago è sempre stato un po’ bistrattato, mai valorizzato in modo serio. Noi stiamo invece cercando di avere sempre all’interno del menù un aspetto legato alla tradizione delle regioni in cui lavoriamo, in questo caso anche il pesce di lago”.
E alla domanda “È questo il nuovo lusso? Quello che ci sta mostrando anche a Dinner Club? Ingredienti locali, piccole produzioni famigliari. Cose a cui è difficile dare un prezzo”, Cracco risponde: “È esattamente questo. Sono le persone a fare la differenza, quelle che mantengono in vita un territorio e le sue tradizioni. Per noi cuochi sono importanti fattori come la tradizione, il sapore, il gusto, l’unicità, ma vanno unite alla capacità, alla ricerca, allo studio. Credo che sia ormai una delle cose più belle e interessanti di questo lavoro”.
6 Commenti
.Perfettamente ragione, Stefano, ma non è colpa dei cuochi in genere, è colpa di certi personaggi, di chi vede le madonne, ti fanno vedere la luna nel pozzo. Il pesce di lago non è una novità che viene consumato dappertutto, come quello di fiume. Non è verbo divino quello che dicono, solo mode per lucrare, prezzi sproporzionati
“spottone”
Lo “sotto e” direi che sopratutto è per il fuoco in questione, visti i noti gravi problemi economici nei quali si dibatte…
Ci voleva questo…
Il famoso pesce di lago alle microplastiche…
Basta con i cuochi ci sono cose e persone molto piu importanti a cui dare evidenza…
Smettimola di dare importanza a chi non ne ha e lasciare che chi vale qualcosa debba andarsene da questo paese.