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Como e la cultura negata: chiusi, malconci, vuoti. Gli spazi espositivi e l’elenco maledetto

Era il 27 maggio scorso quando, in Commissione Consigliare III, l’ormai ex assessore ai Lavori Pubblici Vincenzo Bella fece il punto della situazione sulle condizioni degli spazi espositivi cittadini.

E quella che, solo un mese fa, poteva sembrare una dichiarazione di intenti, oggi alla luce delle sue dimissioni assume i toni di imprescindibile gatta da pelare per chi verrà senza la quale sarà impossibile programmare alcunché. Perché non sarà per sempre estate, non saranno per sempre piazze e cortili e un tetto sopra la testa, agli eventi grandi e piccoli della città, prima o poi finirà per servire.

Andiamo con ordine.

Pinacoteca e Museo Giovio

Mentre per la prima, la pratica relativa alla prevenzione incendi richiede qualche intervento di poco conto, per il secondo “è stata avviata la procedura di progettazione generale degli interventi per la prevenzione incendi che dovrebbe venire completata entro giugno – ha detto Bella – dopodiché verrà predisposto il progetto preliminare entro l’autunno e la gara dovrebbe essere predisposta per fine anno/inizio 2021”.
Nessuna parola, invece, per quanto riguarda i lavori al tetto e alle solette che hanno portato, già da mesi, alla chiusura di alcune sale della sezione della Preistoria.

Tempio Voltiano

“I lavori di ristrutturazione sono in corso e si prevede la conclusione a inizio agosto – ha riferito l’ex assessore – e verrà messa a bilancio la cifra necessaria per istituire le pratiche per la prevenzione incendi”. E, maledizione del Tempio permettendo, almeno questo spazio museale dovrebbe presto tornare completamente agibile.

Villa Olmo

Da dicembre i saloni della villa torneranno (finalmente) a ospitare una grande mostra grazie a Miniartextil che allestirà qui una tappa del suo evento annuale.
Bisognerà ancora attendere, invece, per il resto del compendio: “Nell’ambito del finanziamento Cariplo, è prevista a breve la pubblicazione dell’appalto per le serre e progetto preliminare per la villa”, sono state le sintetiche parole di Bella. Interessante lo spunto offerto da Barbara Minghetti (Svolta Civica): “Vista la temporanea carenza di spazi espositivi disponibili, perché non ipotizzare l’utilizzo, per piccoli eventi, della ex-casetta del custode di Villa Olmo recentemente restaurata?”.

Palazzo Natta

Lasciato a marzo dall’Università dell’Insubria, Palazzo Natta aspetta inquilini ma, soprattutto, buone idee. Unica certezza, dalle parole di Bella, è che “la prevenzione incendi relativa all’utilizzo come uffici e aule andrà opportunamente rivista se si decidesse di utilizzarlo come spazio culturale”. Scelta non obbligata, ovviamente. L’importante è prendere una decisione e non lasciare le sue meravigliose sale abitate solo dai fantasmi di quello che sarebbe stato bello fare “ma…”.

Broletto e Spazio Natta

Ovvero un sogno chiamato “finanziamento regionale”.
“Questi spazi non necessitano di lavori particolarmente lunghi per l’adeguamento alle normative antincendio ma occorre una progettazione – ha riferito Bella – questi interventi sono stati inseriti nel finanziamento di 1 milione di euro concesso da Regione Lombardia per una quota di 267 mila euro (la cifra restante è destinata all’abbattimento di barriere architettoniche Ndr)”. Tutto bene, con un ma: “I lavori devono iniziare entro fine ottobre, pena la perdita del finanziamento”. Calendario alla mano, 120 giorni.

San Francesco

“Oltre agli impianti, probabilmente da certificare, recenti ispezioni hanno evidenziato criticità alla copertura che necessita di interventi prioritari”, ha detto Bella. Quando e come restano misteri insondabili.

Padiglione ex Grossisti

“Con l’assessore Gentilini abbiamo individuato quest’area per una possibile destinazione culturale ed espositiva”, aveva annunciato Bella in commissione. E, in effetti, così è stato. Grazie a Miniartextil, un’opera site-specific di Stefano Ogliari Badessi proverà a dare finalmente vita a uno spazio dimenticato ma dalle potenzialità enormi.

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