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“Codardo”, “volgare provocatore”, “L’idiota”, “si trovi un amico”. L’aula dei pugnali volanti

Fino a dove potrà arrivare lo scontro verbale, il “gioco” a sfiorare l’insulto, la mazza chiodata sulle reciproche gengive, almeno in termini di lessico e mimica, tra il consigliere di opposizione Alessandro Rapinese e il sindaco Mario Landriscina? Difficile dirlo, ma sicuramente ieri sera in consiglio comunale si è stabilita una nuova frontiera dello scontro tra i due irreconciliabili avversari.

Un incendio di parole che nasce da lontano – forse già con l’esito delle elezioni di due anni fa – ma che nelle ultime sedute di consiglio comunale, indicativamente da quando è scoppiato il caso delle nomine sindacali nelle società partecipate (dalle dimissioni di Gianluigi Rossi da Csu e di Paolo Lanzara dal collegio sindacale di Acsm Agam, per disavventure giudiziare passate o in corso) si è inasprito come non mai.

Peraltro, ieri sera – emendata – è stata approvata la mozione di Svolta Civica che impegna sindaco e giunta a modificare i criteri di scelta per i candidati alle nomine, con l’indicazione anche dei carichi pendenti.

Da inizio novembre, Rapinese incalza ogni lunedì sera Landriscina sull’origine di quelle scelte, con tanto di interrogazione in cui cui chiede al sindaco “se abbia affidato incarichi a pregiudicati e se all’inizio del mandato abbia verificato carichi pendenti e fedina penale”.

“Abbiamo qualcosa da nascondere? – ha ribadito anche ieri il consigliere – Perché non ha voluto che si potessero trovare sul sito del comune anche i curriculum degli esclusi?”. In assenza di una risposta diretta in aula, Rapinese ieri ha rilanciato.

“Io vedo uno di quei bambini che si fregiano di lanciare il sasso e non solo nascondere la mano, ma nascondersi completamente – ha detto il consigliere rivolto a Landriscina – rifiutando anche di rispettare questo consiglio comunale e le sue regole che vedono un sindaco non avere atteggiamenti codardi ma che risponde alle domande”.

“Perché atteggiamenti del genere sono codardi – ha proseguito Rapinese – Accusare, lanciare il sasso e nascondersi è roba da codardi, le persone perbene rispettano le regole. Dunque sono a chiederle nuovamente di prendere quel microfono, alzarsi in piedi e rispondere alla mia interrogazione. In quest’aula atteggiamenti da codardi non dovrebbero esistere”.

Ma questa volta, benché senza scomporsi, il sindaco ha replicato tono su tono. Anzi, con toni pesantissimi, sebbene sul filo del sarcasmo velenoso.

“Non sapevo leggesse Dostoevskij, non si direbbe – ha iniziato Landriscina, parafrasando la formula generica “utile idiota” usata in altri contesti da Rapinese e rimandando a sua volta a “L’idiota”, opera dello scrittore russo – Nonostante la sua arroganza, la sua ira, lei può scaldarsi quanto vuole ma io la guardo con il concetto della pietas romana che è un esercizio quantomai attuale”.

E ancora: “Per quanto lei si possa sbizzarrire, minacciare, fare uno sciopero, una manifestazione, incatenarsi ai cancelli del Comune, scatenare la sua ira, invocare qualsiasi cosa, io la ignoro. Le risposte si danno a chi le merita. Lei è un volgare provocatore, ha scelto questa strada, non supererà mai il lutto di non essere stato eletto (sindaco, ndr). Ci riproverà, temo che il buonsenso prevarrà, si alterneranno molte persone al mio posto. Forse lei vorrebbe un duello, ma io non le rispondo”.

“Se mi dà del codardo – ha continuato il sindaco – il codardo non le risponde perché [lei] lo deve meritare. Si dia pace, urli quanto vuole, io non le rispondo. La guardo pacificamente, con un distacco tale che lei può arrabbiarsi, insultare, spaccare le sedie, perché lì può fare vedere tutta la sua energia, la sua forza, la sua valenza, la sua potenza. Quanto urla: deve farsi apprezzare per quello? Lo faccia. Si sfoghi, ma trovi un buon amico che le dia qualche buon consiglio perché ne ha davvero bisogno. Ho detto un amico, potevo anche fantasticare oltre”.

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3 Commenti

  1. Ogni scusa è buona quando si è colpiti nel vivo e non si sa o non si può rispondere .Perchè ha nominato costoro ?non è difficile a meno che….

  2. Quanto rimpiango la Prima Repubblica, grandi battaglie politiche anche all’ora, ma sempre il massimo rispetto personale fra i contendenti, chi insulta, al di la’della validità delle motivazioni, ha già perso.

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