A 10 anni dall’avvio del procedimento per il recupero a nuova destinazione dell’ex centro di accoglienza per richiedenti asilo in via Tibaldi a Tavernola, si parte daccapo. O meglio, si resta all’anno zero.
Il Comune di Como, infatti, ha appena sciolto consensualmente il contratto con il raggruppamento temporaneo di imprese denominato “Settanta 7 Studio Associato” con sede legale a Torino a cui, nel maggio del 2018, l’allora amministrazione Landriscina affidò un incarico da poco meno di 32mila euro per una serie di “servizi tecnici” legati per l’appunto all’appalto principale. Ossia quello aggiudicato nel dicembre del 2016 alla Ditta I.TEC srl di Padova per 415.515 (oltre ad IVA), ma i cui lavori relativi non sono mai partiti. Non solo: lo stesso ministero dell’Interno, nel 2020, di fatto annullò lo stanziamento per parte sua già previsto (405mila euro sul totale).
Il motivo dell’attuale risoluzione contrattuale, allora? Testuale: “I termini per l’esecuzione del contratto sono ormai ampiamente decorsi e allo stato l’affidamento del servizio di cui in oggetto non è più rispondente all’attuale interesse dell’Amministrazione”.
Ma cosa sarebbe dovuto nascere nell’ex centro di accoglienza migranti di Tavernola? Lo diceva un accordo del 2014 siglato tra Comune e Prefettura di Como che prevedeva il recupero dello stabile con ulteriore destinazione a centro di accoglienza. Il costo complessivo dei lavori stimato ai tempi era di 686 mila euro, di cui facevano parte i 405 mila messi dal Ministero dell’Interno con destinazione vincolata e convenzione per 20 anni. E in effetti, come abbiamo visto, l’appalto venne svolto e poi aggiudicato all’azienda veneta, ma tutto si bloccò al passaggio successivo cioè per l’appunto quello degli ulteriori “servizi tecnici” a supporto dell’operazione che avrebbe dovuto svolgere il raggruppamento di imprese con cui ora si è sciolto ogni vincolo. E nel frattempo è intervenuta anche la cancellazione dei fondi romani.
Dunque, visto che – come messo nero su bianco – all’attuale amministrazione non interessa più nemmeno contemplare una destinazione come quella prevista in origine, del centro di via Tibaldi a oggi nessuno sa sostanzialmente cosa farsene.