RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità

Clamorosa fronda all’assemblea di Como Acqua, l’amministratore delegato a un passo dalle dimissioni

Una serata ad altissima tensione quella di ieri, lunedì 27 gennaio, all’assemblea dei soci di Como Acqua, l’azienda di gestione ed erogazione del servizio idrico integrato in provincia di Como. Una clamorosa fronda costituita principalmente dai voti diversi comuni leghisti (quelli con giunte e sindaci più vicini all’assessore regionale Alessandro Fermi, stando alle ricostruzioni) e da quelli di due amministrazioni ‘renziane’ (Albese con Cassano e Ponte Lambro), ha fatto saltare l’approvazione del piano economico-finanziario della società per un pugno di voti.

Uno strappo clamoroso su un documento fondamentale che invece è stato appoggiato dalla parte ‘lealista’ della Lega (vedi Cantù, vicina al sottosegretario Nicola Molteni, che ha sostenuto il documento in questione), oltre che dai sindaci presenti in quota Forza Italia, Fratelli d’Italia e Pd, a cui l’amministratore delegato di Como Acqua, il supermanager Enrico Poliero (nella foto), ha risposto minacciando apertamente le dimissioni con caduta anche del cda (di cui fanno parte, tra l’altro, la segretaria provinciale della Lega Laura Santin, che è anche presidente della società, e Alessandro Mogavero di area Pd).

Tutto è nato dalla decisione di Poliero di stralciare definitivamente dai programmi di Como Acqua il progetto – ancora su carta – per un nuovo impianto di trattamento di fanghi e della parte organica dei rifiuti solidi urbani a Mariano Comense, opera che poggiava su un contributo Pnrr di 10 milioni di euro più altri 5 che sarebbero stato messi dalla società ma ricaricandoli sulle bollette.

Secondo Poliero, i ritardi accumulati nell’iter (a oggi non ci sono ancora nemmeno tutte le autorizzazioni e la scadenza da rispettare per completare l’opera è il 30 giugno 2026) più una pregressa situazione debitoria pesante di Como Acqua avrebbero fatto di quella nuova opera un fardello non sostenibile per la società, anzi, persino rischiosa per i conti. In più, sempre in relazione al cronoprogramma in ritardo, la certezza stessa di ottenere i 10 milioni del Pnrr sarebbe già svanita, con un ulteriore aumento dei pericoli per la sostenibilità del progetto e per gli equilibri societari.

La scelta di depennare l’impianto di Mariano, però, ha fatto infuriare la stessa amministrazione destinataria dell’opera, più altri comuni a guida leghista e quelli vicini a Italia Viva. Risultato: al voto sulla relazione di Poliero sono mancati i numeri per l’approvazione (anche per una serie di astensioni, Como inclusa). Ed è stato il caos, con l’Ad deciso a dimettersi e con Como Acqua che si sarebbe trovata senza board. Il tutto, mentre si consumava – come già accennato – una sorta di clamorosa spaccatura tra i comuni leghisti, peraltro sotto gli occhi allibiti della segretaria provinciale nonché presidente dell’azienda, Laura Santin.

Chiusa in questo clima infuocato l’assemblea di Villa Gallia, la notte turbolenta, in un magma di accuse e vertici improvvisati tra le varie parti, ha portato una schiarita soltanto all’alba. Cioè quando – dopo tantissime trattative dietro le quinte – le dimissioni di Poliero sono momentaneamente rientrate e il cda di Como Acqua, dopo apposita riunione straordinaria avvenuta già stamattina, ha fissato per giovedì prossimo una nuova assemblea. Dove – inutile dirlo – o il Piano economico-finanziario sarà approvato grazie anche al dietrofront dei ribelli leghisti e renziani di ieri sera, oppure in Como Acqua si scatenerà il caos al vertice.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo