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La scuola dell’infanzia di Prestino
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Como, accorpare le scuole? C’è chi dice sì, la dirigente entusiasta: “Qui realizziamo un sogno”

“Materna ed elementari nella stessa struttura? Il sogno di ogni dirigente”. Non ha dubbi Simona Convenga, dirigente dell’Istituto Comprensivo Como Prestino Breccia quando le si domanda cosa ne pensi dell’accorpamento della materna di Piazzale Giotto con la primaria di via Isonzo previsto dal “Piano di organizzazione della rete delle istituzioni scolastiche” presentato poche settimane fa dal Comune.

Ad oggi, infatti, i bambini iscritti alla materna sono 44 su 72 posti disponibili mentre quelli delle elementari sono 73 su 253 posti ragione per cui, con un investimento di 450 mila euro, la scuola di via Isonzo verrà adeguata anche alle esigenze dei più piccoli mentre nulla si sa del destino dell’immobile di piazzale Giotto, che necessita di interventi di risanamento alla copertura.

“La scuola primaria è stata costruita negli anni del boom demografico e ha molti spazi non sfruttati pressoché pronti ad ospitare i bimbi più piccoli – spiega la dirigente – i fondi stanziati serviranno per adeguare alcuni aspetti, prima di tutto i bagni che devono essere a misura di materna, mentre per gli spazi esterni, che fanno parte della Spina Verde, stiamo trovando una grande disponibilità che ci permetterà di realizzare qualcosa al massimo livello possibile dal punto di vista educativo”.

“Unitamente ai genitori, consideriamo questa opportunità come una scommessa che ci permetterà di creare una vera e propria filiera educativa con un progetto didattico comune rea materna ed elementari – prosegue – la scuola dell’infanzia ha già predisposto da tempo il suo curriculum, cioè il documento che spiega cosa facciamo, perché e con quali strumenti di valutazione e stiamo lavorando anche a quello della primaria perché sia un progetto unitario basato sui principi di convivenza e coeducazione”.

E a chi immagina ci possano essere delle difficoltà pensando alla convivenza tra bimbi di tre anni che ridono e giocano in giardino mentre, a due passi da loro, i più grandi sono in classe a studiare le tabelline, la dirigente risponde con ottimismo e grande serenità: “I bimbi dai 3 ai 6 anni giocano e cantano canzoncine perché la loro attività pedagogica prevede questi momenti, ma anche per i bambini della primaria ci sono momenti di espressione creativa – spiega infatti – convivenza significa, come per tutti, andare incontro a qualche difficoltà che però sicuramente supereremo. Oggi mi soffermerei di più a pensare a quale grande scommessa abbiamo davanti e a quanta bellezza e senso di comunità può nascere da tutto questo”.

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2 Commenti

  1. Intanto avranno bimbi di tre anni che condividono spazi con fanciulli di 10-11 anni.
    Va bene l’ottimismo (che a volte diventa trionfalismo e ricerca di protagonismo fuori luogo) ma personalmente mantengo le mie forti perplessità.

  2. Condivido pienamente il progetto che la dirigente Simona Convenga sta portando avanti e mi sembra un sogno!

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