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Fondazione Volta, caso Castelli: dubbi di Brenna. Pizzagalli verso la vicepresidenza

Acque sempre agitate, e non sono quelle del lago, lambiscono Villa del Grumello. E’ sempre Fondazione Volta al centro del dibattito economico e politico di questi giorni. Venerdì scorso l’Assemblea dei soci ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione, venerdì (29 giugno) prima convocazione del board e nomina di presidente e vice.

Nel primo caso praticamente certo l’incarico a Luca Levrini (medico e docente dell’Insubria) mentre nel secondo caso vi sono ancora diversi dubbi (anche se in queste ore si è fatto largo, con ampi margini di probabilità, il nome di Francesco Pizzagalli presidente Gruppo Alimentari di Unindustria, della Fumagalli Salumi di Tavernerio, nominato da via Parini).

Venerdì inoltre sarebbe data per certa l’assenza di Pierluigi Tagliabue (già anima di UniverComo, al secondo mandato), se si tratti di un impegno personale o, come sostiene qualcuno, un mezzo passo indietro non è ancora possibile saperlo. L’interessato, contattato, ha preferito rinviare ogni spiegazione.

Da diverse settimane è il ritorno di Giuseppe Castelli a scatenare tensioni (anche in questo caso contattato telefonicamente ha preferito rinviare ogni commento ai prossimi giorni). L’ex presidente di Centro Volta, come ampiamente anticipato, è stato indicato nel trittico di rappresentanti delegati dal comune di Como. Nomina mal digerita da tutti i soci di minoranza dell’ente dopo l’ultima relazione al bilancio del presidente uscente, Mauro Frangi, dove sono spuntati i debiti dell’Ente che poi fusosi con UniverComo dette vita a Fondazione:

Abisso Centro Volta: debiti per oltre 1milione e 200mila euro. E paga Fondazione

E’ stato per primo Giovanni Pontiggia, rappresentante delle Bcc in assemblea, a sollevare perplessità. “Il presidente Frangi – ha detto – ha lavorato per sanare i danni patrimoniali evidenziati nell’ultima relazione, l’intero Board si è mosso molto bene, mi chiedo perché non si sia scelta la continuità, visto che ci sono nomine di cui ciascuno dovrà assumersi la propria responsabilità, nomine che per ragioni di opportunità sarebbe stato sconsigliabile fare”. La linea di Pontiggia è stata sposata da tutti i soci di minoranza: Unindustria e sindacati. Come noto per il momento Ance e Confartigianato si sono sfilati mentre il Comune di Campione ha ben altro cui pensare.

Oggi Graziano Brenna – delegato di Camera di Commercio – esprime lo stesso scetticismo. Una posizione netta in vista del board di venerdì che vedrà il primo confronto fra tutti i rappresentanti. “Fondazione è uno strumento strategico per il territorio, parliamo di formazione eventi e cultura. Quando sono stato nominato per la prima volta non mi aspettavo una situazione tanto complessa. I problemi elegantemente evidenziati da Mauro Frangi sono stati messi in linea e risolti o in via di risoluzione, sono state stanziate riserve. Oggi il bilancio è chiaro e trasparente come non è mai stato. Da venerdì con presidente e vice potremo lavorare”.

Il presidente, appunto. Qualcuno messo in dubbio la nomina di Levrini vista la docenza all’università dell’Insubria, ateneo che riceve contributi da Fondazione. “Como è una città strana, mettiamo in discussione tutto. Io, e non solo io, non vedo incompatibilità per Levrini. E’ un medico, un docente, un uomo di cultura legato al territorio. Mi creda, si tende troppo spesso a cercare la polvere nelle pieghe”.

Per quanto riguarda la vice presidenza pare sfumata l’ipotesi Castelli (come detto in favore di Pizzagalli), nome al centro di dibattiti continui:

CASO CASTELLI, TUTTE LE TAPPE

Ho avuto molte cariche di rilievo negli anni – racconta Brenna. Quando ero nell’Associazione Tessile come vice delegato ci furono problemi con le fatture e si aprì una ben nota vicenda giudiziaria: 11 anni di processi, due Cassazioni e infine fui assolto. Non c’entravo ma avevo una carica, vien facile dire: non hai vigilato a sufficienza. Ognuno di noi lavora e non vive nell’Ente in cui è delegato. Su Castelli non ho alcun dubbio è persona onesta e capace”. Però. “Però credo vi sia una questione di opportunità, io non sarei tornato, non mi sarei riproposto così come non ho accettato un ritorno nel Tessile nonostante l’assoluzione piena. Credo non sia una nomina opportuna ma ciascuno decide per sé”.

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