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Comaschi ricchi e tra i più tassati, dice la classifica. Ma Esposito: “Ecco i veri stipendi in sanità, scuola e vigilanza”

Sono davvero così ricchi i cittadini comaschi? Secondo la fotografia fatta dalla Cgia Mestre sui redditi del 2021 chi vive in città e sul Lario è tra i più ricchi d’Italia, ma pure tra i più tassati. Como si trova all’ottavo posto su scala nazionale con 25.508 euro e una tassazione media di 5.902 euro, un po’ meno dei cugini di Lecco. Sono però i residenti della Città metropolitana di Milano i contribuenti Irpef più tartassati d’Italia. Nel 2021 hanno versato all’erario un’imposta media sui redditi delle persone fisiche pari a 8.527 euro. Seguono i soggetti Irpef di Roma con 7.092, di Monza-Brianza con 6.574, di Bolzano con 6.472 e di Bologna con 6.323. I meno “vessati” del Paese, invece, sono i residenti della Sud Sardegna con 3.338 euro. Il dato medio nazionale, invece, si è attestato sui 5.381 euro. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che ha messo a punto la graduatoria per importo Irpef medio versato all’erario dai contribuenti italiani suddivisi per le 107 province presenti in Italia.

Questa fotografia dei comaschi così ricchi non convince però il segretario della Uil del Lario, Dario Esposito.
“Inutile che dica che quando si fa una media ponderata o aritmetica, non si può rendere lo stato di fatto e soprattutto non si considerano gli estremi della forbice. Io posso dire che ci sono tanti settori lavorativi che sono ben sotto la soglia della povertà, in particolare in una realtà come Como città o parte della provincia in cui mancano servizi, alloggi in affitto, un trasporto pubblico adeguato e altro”.

Può darci degli esempi concreti?
Certo, basta prendere gli open data dell’Inps sempre sull’anno 2022. Ci sono diversi settori che soffrono e non sto parlando degli operai delle fabbriche. Tante, troppe categorie pagano i mancati rinnovi contrattuali a livello nazionale. Non ci sono capacità di ascolto e sensibilità.

Quali sono questi settori?
Parliamo ad esempio della Sanità privata, un livello C che ha compiti di vigilanza su anziani e disabili, guadagna 1.419 euro mensili lordi per 13 mesi e 38 ore settimanali. Si tratta di un lavoro di grande responsabilità e usurante. Un “tecnico manuale” sempre nel settore della Sanità privata non arriva a 1.220 euro mensili lordi. Sono settori che aspettano da anni il rinnovo del contratto.

Altri esempi?
Un collaboratore scolastico percepisce 16.400 euro lordi anni. Un insegnante della scuola infanzia 21mila euro lordi. Per Como dobbiamo anche considerare i costi dei servizi. Siamo al sesto posto per il caro affitti e il costo della rata del mutuo. Difficile per dei giovani lavoratori fare un progetto di famiglia o dell’acquisto di una casa. Anche la politica locale e nazionale dovrebbe tutelare questi diritti e bisogni necessari.

Ha ancora qualche numero?
Il contratto collettivo della vigilanza privata, per un 6° livello garantisce una retribuzione di 1.185 lorde per 14 mensilità e 40 ore settimanali. Per uscire dalla povertà vuol dire effettuare tante ore di straordinari. E sperare di non avere spese impreviste.

Poi c’è anche la questione della stabilità del lavoro.
Certo, nei primi tre mesi del 2024 sono stati attivati 2.696 nuovi contratti stagionali. Soltanto 23 sono stati trasformati da stagionali a tempo indeterminato. La certezza di avere una busta paga da gennaio a dicembre in provincia di Como è ancora per pochi.

Per quanto riguarda la tassazione a livello nazionale, nonostante il peso delle tasse negli ultimi anni sia in calo, continuiamo ad avere un livello di pressione fiscale tra i più elevati in Ue. Nel 2023, infatti, solo la Francia, il Belgio, la Danimarca e l’Austria hanno registrato un peso fiscale superiore al nostro. Se a Parigi la pressione fiscale era al 45,8 per cento del Pil, a Bruxelles si è attestata al 45,3 per cento, a Copenaghen al 44,5 per cento e a Vienna al 42,9 per cento. Da noi, invece, ha toccato la soglia del 42,5 per cento. Tra i 27 dell’Ue, l’Italia si è “piazzata” al 5° posto. La Germania, invece, si è posizionata al 10° con una pressione fiscale del 40,6 per cento e la Spagna al 13° con il 37,8 per cento. La media dei Paesi europei è stata del 40,3 per cento; 2,2 punti in meno della media italiana.

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Un commento

  1. Questi sono stipendi da indigenti ecco cosa sono specie quelli del comparto amministrativo della santità, che se si ferma per uno sciopero si blocca tutto, dalle sale operatorie alle esenzioni del ticket alle prenotazioni alle patenti e via dicendo…., ma quando dici sanità si parlo solo e soltanto di medici ed infermieri.

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