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Como, il quartiere è isolato da 4 mesi: la storia dello studente che ogni mattina attraversa i boschi per andare a scuola

A volte certe storie spiegano più di mille articoli, mille dibattiti, mille polemiche i disagi dei cittadini. E il caso della vicenda che ci arriva oggi dal genitore di uno studente residente a Civiglio, costretto – pur di andare a scuola – ad affrontare sul terreno (letteralmente) le pesantissime conseguenze dello smottamento che dal 15 maggio scorso ha semi isolato il quartiere di Como in collina (e che lascerà la zona così almeno fino al 2025, poiché dopo il mancato intervento dei privati ora tocca al Comune mettere in sicurezza la zona dello smottamento, addebitando poi i costi).

Ebbene, il video che abbiamo ricevuto e pubblichiamo qui sotto è davvero più eloquente più di qualsiasi altra cosa. Il filmato illustra, passo dopo passo, il percorso che ogni mattina uno studente del quartiere (come altri) è costretto a fare tra boschi, scale e stradine dissestate per raggiungere il bus e poter andare a scuola a Como centro. E viceversa.

“Si deve attraversare un bosco in cui vivono cinghiali, mufloni e altri animali che possono arrecare gravi danni a cose e persone – ci spiega il genitore del giovane – Provate a incontrare un cinghiale davanti a voi, poi mi saprete dire che sensazione si prova…”.

Il video è stato realizzato alle 8.30 del mattino di oggi (“ma pensate a “come sarà tra un paio di settimane alle 7 del mattino”) e il percorso più breve per raggiungere il bus per Como da Via Tofane, zona di partenza del ragazzo, “perché altrimenti o si va a Brunate e si scende fino al bivio per Civiglio oppure di deve andare fino a via Maraya per prendere il bus che passa da Ponzate”. Per lettere, segnalazioni, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com o al whatsapp 335.8366795 o alla nostra pagina facebook.

E sempre il genitore sottolinea come il problema non riguardi solo suo figlio, ovviamente: “Inoltre chi frequenta l’università a Milano e deve essere nell’ ateneo alle 8.30 deve farsi il bosco alle 6 di mattino per prendere il bus, perché parcheggi vicino alla Ferrovia dello Stato non ce ne sono più (il riferimento è ai 200 posteggi MetroPark chiusi dal 1° settembre per il cantiere del nuovo hotel, ndr).

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16 Commenti

  1. Il silenzio del Comune su questa spinosa questione è imbarazzante, come è imbarazzante la lentezza per giungere a una soluzione del problema viabilistico.
    Civiglio, anche a causa delle numerosi suv che ogni mattina accompagnano giovani studenti sulla soglia della rinomata scuola primaria, ma anche a causa dell’unica e strettissima via di accesso (via Ghislanzoni), sta vivendo un momento non particolarmente memorabile.

  2. Ma che menata con sti animali che sono pericolosissimi. Gli unici pericolosi camminano eretti, su due zampe.

    1. Probabilmente corro più rischi io quando attraverso la piazza davanti alla stazione centrale di Milano, quando appena fa buio

  3. Che si debba essere costretti a fare quel percorso, obbligatoriamente, visto che la strada è chiusa è una vergogna, ma non mettiamo di mezzo gli animali…anche perchè, io in quei boschi ci vado almeno una volta alla settimana e non c’è nessun pericolo.
    Cinghiali e mufloni, da me incontrati più volte, appena si accorgono della presenza umana scappano frettolosamente.

  4. La nota proprietatria del terreno dovrebbe vergognarsi di averlo lasciato andare allo sfascio pur essendo stata sollecitata dal Comune negli anni precedenti alla frana.

    1. La proprietaria ha le sue responsabilità, ma qui il grosso problema è il mancato intervento tempestivo del Comune che a tutela della collettività avrebbero dovuto intervenire nell’immediato e poi eventualmente (perché gli accertamenti tra le responsabilità sono d’obbligo) imputare ai responsabili i costi sostenuti.

    2. La causa della frana sono le piante o la “geologia” della zona ?
      E’ colpa della proprietà se la montagna frana ?
      Se dovesse pagare lei 300.000 euro cosa farebbe ?

      Io di sicuro opterei per un’azione legale verso il comune per condividere almeno parte delle spese ed evitare di fare il benefattore di un ente che di soldi ne ha tanti …… che spesso vengono sperperati (es. Politeama)

    3. Caro Roberto io vivo in quella zona va bene la
      Proprietaria che come a tuo dire è stata già segnalata per la mancata manutenzione da anni . Ma vogliamo parlare del comune ??? Sai da quanti anni segnaliamo mancate manutenzioni e silenzio totale ? Sai da quanti anni devono asfaltare una via fresata per tale scopo e mai fatta ? 2 anni sai che è nel
      Piano asfalti di quest’anno e ancora non si è visto nessuno ? Sai che probabilmente salta ancora ? Fatti un giro e vedi in condizioni è la strada . I residenti per passare a volte fanno le manutenzione . Se non conosci le problematiche per favore non sindacare grazie .

    4. Lei non sa cosa dice!
      il Comune può intervenire su beni privati quando gli stessi mettano a rischio la sicurezza e salute pubblica; poi si rifà dei costi sostenuti sul proprietario. Il vero problema è che si tratta di un bosco che non vale nulla dal punto di vista economico ed è per questo che il sindaco non interviene, mette a disagio un quartiere perché sa che non recupererà mai i costi di messa in sicurezza.
      questo non si chiama amministrare per il bene pubblico ma semplicemente, amministrare per il proprio interesse narcisistico per sbandierare conti e numeri in positivo senza alcun significato come quando parla di razionalizzazione.

  5. Ma aprire metà carreggiata a turni alterni o un piccolo corridoio pedonale è troppo difficile ?????

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