[Articolo aggiornato alle 20.59] E’ di stamattina la notizia: Caso Carducci decisione clamorosa, il giudice al Comune di Como: “Stop a qualsiasi molestia, no allo sfratto dell’associazione”. Così dopo il pronunciamento del giudice sulle azioni dell’amministrazione del sindaco Alessandro Rapinese non è mancato molto perché arrivassero le reazioni delle minoranze a Palazzo.
Da Forza Italia prende la parola il coordinatore provinciale e consigliere regionale Sergio Gaddi
Gioisco e mi rallegro con il Carducci – dice – per il provvedimento giudiziario che, con un perfetto uso del termine, qualifica come “molestia” il comportamento del Comune di Como. Mi onoro di essere stato amico di Carla Porta Musa e ricordo i suoi occhi che brillavano quando parlava del Carducci, fondato dal padre Enrico: avrebbe meritato ben altro rispetto da parte di questa amministrazione, che invece è nemica giurata della cultura. Anziché cercare il dialogo e il confronto, la giunta agisce per personalismi e vendette. A questo punto, se il Comune non si inventa altri intralci, credo possa esserci un confronto sereno tra Carducci e Conservatorio, che mi auguro possano convivere nel reciproco rispetto, ma senza pretendere di cancellare le irrinunciabili attività della gloriosa associazione comasca.
A seguire un comunicato del coordinamento cittadino del partito e dei consiglieri comunali
Il sindaco Rapinese ha avuto un’amara sorpresa. Voleva cancellare la presenza dell’associazione Carducci dal palazzo di viale Cavallotti e il Tribunale di Como lo ha sconfessato su tutta la linea. L’ennesimo flop di un’amministrazione comunale che impone alla città i diktat di un sindaco la cui arroganza è sempre più fuori luogo. Con l’aggravante che tale atteggiamento e i relativi risultati costano ai contribuenti fior di spese legali. L’ennesimo spreco di denaro pubblico causato da una gestione ideologica e personalistica del potere.
Esprimiamo forte preoccupazione per un modo di amministrare che continua a ignorare il dialogo, la trasparenza e il buon senso. Di fronte a un tema così delicato e storico per la città, l’atteggiamento del sindaco è stato ancora una volta improntato all’arroganza e all’isolamento. A pagarne il prezzo sono i cittadini comaschi, chiamati ora a sostenere economicamente le conseguenze di scelte sbagliate e litigiose. Come ha giustamente sottolineato il nostro segretario provinciale Sergio Gaddi: «Gioisco e mi rallegro». La verità – dopo mesi di forzature – è finalmente emersa. E queste parole del nostro segretario ci sostengono nell’evidenziare l’ostinazione cieca del primo cittadino e il suo modo autoritario di governare.
Ora il Comune ha il dovere morale e politico di spiegare pubblicamente quanto questa vicenda sia costata alla collettività, e di assumersi ogni responsabilità davanti alla città. Como non può più essere ostaggio delle decisioni solitarie di un uomo solo al comando. Servono umiltà, confronto e una vera cultura istituzionale.
In questo nuovo scenario, riteniamo auspicabile e di grande valore che l’associazione Carducci e il Conservatorio possano trovare una modalità di convivenza all’interno della struttura. Sarebbe un esempio virtuoso di collaborazione tra realtà culturali complementari, che potrebbe valorizzare al meglio gli spazi e rafforzare l’offerta culturale per tutta la città.
I consiglieri comunali di Forza Italia si faranno carico di riportare con forza la questione in aula, affinché il Consiglio comunale venga pienamente informato, coinvolto e messo nelle condizioni di esercitare il proprio ruolo di controllo e indirizzo. La città merita risposte, non imposizioni.
Giordano Molteni
Capogruppo di Forza Italia
Alessandro Falanga
Consigliere di Forza Italia
Davide Gervasoni
Segretario cittadino di Forza Italia
Intervengono poi il capogruppo e il consigliere di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, Lorenzo Cantaluppi e Antonio Tufano
Rapinese umilia Como: anche il Tribunale lo sconfessa. Basta ego, servono rispetto e competenza
La sentenza del Tribunale di Como è chiara: “rifiuto pregiudiziale di qualsiasi trattativa, non ritenendo neanche di valutare, nonostante l’invito del Giudice, la proposta della controparte”. Rapinese ha scelto lo scontro, ignorando ogni possibilità di dialogo. Non entriamo nel merito giuridico: lo hanno fatto i giudici, parlando di “spoglio” e “violazione degli oneri della donazione”, e imponendo al Comune di “cessare qualsiasi attività di molestia o sfratto”. Politicamente, è l’ennesimo schiaffo a Como.
Dopo il Luna Park, le scuole chiuse, i giardini abbandonati e le tariffe aumentate, ora anche la giustizia certifica l’arroganza di un sindaco che non conosce la parola ascolto. Como non ha un’amministrazione: ha un monologo personale sostenuto da una giunta fantasma che subisce ogni imposizione, incapace di dire “no” anche quando il danno è evidente. Fratelli d’Italia non starà a guardare. Siamo mobilitati tra la gente e continueremo a portare questa battaglia anche in Consiglio comunale. Como merita rispetto, competenza e una guida vera.
Poi una nota congiunta del Partito Democratico e di Svolta Civica
Basta tenere bloccata la situazione, basta pesare sui cittadini. La diatriba tra l’Amministrazione e il Carducci ha visto oggi una nuova decisione, che ha dato nuovamente torto al sindaco e alla maggioranza. Il nostro pensiero, però, in questo momento, va alle continue cause legali. I cittadini sono stanchi di un contenzioso che tiene solamente bloccato un immobile, mentre associazioni, istituzioni, scuole restano in un’attesa che appare eterna.
Senza contare la quantità di soldi pubblici che vengono impiegati per le cause legali. Invitiamo, pertanto, come fatto anche dal Giudice, entrambe le parti a un confronto civile e rispettoso per trovare una soluzione che consenta finalmente la piena fruibilità di un immobile per attività culturali e di studio per le quali è stato edificato. La città ha grande bisogno di spazi pere queste attività.
Non possiamo però non sottolineare che nell’ordinanza viene disposto al Comune di “cessare da qualsiasi attività che cagioni molestia e/o turbativa all’Attività dell’Associazione Giosuè Carducci Pro Cultura Popolare”. Di certo, avere un Amministrazione che ostacola l’attività di un’associazione culturale che tanto ha fatto per Como, non è accettabile.
Quindi la Lega con la capogruppo in Consiglio, Elena Negretti
Dalle sconfitte subite, sarebbe più adeguato chiamarle “sportellate”, si dovrebbe impare tanto. E si dovrebbe cambiare atteggiamento, tattica , comportamento.
Ad oggi questo Sindaco pare immune dalle lezioni che Istituzioni e Cittadini gli hanno continuamente somministrato. L’elenco tanto è lungo e tanto è stato inutile. Perché tutto ciò, perché non provare a costruire relazioni e sinergie? Perché non provare ad unire anziché perseverare a dividere, a spaccare e a “molestare”? Francamente in questa situazione non si tratta di fare prevalere una parte politica nei confronti di un’altra. Molto più semplicemente ci sarebbe bisogno di una prolungata immersione nell’umiltà (perché un semplice bagno non basterebbe). Quanto ci costeranno tutte queste sconfitte (e non mi riferisco solo ai costi economici).
Speriamo che chi lo circonda abbia a che farlo ragionare e si opponga finalmente ad uno stile che non credo gli porterà bene.
Auspico un immediato dialogo tra l’associazione Carducci, che mi risulta aver già dato disponibilità a suo tempo, la Presidente del Conservatorio e il Sindaco nel tentativo di trovare una soluzione adeguata in modo da assicurare ai giovani Musicisti e ai loro Docenti gli spazi di cui tutti riconosciamo il bisogno.