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Como e lo sfratto al Carducci, Rapinese: “Occupato abusivamente. Le attività? Mary, non finisce qui”. Forgione: “Monologo senza contraddittorio”

In un video pubblicato in queste ore il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, torna sulla vicenda dell’associazione Carducci di viale Cavallotti a Como. Caso che si protrae da tempo e passato attraverso un braccio di ferro giudiziario e con il sodalizio che dovrà lasciare lo stabile il prossimo 5 novembre alle dieci del mattino (qui tutte le cronache).

Il primo cittadino interviene ricostruendo passo passo la posizione del Comune nel corso degli anni e parla di spazi occupati “abusivamente”, “arbitrariamente” e “senza titolo” dall’associazione. Non solo riferendosi alle attività esterne ma organizzate all’interno degli spazi dello stabile in più di un passaggio il sindaco sottolinea: “Dobbiamo chiederci anche un po’ di cose: come erano le attività svolte all’interno, chi pagava cosa e perché”. E poi, appellando la presidente del sodalizio Maria Cristina Forgione, “Mary” (con sfumatura vagamente anglofona) lascia intendere che le partite giudiziarie sono tutt’altro che chiuse: “E anche su questo stai tranquilla, Mary, che non finisce qui. Ci rivediamo nelle opportune sedi, chi ha tempo aspetti tempo e sembra che il tempo sia dalla mia parte. Buona giornata. Spero di essere stato chiaro”.

Il ragionamento del sindaco dura oltre 11 minuti. Così pubblichiamo il video e, soprattutto, la trascrizione integrale dell’intervento poiché chiarisce la posizione del Comune sull’intera vicenda chiamando anche dal passato le azioni dei predecessori Landriscina e Lucini.

IL VIDEO DEL SINDACO

LA REAZIONE DI FORGIONE

La presidente del Carducci su Facebook ha pubblicato questa replica (con screenshot dal Fb di Rapinese):

È giusto che sia pubblico come vuole il nostro Sindaco. Credo nella democrazia. Il primo cittadino si esprime così.
È giusto ascoltare la sua voce.
VOGLIO CHE SIA CONDIVISO DAPPERTUTTO E DIVENTI VIRALE.
Questa è la politica attuale e il suo disegno.
Questo è il linguaggio di chi ci rappresenta.
MONOLOGO SENZA CONTRADDITTORIO.
È una giusta scelta.
RACCONTANDO QUALCOSA DI FANTASTICO
Chi ha perso?

LA TRASCRIZIONE INTEGRALE DELLE PAROLE DEL SINDACO

Ahimè! Quando ho deciso di candidarmi a Sindaco per il Comune di Como, ben sapevo quali sarebbero stati i problemi, ovvero un sacco di situazioni totalmente trascurate in nome, se volete, del consenso, in nome della mancanza di coraggio, in nome del volemose bene una a una queste situazioni le stiamo risolvendo. C’era il camping No- stress per esempio che non aveva nessun titolo ma nessuno ha mai avuto il coraggio di prendere il toro per le corna e risolvere la situazione.

E così c’erano campi da calcio dove nessuno pagava le concessioni, c’erano Tari evase per milioni, c’erano occupazione di suolo pubblico, tavolini che non pagavano. E c’era Carducci che era un’altra delle situazioni da sistemare. Nel 1930 c’è un una vicenda complicatissima dal punto di vista amministrativo ma che in buona sostanza fa sì che questa associazione, sempre che sia l’associazione Carducci e questo è uno dei temi sul tavolo, questa associazione aveva il beneficio di due locali più un utilizzo saltuario della sala concerti. Negli anni prendi un localino oggi, prendi un localino domani prendi, un localino domani si prende tutto il palazzo. Quando Insubria se ne va prendono addirittura anche l’altro palazzo e utilizzano delle catene.

Dal punto di vista del diritto non c’è nessuna discussione, nel senso quegli spazi appartenevano al Comune di Como tant’è che li aveva concessi per esempio ad Insubria perché ci piazzasse l’università e l’ha sempre trattata il Comune. Va bene. Situazione chiara, situazione chiara. A un certo punto succede che Rapinese dice va bene, troviamo una soluzione perché non è che potete prendervi un palazzo così, ma perché se no domani tutti si prendono un palazzo così. L’amministrazione ha bisogno di trasparenza e regole certe per tutti, perché non è che si applica la legge solo a chi non è rappresentativo o chi magari non ha soci o chi non ha una storia.

La legge è la legge per tutti, e lì la legge era violata. A un certo punto succede che il Comune, per il tramite della giunta Landriscina, fa una richiesta di denaro per tutte le spese condominiali che erano in capo all’associazione che in verità nei suoi due localini piccolini e nell’utilizzo saltuario della sala concerti, aveva l’utilizzo gratuito a spese del Comune. Quindi luce, gas, ma tutti gli altri locali che ha occupato arbitrariamente, addirittura che ha concesso in autonomia come fossero suoi ad altre associazioni che non hanno nessuna relazione con il Comune di Como, o meglio che magari hanno delle relazioni con il Comune di Como, ma cui il Comune di Como non ha mai detto tu puoi andare al Carducci.

E allora mi chiedo se questa associazione avesse deciso di dare gli spazi ad altri? Se avesse deciso addirittura di affittarli? A che titolo, a che titolo li concedeva? A fronte di quale canone e perché a quelle associazioni e non ad altre? Qui interviene la Repubblica che chiede norme certe, trasparenza, diritto, eccetera, eccetera. A un certo punto, dicevo, la Giunta Landriscina chiede il denaro per tutte le spese derivanti da tutti gli altri spazi occupati arbitrariamente. Ma non solo: ci sono evidenze anche della Giunta Lucini che chiede. E questi bellamente non pagano una mazza ma questa è un’altra storia. A un certo punto Landriscina gli chiede un conto e glielo chiede male, cioè quando il Comune di Como ha perso con il Carducci una causa è perché i soldi che ha chiesto il Comune come li ha chiesti male. Tant’è che li stiamo richiedendo in altra maniera ma che quelli siano dovuti non ci piove. Se mi chiedi male, se mi richiedi con un titolo sbagliato, giustamente il giudice dice guarda che non devi chiederli così, devi chiederli cosà. Va bene e anche questo è risolto. Allora a un certo punto, dopo mediazioni infinite da parte dell’amministrazione, sono andato più volte al Carducci ad incontrarli dicendo “ragazzi qua si mette male. Dai, siete un’associazione importante del territorio, mettetevi in riga e tutte le altre affermazioni, le potete notare e vedere sui quotidiani on line cartacei.

A un certo punto questo ente dice va bene, i giochi son finiti, le mediazioni son finite nel gran can-can generato dalla sconfitta in tribunale sulla errata richiesta di fondi, sembrava che Carducci avesse tutti i diritti di continuare a perpetrare queste occupazioni arbitrarie di spazi che peraltro sono anche un po’ gravine. Perché in più di 500 giorni fa la giunta decideva di dare il pianoterra del palazzo ex università, occupato oggi arbitrariamente senza un titolo dal Carducci, al Conservatorio.

Quindi non è che Carducci ha la cultura e al Conservatorio sono dei magutti, con tutto il rispetto per i magutti che hanno la cultura del fare. Di conseguenza anche questa leggenda della cultura e del Carducci fa veramente non sorridere, ridere perché non stiamo dando quegli spazi a una carrozzeria, quegli spazi al Conservatorio di Como. E si sono posti un piccolo problema, il Conservatorio ha ricevuto un finanziamento ministeriale che rischia di perdere, ma noi abbiamo già dato e concesso quegli spazi occupati arbitrariamente dal Conservatorio.

Ma il Carducci ci ha messo delle catene senza un perché, senza un perché. Lo dico per la terza volta, senza un perché. Ha messo le catene lì e in un altro spazio. Questo è un po’ delicato: le catene anche al Museo Casartelli Museo Casartelli, che è un museo riconosciuto da Regione Lombardia. Di conseguenza è un po’ come se qualcuno avesse messo le catene al tempio Voltiano perché aveva voglia di mettere le catene al tempio Voltiano. Ma non è uno sconosciuto che è passato di lì e ha messo una catena, sappiamo anche che è stato, e in più lo diceva anche in forza di diritto, di un diritto che non aveva, infatti in questa causa civile con la quale hanno chiesto di interrompere lo sgombero con la pubblica forza, il giudice ha detto “no, scusa, spazio aria” e ha rigettato. Faceva pure pagare le spese. Quindi ad oggi, stringiamo, questa associazione, sempre che sia l’associazione titolata e anche di questo non abbiamo nessuna evidenza, questa associazione oggi a cos’ha diritto?

Due localini, un utilizzo di due localini con corrente e riscaldamento pagati, e una parte della sala concerti adiacente. Bene, però c’è un problema: tu sei stato un concessionario del comune di Como, e ai concessionari del Comune di Como che affittano spazi senza averne titolo. In questo caso non hanno neanche subaffittato i loro, hanno concesso, senza averne titolo, altri spazi del Comune di Como alle associazioni in maniera arbitraria. Hanno occupato abusivamente, cinghiato, una sala che dovevamo dare al Conservatorio, che ha perso più di un anno di tempo nei lavori di ristrutturazione, pianificazione del progetto, eccetera eccetera, così. E in più ci ha chiuso un museo che era nostro, nel lascito alla città era proprio chiaro. Ecco il nostro regolamento Regolamento dice che se ti comporti così la tua concessione non ce l’hai più e la loro occupazione si configura come una concessione. Quindi abbiamo chiesto: hey ciccio, adesso non solo mi ridai tutti degli spazi che dovevi darmi ma visto come ti sei comportato, adesso prendi e te ne vai e lasci tutto il palazzo, tutto.

Adesso, quando hanno capito che le sceneggiate mediatiche e i fuochi d’artificio, “Rapinese cattivo. Noi siamo la cultura”. Come se il conservatorio invece fossero. Ma va bene, lasciamo perdere…

E adesso che non funziona più scrivono al questore, al Prefetto dicendogli “no, troviamo una mediazione”. Ma non funziona così, anche dal punto di vista giuridico la mediazione si colloca all’inizio della lite. Cioè vuoi mediare? No. Bene, inizia la lite ma non è che quando stai per pagare il conto di tutto quello che hai combinato dici “no scusate ho scherzato” perché se no questa è la politica perfetta da utilizzare nei confronti di tutti quelli che hanno capito che ormai la giustizia sta facendo suo corso e dice: “No, ti prego, no, avevo scherzato”. E peccato,  mi spiace, e tra l’altro dovevi pensarci prima. E come finisce questa storia? Finisce che hanno sprecato l’opportunità di negoziare con l’amministrazione quando era stata offerta una possibilità. Hanno dimostrato di non essere degni di occupare spazi dell’amministrazione perché si sono comportati in una maniera discutibile, opinabile E come con tutti quelli che si sono comportati così: fuori, basta che abbiamo dato un bene pubblico, non hai rispettato le regole, non sei più meritorio di questo bene pubblico.

Fine del cinema. C’est fini, basta. Ora, ribadisco, è stata fatta una richiesta di mediazione, fatti salvi diritti eccetera eccetera. Noi di diritti stiamo parlando. Una cosa è certa, che il diritto di sgombero con la pubblica forza è un diritto cristallizzato. Sono decorsi i termini e se uno ci pensa un po’ su, con tutti gli avvocati che hanno, perché non sono andati al Tar che era la sede opportuna, a dire “Hey, fermate questo sgombero con la pubblica forza”? Perché? Con tutte le cause che hanno, fatto con tutte le resistenze che hanno fatto, perché? Perché hanno lasciato cristallizzare un diritto? Perché se fossero andati al Tar scoppiavano a ridere, perché non c’è nessun titolo per il quale si potessero occupare quegli spazi che sono del Comune.

E quindi hanno cercato in un’altra sede, che era il processo civile, di dire “noi l’abbiamo usucapito”. Che fa ridere solo a pensarci, un bene demaniale…ma fa ridere anche solo pensarci. Il giudice secondo me in quel momento poteva solo che ridere, e infatti finta così ci devono pagare anche le spese. Quindi io do un suggerimento oggi al presidente della associazione Carducci, sempre che avesse il titolo fin dall’inizio perché è una delle questioni sulle quali non abbiamo ottenuto risposte dell’associazione: fate così, chiudete tutto, dateci le chiavi e sicuramente la situazione non si aggrava.

E questo è un consiglio che vi do da amico. Quindi, chiarito tutto quanto, poi sento partiti che fanno i complimenti alla Maria Cristina Forgione: “Brava resisti, eccetera”. Io non so ci sia da fare i complimenti al Presidente di un’associazione che occupa arbitrariamente spazi, che cerca di mettere in difficoltà il Conservatorio anche a fronte del fatto che non avevi uno straccio di diritto per farlo.

Evidentemente queste sono le politiche che piacciono ai partiti ma tutti insieme e destra sinistra tutti insieme: “Vai avanti Maria Cristina Forgione”. Vediamo alla fine, nella nostra Repubblica la giustizia è lenta ma poi arriva e le chiacchiere a un certo punto stanno a zero. Quindi [legge una nota dell’associazione: “Alla luce di quanto sta accadendo in questi giorni al fine di trovare una composizione della controversia che porti una distensione dei rapporti”. Ma è vero? Dopo tutto quello che è stato detto è questo che scrive la Maria Cristina? “Il riconoscimento del valore della cultura non contrapposto alle istituzioni” . Cultura? Mary, scusami, ma il Conservatorio è quello che è lasciato fuori da più di 500 giorni e non hai voluto che noi concedessero gli spazi. Non era cultura?

E poi dobbiamo chiederci anche un po’ di cose: come erano le attività svolte all’interno, chi pagava cosa e perché. E anche su questo stai tranquilla Mary che non finisce qui. Ci rivediamo nelle opportune sedi, chi ha tempo aspetti tempo e sembra che il tempo sia dalla mia parte. Buona giornata. Spero di essere stato chiaro.

 

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18 Commenti

  1. Ma quali sconfitte..da chi?
    Chi ha sempre fatto i propri comodi ora rispetta le regole!
    Ciapa e porta a ca’!

  2. Ahahaha il Sindaco del Nulla che reclama la T R A S P A R E N Z A…ma davvero ci fa o ci è?

    Allora noi…chiediamo la C O E R E N Z A al Sindaco del Nulla…sia trasparente e nell’ordine:
    Ci fornisca i conti delle due tornate dei Natali organizzati da lui e i suoi uffici
    Ci fornisca i carteggi che illustrano le ragioni per le quali ha assegnato una struttura pubblica (palazzetto-palestra Ronchetti di via Giulini) a una società di Pallavolo senza nessun tipo di gara
    Ci spieghi, chiarendola nel merito, perchè Como Nuoto è ancora dentro l’impianto di Viale Geno (impianto non a norma a detta del suo Presidente)
    Ci dica perchè non interviene per ripristinare la scala della scuola media Parini di Como
    Ci dica a che punto è con i lavori di Via del Dos (micrcopiscine e palestre) e che fine faranno gli impianti semmai ci sarà l’apertura della cattedrale nel deserto
    Ci dica che cosa intende fare dei campi di calcio Russolillo (https://comozero.it/attualita/i-campi-da-calcio-devastati-le-strutture-a-pezzi-como-lo-scandalo-del-glorioso-centro-sportivo-comunale/) già pesantemente vandalizzati
    Ci dica quando potremo parcheggiare in Ticosa (tra 3 o 6 mesi?)
    Ci dica che fine faranno gli immobili (scuole) che sotto la scure delle chiusure intenderà chiudere!!

    Dai Sindaco che la Trasparenza richiede COERENZA

    #rapiout
    #seloconosciloeviti
    #tantafuffa

  3. Comunque è bellissimo che un sindaco utilizzi esclusivamente Facebook come “canale ufficiale” (ah questi “conti” di provincia 😂… non mi aspetto che i vari Guido, Mario e Alessandro capiscano la battuta, ovviamente) dove ha bannato tutti i contestatori che, ovviamente, non possono accedere ad alcuna informativa diretta.

  4. Avanti fino alla fine SINDACO!! Dalle utenze dei centri sportivi non pagate….ai cimiteri…..agli “amici di questo e di quello” ….. PIAZZA PULITA !! E pugno duro con gli Svizzeri che mettono macchine ovunque. E via alla riscossione delle multe prese dagli stranieri e mai pagate. Carducci indegno. Ora andrei a vedere anche le attività “collegate” . Tutte culturali e gratis???

      1. Esattamente a cosa fa riferimento? Crede forse che l’amministrazione non abbia già fatto i dovuti controlli? Fino ad oggi Rapinese non ha mostrato favoritismi per nessuno, senza eccezioni.
        Se ha notizie diverse le condivida…

    1. Se la tracotante per lei è la presidente che cerca umile il dialogo in extremis, come definirebbe il Sindaco che la accusa e la minaccia in pubblico? Una mammoletta?
      Si può anche essere vincitori nelle carte bollate ma sconfitti moralmente.

      1. Io ricordo una diffida al comune dal cedere a terzi i locali del Carducci, con richiesta di accesso agli atti per cessioni precedenti con possibilità di richiesta danni etc. Se il tutto si basava sull’usucapione… Ora cercare il dialogo non mi pare segno di umiltà, poi vedremo come va a finire

  5. “MERY PER SEMPRE”!
    Citando la “cultura” tanto al chilo, la crassa ironia del sindaco evoca il titolo del film del 1989, tratto dal romanzo di Aurelio Grimaldi e ambientato nel carcere minorile di Palermo in cui un professore conquista la stima dei reclusi nel riconoscere il valore dei singoli e nel valorizzarne speranze e aspettative.
    Purtroppo il monologo del sindaco di Como evoca il film solo nello sfottò finale, perché se di cultura si tratta questa non può essere contrapposta ad altra cultura ma entrambe sostenute e incentivate.
    Evidentemente, il potere galvanizza la bellicosità di qualcuno mentre rende umili e attente le persone che pensano di avere sempre qualcosa da imparare.

    1. Bastasse un selfie per autodefinirsi vincitori. Ma la vita reale NON È Instagram!
      E poi, ci possono essere vittorie a tavolino che diventano pesanti sconfitte morali.

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