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Cena proibita alla Pinetina, il titolare: “No comment”. Mauro Elli: “Rispettare le regole ma capisco la disperazione”

La notizia del ristorante La Pinetina di Appiano Gentile che ha accolto 40 clienti sabato sera nonostante fossimo ancora in Zona Arancione – multato e chiuso per cinque giorni – sta già facendo scalpore.

C’è chi sostiene la scelta del locale, mostrando solidarietà al titolare in un momento difficilissimo per il settore ristorazione che dura da ormai un anno, e chi invece la contesta sottolineando il mancato rispetto delle normative.

Covid – Appiano, quaranta persone a cena al ristorante della Pinetina: tutte multate, locale chiuso per cinque giorni

Poi, ancora, c’è chi considera la decisione irrispettosa nei confronti di tutti i colleghi che, seppure nelle difficoltà oggettive che stanno affrontando, non vanno contro i decreti e le regole stabilite per i vari “colori” delle Regioni.

Per cercare di capire il perché delle decisione di aprire lo scorso sabato sera, abbiamo contattato il titolare del locale di Appiano Gentile, Denny Amabile. Il quale, però, ci ha risposto che preferisce non esprimersi al momento sulla vicenda.

Il no comment impedisce di capire, ma forse, come sostiene Mauro Elli (vicepresidente di Fipe-Confcommercio Como e chef stellato del ristorante Cantuccio di Albavilla) si tratta di una scelta “dettata dalla disperazione”.

“Io sono assolutamente contrario alle aperture senza una normativa che lo permetta – premette Elli – non ho nulla contro la persona specifica che ha aperto sabato sera, non mi permetto di criticarla in alcun modo, ma ci sono delle regole e vanno rispettate. Ovviamente siamo tutti in disaccordo con la situazione e le decisioni prese con i vari decreti, bisogna però operare nell’assoluta legalità. In generale, io sono contro tutte le iniziative come la protesta #ioapro di un paio di settimane fa”.

Nonostante Elli si ponga fermamente dalla parte della legge, non manca la solidarietà verso il collega.

“Dispiace vedere che un ristoratore venga sanzionato – afferma – ma soprattutto dispiace che si sia spinto a trasgredire le regole pur di sopravvivere. Io credo, infatti, che la scelta di aprire sia legata a una questione di disperazione e di esasperazione. Succede perché uno non ha le idee chiare, non ci hanno dato spiegazioni logiche per la chiusura serale e quindi capisco che alcuni colleghi siano portati ad andare contro le restrizioni, anche se non lo condivido”.

Per Elli, sicuramente non si tratterebbe di una mancanza di rispetto nei confronti dei colleghi: “Credo che la persona non abbia mancato di rispetto nei nostri confronti – spiega – ma verso se stesso per una situazione che probabilmente non poteva più sopportare. Nella disperazione trova il mio conforto, dopo un anno così lo comprendo. Purtroppo, se il semaforo è rosso non si può passare e ci si deve fermare”.

“Dobbiamo cercare di fare in modo che il semaforo sia verde quanto prima – conclude – le chiusure serali hanno mandato in crisi molti locali, io stesso sono stato discriminato con questa decisione. Chi decide dovrebbe però darci spiegazioni sensate, è una situazione che dura da troppo tempo ormai. Noi vogliamo stare dalla parte della legge, aiutare a far sì che questa crisi sanitaria finisca al più presto. Vogliamo essere persone serie e continuare a fare il nostro lavoro, la nostra scelta di vita”.

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