Come sempre, non c’è solo un racconto, non c’è una sola sensibilità a definire la prospettiva su fatti e cose. Che i cinghiali siano, a cicli più o meno intensi, un problema per chi vive tra le montagne del lago di Como è un fatto. Come è un fatto che soprattutto dopo il lockdown del 2020 si siano avvicinati sempre più ai centri abitati, quando non urbanizzati. Enormi disagi per residenti, giardini, coltivazioni. E’ tutto noto e ne abbiamo parlato molte volte: in questi articoli. Quindi nessuno sottovaluta il problema.
Ma, come sempre, c’è un ma, il più classico rovescio della medaglia. E riguarda il modo in cui questi animali vengono catturati e poi abbattuti. E’ il caso di Civiglio da cui arriva il video della notissima soprano comasca Bianca Tognocchi. Lo ha fatto circolare e per questo l’abbiamo contattata. Le immagini mostrano poco o niente ma sono i suoni a far letteralmente accapponare la pelle: i cinghiali attirati con cibo, rimasti intrappolati nelle gabbie dell’amministrazione provinciale in attesa che qualcuno vada ad abbatterli. Questo è il video:
Le primissime parole di Bianca: “Sono tornata poco fa, a pochi metri da casa mia ho dovuto assistere all’atroce sofferenza di due poveri cinghiali catturati in una gabbia della Provincia. Le urla strazianti dei poveri animali sono cessate solo con il loro abbattimento. Ci era stato promesso che questa gabbia sarebbe rimasta chiusa perché troppo vicina alle abitazioni. Pago le tasse, sono una cittadina stanca di dover assistere a questi massacri ingiustificati”.

Poi, al telefono con ComoZero, racconta ancora: “Le gabbie sono in un vallettino dietro casa, un terreno privato dove l’amministrazione provinciale piazza le trappole, i cinghiali rimangono lì a gridare di dolore finché non arriva la polizia provinciale ad abbatterli, è straziante. La cosa veramente brutta è che vengono pasturati, viene messo cibo per attrarli e catturarli, è pura crudeltà perché non sono loro ad arrivare spontaneamente ma vengono di fatto richiamati. Le grida di queste povere bestie vanno avanti anche tutta la notte, qui risiedono persone malate e anche questo è un problema”.

Aggiunge ancora Bianca: “La cosa che mi ha davvero commosso è che quando succedono episodi come quello di stasera in tutta la valle le persone cominciano a gridare cose come “vergogna” e “assassini”, i residenti non ne possono più di questa tortura. E così sta nascendo tra i giovani il Movimento anti Gabbie per dire basta a questa crudeltà gratuita, la comunità si sta risvegliando. I cinghiali non sono violenti o aggressivi, noi che abitiamo nei boschi o vicino ai boschi lo sappiamo bene”.

“La cosa tremenda – conclude – è che le mamme vengono abbattute e i cuccioli restano soli nei boschi. Boschi che, peraltro, si sono riempiti di cacciatori e sinceramente uscire, magari per una passeggiata coi cani, è diventato inquietante”.