“La città di Como capofila della Textile Valley lombarda, il distretto territoriale che racchiude le due province Como-Lecco, vanta una vocazione storica per l’artigianato tessile e per l’innovazione nell’ambito della fashion industry. La Cultura del Fare è un fattore identitario e può rappresentare il punto di ri-partenza per il distretto territoriale”, così spiegano dal Comune di Como.
La città ci riprova, così il 31 maggio Como ha avanzato alla Commissione Italiana Unesco la proposta di candidatura al Network Città Creative. Si tratta di un primo step, fondamentale per poter concorrere al percorso internazionale che inizierà il 30 giugno.
La Commissione Italiana Unesco per l’anno 2021 dovrà selezionare solo due candidature che rappresenteranno l’Italia e che dovranno concorrere per la designazione finale. Si prevede che quest’anno all’headquarter di Unesco Parigi perverranno più di 200 candidature da parte di tutte le città del mondo.
Il punto di forza del progetto di candidatura di Como è nella capacità di saper guardare al futuro, valorizzando tutto il sistema territoriale: per questo Como si presenta come capofila del distretto Textile Valley. Como Città Creativa mette al centro la Cultura del Fare, il lavoro dell’artigiano ed il valore del distretto tessile, implementando processi di economia circolare e generando un’azione rigenerativa e inclusiva.
Il Sindaco Mario Landriscina sottolinea come“la volontà della nostra città è poter ripartire valorizzando la ricchezza del binomio artigianato-creatività, riuscendo a promuovere innovazioni anche nell’ambito della sostenibilità. Con orgoglio per il valore del nostro territorio e le capacità del nostro distretto, abbiamo deciso di mantenere l’impegno preso e proporci alla call di Unesco Italia. Siamo consapevoli che numerose altre città italiane di valore hanno avanzato la loro candidatura, ma sono certo che questo percorso potrà, a prescindere dall’esito, contribuire a riposizionarci a livello internazionale”.
Il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana sostiene questa iniziativa e la considera integrata in una Lombardia terra di ricchi patrimoni già riconosciuti dall’Unesco, con il tratto comune del saper fare lombardo: “Esprimo a nome dell’amministrazione Regionale il mio pieno sostegno e supporto alla candidatura di Como come Città Creativa. L’inserimento della città di Como nella rete delle città creative consentirebbe di valorizzare l’insieme dei saperi e della storia degli imprenditori che hanno fatto di Como un’eccellenza nella lavorazione della seta, e costituirebbe un tassello importante nella conoscenza e valorizzazione del nostro territorio. Dallo scambio e dalla condivisione con gli altri siti regionali e con le realtà pubbliche e private coinvolte nel progetto, potrebbero infatti scaturire nuove opportunità di conoscenza e promozione, di sicuro arricchimento per le nostre comunità”.
L’Assessore all’Autonomia e Cultura di Regione Lombardia Stefano Bruno Galli dice: “È una candidatura che possiede tutte le caratteristiche per imporsi all’attenzione della Commissione Italiana Unesco e per tentare, in seguito, di conquistare l’ambito riconoscimento di Città creativa. Capitale europea della seta, Como è il centro gravitazionale di un distretto tessile-artigianale vivace e innovativo, con una lunga e nobile tradizione alle spalle. Il progetto della candidatura di Como capofila della Textile Valley lombarda esalta le eccellenze lariane: competenza, creatività, innovazione, sinergie territoriali. Tutti fattori indispensabili per realizzare l’obiettivo di una crescita sostenibile, circolare, integrata nella prospettiva di un sistema moda aggiornato al XXI secolo. In quest’ottica, lo sviluppo economico e culturale di una galassia tessile-artigianale che conta migliaia di imprese e di addetti e si fonda sulle tradizioni produttive locali, che definiscono una dimensione di grande valore culturale, rappresenta un punto di forza. La vocazione economica e produttiva di un territorio è, infatti, un elemento di forte identità culturale, alimentato e sostenuto dalla storia e dalle tradizioni civiche di una comunità territoriale”.
Il presidente del Comitato Como e Seta Stefano Vitali sottolinea come “con i progetti proposti stiamo dando voce agli addetti ai lavori, ai centri di formazione, alle eccellenze del nostro territorio. Abbiamo proseguito il lavoro partito dall’intuizione di Daniele Brunati e Amici di Como, adesso, nel contesto post covid19, è ancora più forte e necessaria la partecipazione di tutti gli attori della nostra filiera. Il concetto di “moda sostenibile” è sulla bocca di tutti, noi stiamo già lavorando in questa direzione e proprio sul tema dell’economia circolare abbiamo anche una collaborazione in fase di avvio con il distretto produttivo della lana rappresentato dalla città di Biella”.
La Camera di Commercio Como-Lecco ha manifestato convintamente il pieno sostegno al progetto, il suo Presidente Marco Galimberti spiega che”gli elementi fondanti della candidaturariconducibili all’attenzione alla sostenibilità, alla spiccata propensione all’innovazione dei processi produttivi e alla valorizzazione del binomio artigianato-creatività, sono tra quelli che caratterizzano e guidano la strategia camerale. Come noto l’Ente che ho l’onore di presiedere sostiene e promuove le sinergie tra gli attori coinvolti per la crescita e lo sviluppo del territorio lariano, e l’iniziativa intrapresa assume in tal senso ulteriore significato nella difficile situazione che ancora stiamo vivendo in ragione dell’emergenza che ha colpito duramente le nostre imprese e il nostro tessuto sociale”.
Il coordinamento della fase di progettazione è supportato dalla Fondazione Alessandro Volta e dal Comitato Como & Seta e verrà esteso alla partecipazione di tutte le realtà che manifesteranno la loro volontà e disponibilità.
Il Presidente di Fondazione Volta Luca Levrini ha messo in luce come “la candidatura ed i progetti proposti si basano sui moderni valori di economia circolare e sostenibile, legati alla seta ed alle innovazioni tessili. Questo approccio è fondamentale per valorizzare un processo culturale inclusivo e responsabile che guarda al futuro della fashion industry, un contenitore trasversale composto da filiera tessile e abbigliamento. Oggi lo sforzo è valorizzarsi per definirci a chi ci osserva, definire una identità, un city branding: cercare di attingere dalla storia del Volta come precursore ecologista amante della natura, lasciarsi ispirare dalla seta come simbolo iconico, per guardare al futuro delle nuove tecnologie tessili nel complesso della moda e creatività sostenibile. A prescindere una occasione per aggregare le eccellenze tessili del nostro territorio per la costruzione concreta di un futuro sostenibile, anche come modello internazionale”.
La città di Como, infatti, per la parte di progettazione locale (è prevista anche una parte di progettazione internazionale) ha individuato 3 macro-progetti che rappresentano 3 momenti indispensabili per l’attuazione di un processo di crescita sostenibile: si parte dalla salvaguardia delle acque e la riqualificazione del territorio, alla costituzione di un polo per la ricerca e il monitoraggio in cui convergano e comunichino tutte le competenze territoriali, alla costituzione di un’etichetta trasparente in cui possano riconoscersi i nostri artigiani tessili.
Un altro punto chiave della progettazione è il focus sull’arte della seta, anche in riferimento al modello di produzione tradizionale, la gelsibachicoltura. Il 70% della seta europea viene, infatti, prodotta nel distretto tessile Como, che vanta 1.376 aziende (1.424 nel 2019) e 15.515 occupati.
Strategica, inoltre, la collaborazione con l’Università dell’Insubria, con particolare riferimento alla cattedra Unesco Gender Equality and Women’s Rigths in the Multicultural Society, coordinata dal gruppo di ricerca della professoressa Barbara Pozzo, attraverso cui sarà possibile promuovere l’empowerment femminile nel settore moda e artigianato.
Un commento
Stantibus rebus, prepariamoci ad un’altra – l’ennesima – disfatta.