“Ormai a Como pare di stare in un episodio di “Ai confini della realtà” dopo che abbiamo potuto apprendere che il bando per la bonifica dell’ex area della Ticosa è tutto da rifare”.
Così attacca il capogruppo dem del Cernezzi, Stefano Fanetti. La notizia dell’ennesimo flop Ticosa è deflagrata in queste ore.
Per stessa ammissione del Comune di Como, con nota ufficiale, tutto è a zero: bonifica, recupero area, futuro.
Qui i dettagli precisi:
“Nel corso degli ultimi due anni -accusa l’esponente Pd – sono state fatte conferenze stampa trionfali, sono stati presentati roboanti “masterplan” ma in realtà il piano di recupero della Ticosa da parte dell’amministrazione comunale era “bacato” fin dal primo momento. Siamo nuovamente a zero e, contrariamente a quanto sostenuto pubblicamente dall’assessore Galli, non sarà possibile passare l’incarico alle altre aziende in graduatoria”.
Quindi indice puntato, conclude Fanetti: “Landriscina&Co hanno fatto perdere alla città almeno un anno, promettendo tutto ma lasciandoci con un pugno di niente. A questo punto esigiamo chiarezza: perché sono stati commessi errori così gravi? Perché non sono stati corretti per tempo? Di chi è la responsabilità? Sindaco e assessore rispondano subito. Oggi i comaschi hanno ancora più chiara l’incompetenza della giunta in grado solo di tergiversare su questa e su altre questioni chiave come la piscina di Muggiò. Ora la misura è colma: nel 2019 il Comune prometteva di restituire l’area dell’ex Ticosa ai cittadini. Si sono presi gioco di una città intera per tutto questo tempo”.
3 Commenti
Assessore, poi dirigente, poi funzionario…
Eredità di bruni, passata dal governo PD 2012-2017..ma promettere la risoluzione del problema ticosa in campagna elettorale porta sfiga..poi sfoggiare il masterplan con impegno dei pubblici uffici..che spreco. Subito coprire tutto e ripristinare i parcheggi a raso
In realtà la misura è stracolma. Questi non ne azzeccano una neppure per sbaglio. D’altro canto, il bravo Fanetti e gli amici del PD dovrebbero fare un minimo di mea culpa. Il partito di maggioranza relativo in città, se non sbaglio, avrebbe dovuto far sentire di più la propria voce. In modo gentile ma non troppo gentile. Non dico che avrebbero dovuto fare i teatrini con Megafono e distintivo che fecero Lega e Fratelli d’Italia per l’emergenza migranti accusando il povero Lucini di organizzare gite turistiche per extracomunitari. Tra l’altro, ma è un altro discorso, chissà cosa sarebbe rimasto di questi trucidi e incattiviti benpensanti razzisti se avessero incrociato i famigerati “idraulici” degli anni ’70. Non dico quello. Ma almeno un cartello piccolo piccolo con scritto INCAPACI CIALTRONI, almeno quello, con gentilezza, ma almeno quello!