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Como, 40mila metri quadri di verde selvaggio: la Ticosa è tornata un bosco, aspettando i 958 parcheggi

“Senza fuochi d’artificio l’abbiamo ripulita. Senza fuochi d’artificio la restituiremo alla città”.

Così, nel febbraio del 2023, il sindaco di Como Alessandro Rapinese celebrava un’operazione di ordinaria amministrazione elevata a opera meritevole di vetrina e celebrazione: la pulizia dal verde selvaggio dell’area Ticosa. Atto ovviamente meritorio in sé, visto che boschetti e boscaglie in area urbana, senza alcuna cura o manutenzione, mal si conciliano con la percezione di sicurezza (peraltro in un’area di Como dove già l’ex centrale termica Santarella ha richiesto ripetuti interventi delle forze dell’ordine per incendi o comunque accampamenti abusivi). Ciò che stona un pochino, però, a un anno e mezzo dall’avvio dei decespugliatori risanatori, è l’aspetto attuale dell’area Ticosa.

Cioè esattamente quello che era prima del post celebrativo: come si vede nelle immagini a corredo, un bosco selvaggio e ovviamente abbandonato come tutti i 40mila metri quadrati circa dell’area Ticosa (dal 1980, peraltro).

Si poteva interpretare il nuovo abbandono al crescere rigoglioso di alberi, piante e cespugli assorti alla fiduciosa attesa dell’imminente avvio di ruspe e camion per la realizzazione del parcheggione promesso dal sindaco e portato avanti nella forma di promesso intervento dal colosso Acinque. In effetti, l’iter era partito con entusiasmo a inizio anno – per la precisione il 26 gennaio – con il progetto presentato ufficialmente e articolato così:

  • maxi parcheggio per auto, bus, camper e biciclette per complessivi 958 stalli
  • una passerella pedonale collegata al cimitero Monumentale e nuova rotatoria all’altezza dell’incrocio fra via Grandi e viale Roosevelt
  • verde pubblico (6 mila metri quadrati pensili e 6.200 metri quadrati a raso) con area di sosta alimentata da impianto fotovoltaico (5 mila metri quadri, con la capacità di 1 MW)
  • illuminazione a led, sistema di videosorveglianza, hub commerciale di oltre mille metri quadri, velostazione e colonnine per la ricarica dei mezzi elettrici
  • bonifica di 5.400 metri quadrati dell’area (la famigerata Cella 3)
  • inaugurazione opera entro inizio 2027.

Poi, però, ecco il doppio inghippo: da un lato quello sulla pulizia dell’area ancora inquinata, per cui – rispetto al completamento della bonifica integrale vera e propria – ha preso corpo l’alternativa del ‘tappo’ sul buco inquinato e ancora aperto, con tanti (problematici?) saluti ai milioni pubblici spesi in precedenza per risanare l’enorme superficie circostante; poi, ecco i dubbi sulla reale convenienza per il Comune di un progetto da 27 milioni di cui solo 10 messi dalla multiutility e tutto il resto (anche tramite l’incasso del parcheggio) pagato dalle casse municipali a beneficio della trentennale concessione ai privati di zona e stalli.

Ergo, piano economico-finanziario dell’intervento da rivedere e, dall’aprile scorso, praticamente più nessuna notizia. Ne arriveranno, quest’autunno, è inevitabile. Sia Acinque che Comune stanno facendo – da 5 mesi – i loro conti. E l’obiettivo reciproco è farli quadrare e spianare la giungla. Perché, altrimenti, del sogno Ticoa rimarrebbe anche questa volta un grande bosco selvaggio. E non è pensabile, oggettivamente.

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12 Commenti

  1. Ai fautori del verde selvaggio, prendetevene cura voi, con decespugliatori e motoseghe, almeno due volte l’anno, poi postate il piacere che avete provato, in mezzo a rifiuti e lucertole. Ma dite a quello ……. di sindaco che avete votato di sistemare ‘ste …. di periferie, che non sono altro che le pertinenze cittadine. Più civile è la città, altrettando lo devono essere le pertinenze.

  2. IL parcheggio con verde a raso e giardini pensili mi pare la soluzione giusta se poi si potenzieranno i bus. Utile per le partite del Como, i pendolari e i turisti che verranno in città e potranno lasciare l’auto a un 1,5 km dal lago. Spero che il progetto parta e sia concluso entro la fine del 2027 perché è da troppi decenni che quella zona attende di essere sistemata. Se poi a fianco del parcheggio, per risparmiare qualche milione, si vorrà lasciare un boschetto la città ringrazierà ulteriormente

  3. Anche io sono del comitato “meglio verde selvaggio che Finanziatore randagio (ovvero bastardo)” davvero meglio spendere una volta l’anno per sfalcio e disinfestazione e che vedere altra speculazione…. se dopo la lezione della Emilia Romagna si continua ad asfaltare i giardini a lago, allora che in centro città resti un po di verde

    1. Laea Ticosa è inserita un una zona confinante col Cimitero monumentale e con la,Basilica di SantAbbondio , una delle basiche più prestigiose dek bel paese. Che senso ha piazza un parcheggio con una,spianata di pannelli solari davanti a due monumenti storici che vengono cimompletamente snaturato della loro identità nel tessuti della città? Un parco sarebbe invece una soluzione ideale dopo tutti tentativi di sfruttare un area inadatta per altri supermercati, abitazioni che non hanno mai trovato investitori interessati.

  4. Speriamo resti così. E poi chiamarlo verde “selvaggio”, la natura un nemico da combattere, la biodiversità un flagello. Visione antropocentrica da Medio Evo.

  5. Secondo me la natura ha deciso!!!!lasciamo tutto così portando un po facendo dei sentieri qualche panchina e il gioco è fatto!!!! Finalmente Como avrà un parco!!!!!

  6. Nel mentre che vanno avanti a spaccarsi la testa su come uscire dal dramma e far quadrare i conti provassero solo a tagliare gli arbusti ed a lasciar sostare le auto sullo sterrato, tale e quale a quel che si presenta al parcheggio di via Regina, che gran passo avanti per tutti!
    Di che hanno paura, che si “inquinino” le auto in sosta?

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