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Henkel, è sciopero nazionale il 17 febbraio. Il sindaco Rusconi: “Rimandare la chiusura a giugno 2022”

AGGIORNAMENTO 17.05 

Henkel, è sciopero nazionale il 17 febbraio.

I sindacati avevano anticipato che avrebbero proposto l’iniziativa per tutto il gruppo e così è stato. “Il Coordinamento sindacale del gruppo ha deciso di proclamare lo stato di agitazione permanente e, per il giorno mercoledì 17 febbraio una giornata di sciopero in tutte le realtà Henkel in Italia – hanno comunicato poco fa – Si proclama inoltre il blocco di tutte le flessibilità e di tutte le prestazioni straordinarie per tutto il gruppo”.

Di seguito la nota integrale inviata da Cgil, Cisl e Uil:

La multinazionale tedesca Henkel ha comunicato ieri la decisione di chiudere lo stabilimento di Lomazzo (COMO) entro giugno 2021.

Nato nel 1933 come Società Italiana Persil, è stato il primo sito produttivo in Italia del gruppo Henkel.
Le motivazioni comunicate dalla direzione, fanno riferimento ad un calo di produzione a livello italiano, cosa smentita da loro stesse dichiarazioni di solo due mesi fa, che evidenziavano le capacità produttive del sito di Lomazzo, che ha sempre risposto con efficienza e tempestività alle necessità produttive.

La sua chiusura avrebbe un enorme impatto sociale (circa 150 persone coinvolte tra dipendenti diretti Henkel e appalti collegati) ed economico in un territorio che vista la forte presenza di industrie tessili, le più colpite dalla fase pandemica, rischia già di vivere una diffusa condizione di difficoltà.

L’azienda opera in un comparto, quello della detergenza, che nell’ambito del gruppo non registra andamenti negativi dei volumi, inoltre in una fase come quella che stiamo vivendo la responsabilità sociale delle imprese, richiamata anche nelle indicazioni del Contratto Nazionale del settore chimico, viene completamente disattesa.

Pertanto il Coordinamento sindacale del gruppo, ha deciso di proclamare lo stato di agitazione permanente e, per il giorno mercoledì 17 febbraio una giornata di sciopero in tutte le realtà Henkel in Italia.
Si proclama inoltre il blocco di tutte le flessibilità e di tutte le prestazioni straordinarie per tutto il gruppo.

Attiveremo tutte le iniziative necessarie con l’obiettivo di far cambiare la decisione della multinazionale.

ORE 16.30

La chiusura dello stabilimento Henkel di Lomazzo, annunciato ieri dai rappresentanti della multinazionale tedesca, ha lasciato tutti senza parole.

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A rischio ci sono 150 lavoratori – secondo quanto riferito dal Comune di Lomazzo, 81 sarebbero dipendenti diretti di Henkel, 14 di Alpla (l’azienda che si occupa degli imballaggi), altri di imprese esterne che si occupano di manutenzione, logistica e servizi come la mensa – che a giugno 2020 potrebbero rimanere senza impiego.

Subito si sono attivati i sindacati (lo abbiamo raccontato qui) e nella serata di ieri si è svolta l’assemblea dei lavoratori. Ma anche il sindaco di Lomazzo, Giovanni Rusconi, è preoccupato per le conseguenze che questa decisione avrà sia sul territorio sia sui cittadini e si è già mosso per cercare una soluzione.

“La decisione è stata presa dalla casa madre di Dusseldorf motivando che nel lungo periodo l’azienda non avrebbe una produttività congrua con l’utile ma addirittura andrebbe in perdita – premette il primo cittadino – attualmente la produzione è in attivo e quindi non è una scelta dettata dalla crisi. Mi stupisce e lascia perplesso la tempistica con cui è stata comunicata la decisione, con così pochi mesi di preavviso, vista la non urgenza della chiusura”.

Considerato il periodo che stiamo vivendo, perdere il posto di lavoro sarebbe ancora più drammatico per tutte le famiglie coinvolte. Nonostante l’impegno annunciato da Henkel per il ricollocamento di occupazione, la situazione dunque non è rosea.

“Henkel ha parlato di 35 posti per ricollocare i lavoratori a Roma, inoltre due aziende legate a Henkel sono disposte ad assumere una decina di persone a Bergamo – osserva Rusconi – e ci saranno ammortizzatori sociali per chi è prossimo alla pensione. Ma parecchie persone rimarranno senza lavoro. Ci sono problematiche serie nel trasferire una famiglia, è una strada difficilmente perseguibile per la maggior parte dei lavoratori che risiede a Lomazzo”.

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Quindi, come intervenire? “La settimana prossima avrò un incontro col rappresentante dei lavoratori e il Prefetto – così il sindaco di Lomazzo – per vedere se si riesce almeno a tamponare la situazione in questo periodo di emergenza sanitaria. Dobbiamo convincere Henkel che la decisione deve essere rimandata di almeno un anno. Purtroppo mi rendo conto che la strada è in salita, perché l’Italia è l’unico paese in Europa con due sedi produttive, ma è lecito chiedere di posticipare la chiusura oltre il periodo pandemico”.

Inoltre, Rusconi si è attivato personalmente per cercare di coinvolgere le istituzioni a livello nazionale.

“Per noi lo stabilimento Henkel ha un valore storico, la sua chiusura è un danno di immagine oltre che ovviamente oggettivo per chi vi lavora – afferma – e quando si nomina Henkel, tutta Italia sa di cosa stiamo parlando. Ritengo che anche gli uffici romani e le sedi parlamentari debbano avere la giusta attenzione per quanto sta accadendo, come stiamo facendo noi a livello locale. Ho anche coinvolto alcuni onorevoli che dovrebbero partecipare all’incontro coi rappresentanti dei dipendenti, tra cui Nicola Molteni ed Eugenio Zoffili”.

Proprio in merito alla rilevanza della notizia a livello nazionale, si è espressa nelle scorse ore anche la deputata comasca del Pd Chiara Braga. Di seguito la nota integrale del parlamentare:

Una decisione che sorprende e sconforta un intero territorio e che soprattutto getta nell’incertezza lavorativa i 150 dipendenti della Hekel di Lomazzo e le loro rispettive famiglie, ai quali esprimo la mia solidarietà. In un momento già duro per gli effetti che la pandemia da Covid-19 sta causando al tessuto produttivo locale e nazionale, la decisione annunciata dei vertici della multinazionale tedesca Henkel di chiudere lo stabilimento di Lomazzo, se fosse definitivamente confermata, avrebbe un impatto economico e sociale devastante. Da parte mia e del Partito Democratico, la massima attenzione affinché si trovino margini di intervento per cercare di risolvere i problemi che hanno portato ad una così drastica e fulminea decisione. E’ importante lavorare insieme per cercare di superare, con spirito di responsabilità e disponibilità di tutti, le difficoltà del fare impresa oggi e ricompattare quella comunità di lavoro fatta di dirigenti, dipendenti e operai che per 87 anni ha continuato ad operare sul territorio, diventando parte della storia economica e industriale della nostra collettività.

Anche Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Partito Democratico, ha commentato la vicenda:

La chiusura dello stabilimento Henkel di Lomazzo, annunciata oggi dall’azienda e prevista per giugno, è un’eventualità grave che avrà un impatto sociale ed economico disastroso per la nostra provincia. Per questo ho richiesto che l’azienda venga convocata urgentemente in Commissione Attività Produttive di Regione Lombardia, insieme ai sindacati, per poter aprire un confronto che prima di tutto eviti la chiusura e protegga i 150 lavoratori a rischio licenziamento. Davanti a questa emergenza, il compito di Regione Lombardia e il dovere di politica e istituzioni deve essere quello di mediare tra le parti coinvolte nella vicenda. L’epilogo non può e non deve essere il licenziamento dei lavoratori attualmente impiegati in Henkel o negli appalti connessi allo stabilimento. Non possiamo lasciare centinaia di famiglie da sole e in estrema difficoltà, specialmente in un momento di crisi così forte come quello che stiamo passando

Ancora, la questione è stata commentata dal consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Raffaele Erba:

Non appena ho appreso questa pessima notizia mi sono attivato per chiedere audizione della proprietà, dei lavoratori e delle parti sociali in IV Commissione. E’ sconcertante pensare che 150 persone rischiano di rimanere senza lavoro e che il primo stabilimento della Henkel, presente sul territorio comasco da quasi 90 anni, potrebbe chiudere i battenti. Un’azienda storica di tali dimensioni non può abbandonare il territorio come se nulla fosse. Qui ci sono in ballo le vite e il futuro di molti lavoratori e lavoratrici, insieme alle loro famiglie che noi tutti, rappresentanti sindacali e istituzioni, abbiamo il dovere di tutelare. Ho chiesto al Presidente della IV Commissione Marco Senna di calendarizzare con la massima sollecitudine un incontro in Regione Lombardia. Il mese di giugno non è lontano e bisogno agire rapidamente per scongiurare gli effetti drammatici dei licenziamenti e trovare una soluzione positiva.

A riguardo si è espresso, inoltre l’onorevole Giovanni Currò Vicepresidente della Commissione Finanze della Camera:

Lo stabilimento Henkel di Lomazzo è una realtà storicamente radicata nel nostro territorio, con i suoi 81 dipendenti e i suoi fornitori, tutte piccole e medie imprese locali. La decisione dell’azienda appare inaspettata, considerato il suo livello di produttività che, a quanto ho appreso, risulterebbe addirittura aumentato nonostante questo periodo di difficoltà sanitaria. Ho già preso contatto con le parti sociali che mi hanno espresso l’enorme preoccupazione e lo stato di agitazione che stanno oggi vivendo le lavoratrici ed i lavoratori dello stabilimento. Occorrerà comprendere quali siano le reali motivazioni che hanno spinto ad una scelta così drastica da parte dell’azienda, per poter attivare tutte le più opportune iniziative a tutela di questa realtà produttiva del nostro territorio.

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