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Como Acqua, ribaltone da film dopo il caos voto: verbali sbagliati, il piano finanziario in realtà era approvato

Si profila una svolta piuttosto clamorosa dopo l’ultima assemblea dei soci di Como Acqua finita con la mancata approvazione del nuovo piano economico-finanziaro tra caos, fronde, polemiche e addirittura esplicite minacce di dimissioni da parte dell’amministratore delegato Enrico Poliero.

La vicenda (che trovate integrale qui) si può sinteticamente riassumere nel rifiuto di approvare il documento da parte di un nucleo di sindaci vicini alla Lega (mentre i sindaci renziani di Albese e Ponte Lambro, benché sostenitori del progetto, erano rispettivamente assente e astenuto) perché Poliero aveva stralciato il progetto di un nuovo impianto di trattamento dei fanghi e della parte organica dei rifiuti solidi urbani previsto a Mariano Comense. L’opera poggiava su un contributo Pnrr di 10 milioni di euro ritenuto però dall’amministratore delegato di Como Acqua fortemente a rischio e dunque pericolosissimo per i conti della società, soprattutto nel caso di una eventuale revoca a cantieri ormai avviati.

La mancata approvazione di un documento così importante come quello economico-finanziario aveva però innescato la bufera e spinto l’Ad a un millimetro dalle dimissioni, rientrate nella notte solo dopo ampie trattative diplomatiche. Ora, però, emerge un dettaglio clamoroso e destinato a cambiare il senso stesso di quella serata di fuoco.

Da un controllo dei verbali di quella serata, infatti, sarebbe emerso un vistoso errore nell’attribuzione dei voti e dunque nel calcolo finale. In particolare il voto (ponderato e dunque pesante) del comune di Cantù – che a differenza dei comuni leghisti “frondisti” si è sempre espresso a favore della cancellazione del progetto su Mariano – sarebbe stato erroneamente conteggiato tra i contrari alla relazione di Poliero, determinando la mancanza dei numeri necessari per l’approvazione.

Nelle scorse ore, però, la sorpresa: il ricontrollo dei verbali avrebbe portato a galla la scoperta dello sbaglio, con il voto di Cantù a quel punto “spostato” dal drappello dei contrari a quello dei favorevoli al piano economico-finanziario. Risultato: esito della votazione ribaltato e documento in realtà risultato approvato (almeno sulla carta).

Ora è presumibile che carte, audio e verbali saranno analizzati altre mille volte, ma pare che non vi siano dubbi su questa situazione. In questo caso, il voto corretto della scorsa sera dovrebbe venire semplicemente ratificato da una nuova assemblea dei soci, senza alcun bisogno di una nuova resa dei conti. Certo, un dubbio – benché a questo punto puramente accademico – rimane: e se quella notte Poliero si fosse davvero dimesso?

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