Ieri la notizia, Como è stata inserita nelle Città Creative Unesco. Obiettivo raggiunto dunque, ma cosa significa per la città? Ne hanno parlato oggi gli attori in campo in una conferenza stampa convocata a Palazzo Cernezzi.
“Ancora devo assorbire questa bella notizia, ancora non me ne rendo conto – ha commentato il sindaco Mario Landriscina – però bisognerà rendersene conto presto. Diventa preminente che il territorio, le associazioni, i singoli soggetti diventino consapevoli di ciò che ci aspetta, una sfida meravigliosa, di grande impegno e responsabilità. Annuncio che io e l’assessore alla Cultura Livia Cioffi siamo fin da subito a disposizione per incontrare tutti quelli che si sono resi disponibili durante il percorso. Ascolteremo quello che hanno da dirci, quali sono le loro attese. C’è stato un primo tempo in cui c’è stato uno stop parigino ma abbiamo voluto giocare il secondo tempo e lo abbiamo giocato molto bene”.
“Oggi per la città di Como é una festa, un risultato che arriva dal grande lavoro che c’è stato dietro – ha aggiunto il presidente di Camera di Commercio Como Lecco Marco Galimberti – Strada facendo ho percepito grande entusiasmo attorno a questo progetto. Il riconoscimento é un punto di partenza, ora bisogna mettersi a lavorare fin da subito, nel campo del turismo ma anche del manifatturiero. Ognuno di noi ha fatto un pezzettino, ha messo a disposizione le proprie competenze e il risultato é arrivato. Non perdiamo questo modo di lavorare”.
“Il sì a riprovarci del sindaco dopo la prima sconfitta é stato un momento magico, nel tempo hanno aderito più di 200 enti – ha spiegato Luca Levrini, presidente di Fondazione Volta – Tutti mi hanno ringraziato per aver potuto partecipare. Parliamo sempre dell’ identità di Como, oggi Unesco ci ha attribuito un riconoscimento sulla moda sostenibile. C’è grande responsabilità. Unesco ci dice avete questa identità e dovete farne un vanto, farla fruttare a livello internazionale. Faremo parte di un ente autorevole ma anche estremamente esigente, richiederanno moltissimo lavoro ma siamo già pronti. Abbiamo dimostrato a Unesco quello che siamo, non abbiamo inventato nulla. La città diventa creativa, il cittadino diventa parte del progetto. Tra gli obiettivi principali c’è quello di educare la gente a quel grande progetto di moda sostenibile”.
“Il merito del sindaco é di aver ripresentato questa candidatura – ha concluso Stefano Vitali, presidente del Comitato Como&Seta – Venivamo dalla pandemia, dalle chiusure e quale modo migliore per ripartire? Ci rimasi molto male due anni fa. Nel tempo Como ha lavorato tanto sulla circolarità e sulla sostenibilità. Abbiamo portato all’Unesco le cose che sappiamo fare, progetti già sul territorio. Fondamentale è stata la sinergia con Biella, il primo grazie é andato a loro”.
Quali i prossimi passi? Ad entrare più nel dettaglio è stata Costanza Ferrarini, focus point della candidatura. “Noi avremo da rispondere annualmente con un report alle esigenze di Unesco e al cluster artigianato – ha spiegato – Mettendo in mostra gli obiettivi annuali e poi realizzando un report tra quattro anni che dovrà dimostrare che abbiamo fatto quel che abbiamo presentato. D’altra parte avremo la possibilità di partecipare a bandi di progettazione dell’Unione Europea per ottenere finanziamenti che permettano di lavorare sulla tutela e il rilancio del tessile”.
E conclude: “Il progetto prevede sei linee programmatiche che si basato su azioni locali e internazionali. In primis sarà fondamentale lavorare sulla governance territoriale, si parlerà di un distretto dedicato alla moda sostenibile e che collaborerà anche con Lecco. Da lì faremo scaturire una logica strategica di city branding e della filiera tessile. Il Logo deve diventare un’indicazione geografica che indirizzi i consumatori, che spieghi che i prodotti si fanno qui per una ragione. Inoltre lavoreremo con poli formativi come il Setificio”.