A distanza di 40 mesi dalla chiusura della piscina di via del Dos, nei giorni scorsi è arrivata la notizia dello stanziamento di circa 200mila euro per degli interventi. Così si legge infatti nella relazione di Palazzo Cernezzi sul tema. “L’immobile presenta gravi criticità energetiche e impiantistiche, con dispersioni termiche, usura delle vasche e deterioramento degli impianti, che ne hanno imposto la chiusura al pubblico. L’Amministrazione intende, quindi, riqualificare la struttura al fine di ripristinare idonee condizioni di sicurezza così da renderla fruibile”.
Gli interventi previsti riguarderanno l’efficientamento dei sistemi energetici, l’ammodernamento degli impianti, la sostituzione delle strutture della piscina piccola, il recupero della piscina grande e l’adeguamento degli spogliatoi. Cifra stabilita: 200mila euro (qui altri dettagli).

A suo modo potrebbe apparire dunque come una buona notizia ma c’è chi esprime forti dubbi e perplessità. Si tratta di Franco Campanella vicepresidente di Colisseum la Cooperativa che gestiva il centro comunale di via Del Dos. Dubbi dovuti intanto al deterioramento della struttura in questi 40 mesi di chiusura e all’esiguità, in ogni caso, della somma prevista per cercare di rimettere in sesto l’impianto.
“Si tratta di una cifra che non appare realistica rispetto a quanto indicato nel Documento di indirizzo alla Progettazione – spiega Campanella – Si parla di riqualificazione impiantistica, quindi filtri, pompe, scambiatore di calore, tutte le tubazioni oltre alla realizzazione dei camminamenti. Insomma, solo di materiale spenderanno almeno tra i 50 e i 70mila euro a seconda di quello che scelgono e poi c’è tutto il resto”.

Ma, cifra a parte, ciò che viene sottolineato è anche un altro fattore. “Sarebbe utile se il sindaco spiegasse bene cosa intende fare di via del Dos, in particolare quale utenza dovrà afferire all’impianto e per quale tipologia di patologie. Tutto ciò aiuterebbe a comprendere il senso degli interventi e dei soldi che sta spendendo”.
La chiusura è netta: “Siamo giunti al 40esimo mese di chiusura delle micropiscine e palestre di via del Dos a Como. 174 settimane di chiusura, 1217 giorni, 29220 ore di nulla”.
E sempre da via del Dos, lo scorso cinque novembre arrivava la richiesta accorata dei genitori dei ragazzi disabili del Centro diurno di mantenere la cucina esistente all’intero, per i ragazzi che avevano esigenze alimentari specifiche. Richiesta che poco dopo veniva respinta all’assessore e vicesindaco Nicoletta Roperto in virtù del fatto che la preparazione dei pasti sarà esternalizzata e nel nuovo centro unico di cottura verranno preparati i pasti sia per le scuole che per il Cdd.
Decisione che preoccupa e non poco i genitori dei 30 utenti del servizio. vista la natura di alcune patologie e delle conseguenti necessità specifiche rispetto al cibo da consumare. “Ciò che ci allarma è innanzitutto che nessuno ci aveva detto che anche per via del Dos si sarebbe fatto capo al centro unico di cottura. Qui da noi ci sono alcune cuoche bravissime che conoscono tutte le esigenze particolari dei ragazzi, che si adoperano per risolvere i problemi che possono verificarsi quotidianamente e che ormai sono parte della famiglia. E se arriveranno pasti non adatti a loro sarà un problema”.
Da allora è passato ormai un mese ma nulla è più stato detto o comunicato. E i timori dei genitori non sono stati presi in considerazione. “Dobbiamo ancora constatare la totale assenza di attenzione ai bisogni dei più fragili. A tutt’oggi non abbiamo avuto alcuna rassicurazione da parte dell’amministrazione comunale rispetto alla questione mensa dei ragazzi di via del Dos. Purtroppo, sono fragili gli utenti, ma sono fragili anche i genitori, spesso con poche forze e tempo da dedicare alla protesta. È per questo che abbiamo bisogno di aiuto più degli altri. È necessario che venga ascoltato il bisogno dei nostri figli dei quali siamo noi, e soltanto noi, la voce”.
