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Addio a un altro assoluto mito comasco, ha chiuso La cucina di Elsa. Ma c’è speranza: “Forse tornerò”

Va così, Como perde un altro pezzo di storia, storia importante. Tra alici marinate, pasta alle vongole e gamberoni alla griglia chi non è stato da Elsa, ecco, ha perso il tocco sublime del divino gastronomico. La Cucina di Elsa ha chiuso i battenti. Il diamante di via Paolo Carcano 11 lascia il testimone.

La decisione è arrivata in questi giorni. La mitica Elsa aveva chiuso il locale il 5 gennaio: “Avevo preso il covid, poi i mesi invernali portano lavoro solo il fine settimana – ci spiega – pensavo di riaprire per Pasqua. Quindi è arrivata un’offerta di persone serie e molto capaci, faranno pasta fresca e non pesce come me ma era giunto il momento. Mio marito ha 72 anni io 68, siamo arrivati al tempo giusto, prima o poi dovevamo finire”.

Sicura?
Non è stato facile, quel ristorante è un figlio che ho cresciuto in quasi 30 anni ma dovevamo. Ringrazio con tutto il cuore i miei clienti. Io ho dato tanto ma loro mi hanno dato tantissimo.

Lei è un’istituzione, vera.
Io adoro il mio lavoro e sono stata molto ricompensata. Non si dice “andiamo a mangiare pesce”, si dice “andiamo da Elsa e Pasquale”

E’ giusto, è così.
Vero ma sa, tra covid, guerra, burocrazia, dipendenti che non si trovano. Abbiamo trovato persone per bene cui cedere il locale, mi piacciono moltissimo. Sono i titolari del Panino Buono.

Elsa come è diventata Elsa?
Sono arrivata da Salerno nel 1972, non avevo mai fatto la cuoca. Avevo 19 anni e mi sono sposata, mio marito era barista. Dopo qualche anno mi sono affiancata a lui, abbiamo preso un bar in piazza San Fedele (oggi il notissimo San Fedele, Ndr) per 12 anni. Poi ci siamo trasferiti a Erba ma non mi trovavo bene. Siamo tornati in città e abbiamo preso il bar Pucci, era Como Club, vendeva i biglietti per le partite. Così ho iniziato a cucinare per i clienti: parmigiana, verdure grigliate, lasagne. Tutti entusiasti. Così iniziata la passione, ho iniziato con panini e spaghetti al pomodoro. Poi mi sono spinta oltre.

“Oltre” vuol dire al pesce, il suo capolavoro.
All’epoca non c’era, si faticava a trovarlo nei ristoranti e, ripeto, non ero una cuoca. Ho imparato. Facevo cene private, coi vip di Como, e ho avuto successo.

Poi ha aperto in via Carcano.
Nel 1995. E’ andata bene.

Direi benone. Lei sempre in cucina alle 8 della mattina ogni giorno, vero?
Sempre.

Il ristorante di Lugano, resta aperto?
Certo, lo gestisce nostro figlio Mimmo.

Cosa farà ora?
Mi riposo un po’, ho preso una casina al mare in Toscana e non me la sono mai goduta. Voglio fare Pasqua con i figli. Ma…

Ma?
Mai dire mai. Chissà, magari tra un po’…

Ah, tornerà l’adorata signora Elsa con la sua cucina?
Eh, io amo questo lavoro.

Perderla è un lutto, davvero, lo sa?
Non me lo dica. Chissà sul serio, magari torno.

 

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