Dopo i pesantissimi attacchi riportati da ComoZero nei giorni scorsi e partiti in particolare dal centrodestra (segnatamente dal forzista Alessandro Fermi e dal leghista Fabrizio Turba che ne hanno chiesto le dimissioni) il cda di Como Acqua (Piergiacomo Micalef, Andrea Livio, Paola Sala) ieri ha scritto una lunga lettera ai sindaci comaschi per fare il punto sulla fusione (la alleghiamo integrale in fondo). E non mancano le notizie di rilievo.
La prima riguarda i tempi per concludere la prima parte del processo di fusione, con scadenza fissata tassativamente entro il 30 giugno prossimo, con tutte le tappe di avvicinamento scandite (rimandiamo ancora al documento integrale sotto).
Poi c’è una serie di precisazioni rispetto all’ormai arcinota discrepanza di 30 milioni tra la prima perizia sulle società che confluiranno nel nuovo soggetto e il secondo documento: “Tale tale differenza non impatta sui valori contabili di Como Acqua né sui valori delle bollette emesse/da emettere – scrive il cda – Tale valore ha impatto esclusivamente sui valori di concambio e, quindi, sulle quote di partecipazione al capitale sociale di Como Acqua.
Nel documento, inoltre, viene rivelato che è stato affidato l’incarico di redigere il nuovo piano industriale “alla società Laboratorio Utilities & Enti Locali s.r.l. di Bologna, che dovrà concludere i lavori entro la prima settimana di giugno”.
Infine, il passaggio clou, circa le richieste di dimissioni del cda avanzate nell’assemblea del 24 aprile scorso e ribadite più volte da Fermi, Turba e anche dalla maggioranza consiliare del Comune di Como.
“È opinione di questo Consiglio – si legge – che, se tale richiesta si concretizzasse ora, si interromperebbe il progetto di fusione riavviato. Con l’approvazione del progetto di fusione e l’introduzione delle modifiche statutarie, si definirà la nuova governance societaria. È una decisione che spetta esclusivamente ai Soci, ma che il C.d.A. auspica al fine di garantire un lavoro sinergico con la più ampia rappresentanza territoriale, per affrontare le sfide dei prossimi anni. Per quanto sopra esposto il Consiglio di Amministrazione, rimette sin d’ora il proprio mandato all’Assemblea dei Soci, affinché la stessa provveda alla nomina di un nuovo Consiglio di amministrazione al termine della prima fase dell’iter di fusione (30 giugno 2018)”.
Un passo di lato, insomma, con un no secco alle dimissioni immediate invocate dal centrodestra ma nello stesso tempo la garanzia di un addio se la prima fase del processo si chiudesse effettivamente da qui a 45 giorni.
Tra le primissime reazioni alla lettera, quelle del sindaco di Casnate, nonché vicepresidente della Commissione di Controllo analogo di Como Acqua, Fabio Bulgheroni.
“Mi pare che quella prospettata dal cda sia la soluzione migliore e più ragionevole – afferma – D’altronde nessuno ha una vera e solida maggioranza in assemblea, tantomeno ci sono numeri per la sfiducia del cda. Resta quindi davvero auspicabile la chiusura entro il 30 giugno della prima fase del progetto di fusione sulla base delle nuove perizie. E’ chiaro che tutti devono correre, ma ora è emerso un compromesso al rialzo certamente accettabile. E’ chiaro, però, che la Lega deve smettere di recitare il solito mantra e tutti devono remare dalla stessa parte. E’ l’ultima spiaggia, se si dirà no anche a questa strada vorrà davvero dire che le mire di alcuni sono altre”.