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Como alla fiera dell’Est: Nina, Manuela e i market dove spira il vento d’Oriente

L’essenza di Como come crocevia al centro quasi esatto d’Europa si manifesta con evidenza in appartati angoli della città dove popoli venuti da lontano non solo si sono stanziati ma hanno portato anche il loro cibo, antico antidoto alla mancanza di casa.

Ai più verrà subito in mente via Milano alta, epicentro di gastronomia meticcia, di sapori remoti, prelevati dai mercati del Cairo, Karachi, Delhi o Tangeri.

Ma esiste anche una Como, meno nota, più discreta di una trafficata kasbah, che confina con Tblisi, Bucarest, Chisinau o Mosca. Porte dimensionali verso l’Europa dell’Est sono due minimarket, innestati nel tessuto di Como Borghi.

“Ho fatto i lavori più diversi per poter aprire questo locale – racconta Nina Khodunova, proprietaria, insieme alla sorella Tania, de “I sapori di casa tua”, mercatino di specialità russe stretto tra un parrucchiere cinese e un bar italiano in via Giulini- la sera lavoravo nei ristoranti mentre la mattina tenevo compagnia a un’anziana professoressa di Como a cui ho letto Anna Karenina integralmente, più e più volte. Poi quando ho avuto la possibilità ho chiesto un prestito e ho aperto in via Monti nel 2015, trasferendomi qui giusto qualche mese fa”.

La storia di Nina, 33 anni, è eclettica come l’assortimento di merce che vende.

Caviale, pesce marinato, vino georgiano a riposo in barocche bottiglie allineate sugli scaffali dietro alla cassa, in esposizione insieme a matrioske colorate, bicchierini da vodka adornate con la bandiera della federazione russa e tazze da caffè con il volto di Vladimir Putin.

“Mio padre è russo e mia madre è ucraina, veniamo un po’ da posti diversi -scherza- io sono arrivata in Italia nel 2006. Ho studiato da cuoco e pasticcere a Torino. E se questo mercatino è il mio orgoglio, aprire un ristorante, un domani, rimane il sogno della mia vita”.

L’attività di Nina serve un pubblico misto: gli stranieri dell’Est che cercano sapori di casa, come suggerisce il nome del locale, o gli italiani che cercano sapori stranieri.

“Spesso alcuni russi o altre persone dell’Est entrano pensando di trovarsi in un market italiano -racconta Nina- e rimangono stupiti nel vedere carne e formaggi tipici della loro terra. Gli italiani rimangono affascinati, invece, da prodotti che qui sono semplicemente introvabili”.

Giusto un centinaio di metri più in la, oltre la ferrovia, in via Carloni, Manuela Hincu siede dietro il banco frigo di “Noroc”, negozio di alimentari rumeni.

“Ci siamo trasferiti per poter permettere a nostra figlia di studiare in Italia. Siamo arrivati durante il carnevale del 2006, e scherzavamo sul fatto che tutti quei coriandoli fossero per noi – racconta la donna, un passato da assistente sociale originaria di Galati, nell’Est del paese – ho poi deciso aprire il negozio nel 2008. Al tempo il Comune contava circa 2mila rumeni. Oggi siamo molti di più. Offrire un po’ di conforto ai nostri connazionali sembrava un ottima idea”.

Dopo primo periodo di assestamento e con l’ingrandirsi della comunità rumena gli affari hanno cominciato a decollare per Manuela anche grazie al supporto del vicinato. “Ricordo la prima festa della via dopo l’apertura. All’inizio ero preoccupata di non essere riecevuta bene – racconta Manuela, lasciando spazio all’orgoglio – ho preparato una degustazione di cibo rumeno e molti residenti sono diventati miei clienti”

L’enorme varietà di carni affumicate e insaccati tipici della cucina rumena, infatti, non hanno attratto solo stranieri malinconici.

“Tanti italiani, specialmente del sud, vengono da noi perchè riconoscono dei sapori familiari – dice la donna, spiegando come la cucina italiana e quella rumena non siano poi così diverse – noi, ad esempio, bolliamo il nostro ciolan, lo stinco di maiale insieme alle verze, come la cassoeula di qui”.

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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