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Como, festa per la rinascita del vecchio edificio sociale di quartiere: “Era irrecuperabile, così l’abbiamo salvato”

Dal 2013 Rete Irene si occupa di riqualificazione energetica degli edifici, con un obiettivo preciso: migliorare la qualità dell’abitare per promuovere uno sviluppo sostenibile anche dal punto di vista sociale. Una convinzione che negli ultimi anni ha spinto la rete di imprese a dedicarsi in particolare agli edifici del terzo settore, realtà spesso fondamentali per i territori in cui operano, ma che devono far fronte a costi gestionali importanti, soprattutto legati all’energia.

“Oggi Asylum ha costi energetici drasticamente ridotti”

Tra i progetti più significativi portati avanti da Rete Irene c’è quello realizzato a Como per l’associazione Asylum, una realtà radicata nel quartiere di Camerlata che da anni lavora a favore delle categorie fragili, con particolare attenzione a bambini e ragazzi con disabilità e disturbi dello spettro autistico. Asylum, oltre a offrire supporto e accoglienza, è anche un punto di riferimento per la coesione sociale del quartiere.

“Il caso di Asylum è stato particolarmente interessante – ha raccontato Manuel Castoldi, presidente di Rete Irene – perché si trattava di un edificio vecchio e malandato, difficile da recuperare senza un intervento strutturale importante. Grazie all’incentivo Superbonus 110%, siamo riusciti a intervenire in modo radicale e oggi l’associazione si ritrova con una struttura completamente riqualificata, più efficiente e con costi energetici drasticamente ridotti. Questo significa per loro più risorse da destinare all’attività sociale e di accoglienza, che è difficile e impegnativa ma fondamentale per la comunità”.

“Un salto di 4 classi energetiche: da F a B”

Il lavoro sul centro di Asylum ha visto la collaborazione anche di Codice Insolito, impresa comasca associata a Rete Irene e guidata da Cristina Zinoni, una delle poche donne a capo di un’impresa edile, come sottolinea con orgoglio Castoldi. “Per noi è stato bello anche da questo punto di vista: un’impresa del territorio, guidata da una donna, che lavora per una realtà sociale della nostra città. Queste sono le storie che vale la pena raccontare”.

L’intervento ha riguardato l’isolamento della copertura, un impianto fotovoltaico e solare termico, la sostituzione della centrale termica con una caldaia a condensazione e la sostituzione completa dei serramenti. Trattandosi di un edificio vincolato, il cappotto è stato realizzato dall’interno, nel rispetto dell’architettura originaria. “Il nuovo edificio è stato inaugurato con una bellissima festa il 22 giugno – ha raccontato Castoldi –  c’erano salamelle, bibite e musica. Un evento molto partecipato, c’erano circa 200 persone, che ha celebrato il rinnovamento quale potentissimo motore di coesione e inclusione sociale. Uno dei motivi per festeggiare è stato sicuramente il salto di 4 classi energetiche: da F a B, che ha permesso di conseguire il 67,10 % di efficienza energetica, con 134.416 kWh/anno di energia risparmiata. È stato un intervento completo, che ha restituito dignità a un luogo importante per il quartiere e la città”.

“Il Superbonus 110% può fare la differenza”

Quello di Asylum non è l’unico progetto portato avanti da Rete Irene nel Comasco. Un altro cantiere significativo è stato quello della sede della Croce Azzurra di Rovellasca, anch’esso riqualificato per abbattere i costi energetici e liberare risorse a favore delle attività di assistenza.

“Il messaggio che vogliamo far passare – ha continuato Castoldi – è che, se usato bene, il tanto discusso Superbonus 110% può fare la differenza, soprattutto per gli enti del Terzo settore. Significa meno bollette da pagare e più risorse per aiutare chi ha bisogno. E quando lavori in contesti come questi, oltre alla componente professionale entra in gioco anche quella emotiva. È diverso da un semplice intervento su un condominio privato. Qui sai che stai contribuendo concretamente al bene comune, e lo fai con ancora più passione”.

La storia di Asylum e del lavoro di Rete Irene è anche un esempio di come le imprese locali possano collaborare con il mondo del volontariato e delle associazioni per migliorare la qualità della vita delle persone. Un racconto che fa bene, non solo per l’ambiente, ma anche per la comunità.

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