“Ma veramente qualcuno può pensare che fare un sondaggio tra i cittadini possa essere d’aiuto per la redazione di un ‘progetto’ per una porzione di città importantissima, quale il lungolago?” È una Lorenza Ceruti furiosa quella che oggi ha affidato ai social il suo pensiero, nettissimo, sull’idea di puntare sulle idee dei cittadini per progettare gli arredi del nuovo lungolago, come dichiarato dall’assessore ai Lavori Pubblici Pierangelo Gervasoni pochi giorni fa in consiglio comunale.
“Ma solo a Como non si sa, o non si vuole prendere in considerazione il fatto che esistono professioni, che con precise competenze, si occupano di progettare? Se si vuole un buon progetto è necessario un concorso basato su un bando perfetto che indica le reali necessità. Un bando redatto in seguito a serie valutazioni. E allora si che si potranno avere più soluzioni tra le quali scegliere”, scrive ancora l’architetto Ceruti che, contattata da noi per un commento, spiega: “Il lungolago non è un luogo da risolvere con qualche panchina, è uno spazio che merita un grande progetto e per questo mi sarei aspettata che venisse indetto un concorso, magari neanche aperto a tutti ma invitando solo grandi nomi – dice – basterebbe guardare quello che viene fatto in altre città e copiare. Ovviamente predisponendo un bando perfetto che eviti pasticci come quelli già successi in occasione di altri grandi progetti cittadini”.
E mentre è stata convocata una commissione consiliare per far luce sul perché, a un anno dall’ipotetica inaugurazione del nuovo lungolago, non esista un progetto per gli arredi (firmatari della richiesta sono Gabriele Guarisco del Pd, Guido Rovi di Civitas e Mario Gorla di Fratelli d’Italia), vale la pena ricordare che un Concorso Internazionale a inviti per ideare gli arredi del nuovo lungolago, in realtà è già stato fatto e risale a ben 11 anni fa quando Regione Lombardia aveva chiamato cinque prestigiosi studi di architettura internazionali per ideare la risistemazione della porzione centrale del lungolago, che poi secondo le intenzioni avrebbe dovuto ispirare anche il ripensamento di altri luoghi come lo stadio o i giardini a lago.
Al vincitore, lo studio milanese Cino Zucchi, erano andati 50mila euro di premio e nel cassetto dei sogni era planato un progetto che prevedeva una “piazza d’acqua” in asse con piazza Cavour, panchine, gradinate, aiuole (e tigli salvi). Da allora il progetto delle paratie è stato modificato, e con lui le esigenze di arredo, ma l’idea che si possa provare a fare qualcosa di più di un sondaggio tra i cittadini resta.
“Se il sondaggio tra i cittadini lo si vuole far passare come democrazia, è davvero ingannevole – conclude l’architetto Ceruti – la democrazia è ciò che ti permette di eleggere cittadini (preferibilmente competenti in qualche ambito e quindi in grado di amministrare la cosa pubblica) che possano rappresentare l’intera cittadinanza e che sappiano prendere buone decisioni per la città”.
Incredibile ma vero. Gervasoni: “Come sarà il lungolago? Non c’è un progetto, faremo il sondaggio”
2 Commenti
Autocanditatura? Battute a parte il comune quando fa bandi non è esattamente il massimo (vedasi ticosa, a proposito i dirigenti hanno pagato lo sbaglio?). Copiare Lugano non sarebbe male, il loro lungolago (visto l’ultima volta nel 2011) mi era sempre piaciuto.
A Como i concorsi di architettura hanno raramente portato fortuna: Ticosa, piazza Cavour, Giardini a Lago, hanno prodotto progetti irrealizzabili e poco aderenti alla realtà; dunque non è nemmeno quella la soluzione.