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Cernobbio, i lockdown spazzano via una scelta di vita. “Zero entrate da marzo, scelta obbligata”

Dopo sei anni chiude i battenti un negozio unico nel suo genere, non solo a Cernobbio ma in buona parte del Comasco, il K2o Sport a Cernobbio di Fabio Algarotti, specializzato nella vendita di articoli sportivi in particolare legati a alpinismo, speleologia, canyoning, subacquea, triathlon e mountain bike, oltre al servizio di noleggio e-Bike.

“Ho una moglie libero professionista, due bimbi e una casa e ho zero entrate dallo scorso marzo – racconta il titolare – non posso più permettermi di vedere soldi uscire per le spese fisse senza guadagnare nulla. Per quanto ancora posso aprire il portafoglio per mantenere il negozio?”.

L’attività di Fabio è estremamente di nicchia ma trovandosi sul Lago di Como ha sempre funzionato bene.

“Quando ho aperto non esisteva nulla di simile nella nostra provincia – racconta Algarotti – così ho deciso di trasformare le mie passioni in un lavoro. E ci ero riuscito perché il negozio ha sempre lavorato. E’ chiaro, non era un’attività che portava grossissime entrate ma al netto delle spese il mio stipendio c’era sempre. Avevo fatto una scelta di vita: essere libero professionista lavorando con le mie passioni e con gli orari che preferivo e ottenendo uno stipendio onesto”.

Una formula che ha funzionato benissimo fino a che non è arrivato il Covid. “Senza turisti stranieri sul territorio è stata spazzata via buona parte dei miei clienti che spesso arrivava dalla mia altra attività, quella di guida in mountain bike – prosegue il titolare del negozio – e anche i clienti abituali in questo momento, non potendo uscire, non spendono per le loro passioni sportive. Non avendo sostanzialmente ricevuto aiuti dallo Stato, sono costretto a fare questa scelta”.

Un taglio netto che avverrà a fine anno. “Al momento è tutto in liquidazione poi al 31 dicembre chiuderò definitivamente i battenti – spiega Fabio che però non si perde d’animo e guarda al futuro – con la situazione attuale non so cosa farò domani, anche i colloqui di lavoro sono fermi nella maggior parte dei casi. E’ molto difficile che aziende legate al mio settore, lo sport, assumano in questo momento. Al momento vivo giorno per giorno, so che è un rischio chiudere senza sapere cosa accadrà domani. Provo grande dispiacere perché avevo dedicato tantissimo alla mia attività, in termini di denaro ed energie, e la chiusura obbligata non è dipesa da me”.

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3 Commenti

  1. Il lockdown non è la causa ma l’effetto di questa terribile pandemia, senza il lockdown perderemmo molto di più delle nostre attività, si invoca l’aiuto dello stato che spesso non arriva rischiando di finire preda degli strozzini, e già si parla di nuove tasse per far fronte alle entrate che non ci sono più, gli unici per ora tranquilli sono statali e pensionati ma se lo stato non incassa come farà poi a pagare pensioni e stipendi?

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