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Como, i 15 anni di flop da 9 milioni fanno scuola: il Comune per vendere il patrimonio si affida ai Notai

L’eterno flop da 9 milioni di euro – leggasi tentativi di vendita da 15 anni dell’ex orfanotrofio di proprietà comunale (nella foto) – ha fatto scuola. E la giunta Rapinese, nel tentativo di evitare altre dismissioni di immobili finite senza acquirenti, tenta una mossa nuova: un accordo strutturale tra Comune di Como e Consiglio Nazionale del Notariato per la gestione delle procedure d’asta relative all’alienazione del patrimonio immobiliare. In particolare, partendo esattamente dal già citato ex orfanotrofio, di tutti quegli immobili inseriti ogni anno nel Piano delle Alienazioni e delle Valorizzazioni.

Il motivo, già intuibile, è stato messo anche nero su bianco: “Non è infrequente che le aste per l’alienazione del patrimonio immobiliare vadano deserte, nonostante la pubblicazione su quotidiani di tiratura nazionale”, per cui “è necessario valutare l’utilizzo di strumenti, anche tecnologici, che assicurino una maggiore diffusione dei bandi indetti e che, parimenti, comportino una razionalizzazione delle risorse umane ed economiche impiegate nelle procedure di alienazione”.

E quindi ecco la decisione della giunta Rapinese: affidarsi al Consiglio Nazionale del Notariato che “tramite proprie strutture specializzate di coordinamento, attua procedure di vendita sicure e uniformi, consentendo la tutela dei pubblici interessi e la specifica soluzione delle connesse problematiche giuridiche, parimenti garantendo certezza giuridica e trasparenza”.

Ma non solo, perché il servizio verrà erogato dal Consiglio Nazionale del Notariato senza costi aggiuntivi per il Comune, in quanto i costi di procedura per la partecipazione all’asta saranno addebitati integralmente al soggetto aggiudicatario. E qualora l’asta andasse deserta, non verranno addebitati costi di procedura. Sarà la volta buona per scongiurare le aste deserte di Palazzo Cernezzi?

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19 Commenti

  1. Valutazione sproporzionata. Vincoli pesanti che limitano gli interventi e che comportano costi aggiuntivi. Nessuno investe se l’incidenza economica per il solo acquisto a cui si devono poi sommare i costi per notaio, tasse, progetti, oneri comunali, interventi edilizi, porta a superare e sballare i valori del mercato immobiliare. Così si scoraggiano gli investitori e non si trovano acquirenti. Rivedano le pretese economiche e provino a ridimensionare gli oneri comunali se non addirittura incentivare con formule che possano convincere e forse qualcuno si presenterà.

  2. Mi sembra una idea molto valida, la visibilità che può dare una iniziativa come questa, credo possa rendere disponibile la proposta ad una platea di potenziali interessati molto più ampia di quella fin qui toccata.
    Va per altro ricordato che anche il Comune deve, oltre al fissare il prezzo intervenire con il potenziale interessato per inserire nel PGT le varianti che renderebbero appetibile per il compratore l’acquisto. Faccio un esempio, favorire le vie di accesso della area alla viabilità ordinaria della zona.

  3. credo che il problema di questo immobile sia complesso e non si possa dare “colpe” a questa amministrazione o alle precedenti. mi spiego meglio, si tratta di un fabbricato di notevoli dimensioni e vincolato. ha un impianto tipico a cortili, con colonnati. Una struttura del genere non è di facile conversione, avrebbe avuto forse più senso mantenerla a destinazione pubblica, e quindi scuola / università /uffici / comune ecc.., con chiaramente ingenti costi di ristrutturazione, ma credo sarebbe stata un’opzione interessante per l’Insubria (se non si fosse già intervenuti a San Abbondio). chi potrebbe essere interessato all’acquisto oggi? per quale destinazione d’uso? una conversione in residenziale o alberghiero avrebbe dei costi estremamente rilevanti vista la necessità di stravolgere competamente l’impianto del fabbricato e la collocazione dell’immobile anche dal punto di vista viabilistico non è tale da assicurare il rientro dell’investimento…a meno di portare “a casa” il fabbricato a una cifra molto inferiore a quella prevista

    1. In effetti mi sfugge il contributo che possono dare i notai e la loro banca dati al buon esito della iniziativa. Personalmente ho visto sempre il notaio come una figura molto “statica”. Lui accerta e certifica soltanto l’esistente. Punto. Non lo ho mai visto in una posizione più dinamica nel ruolo di procacciatore d’affari che ti trova l’acquirente. Vedremo. A mio avviso l’unico modo per liberarsi dell’immobile è svenderlo e toglierli tutti i vincoli così almeno ci potranno fare la solita bella colata di cemento

  4. Hahahahaha altro blablabla del Nulla il Sindaco che può Tuttooooooo.
    Fare tuttooooo per non fare nulla!!!
    E intanto l’immobile continua a marcire, come il resto del patrimonio immobiliare sotto mantenuto e per nulla mantenuto.
    Dilettanti allo sbaraglio

        1. Hai centrato nel segno….fino al midollo Hasta la Victoria Siempre!!!
          Comunque per portare un contributo a questo gran bel tema…direi che l’immobile lo rileverà a 4 soldi il Como Calcio insieme al Politeama e ci farà dentro una bella foresteria con ristorante stellato per i suoi calciatori e la sera…feste a go go.
          Ah dimenticavo ogni mese lancio di scarpe griffate, con il benestare del Sindaco

    1. suppongo si astengano dal commentare stante la potenziale presenza della solita pletora di insultatori seriali e quasi sempre stupidi che sostengono Rapinese “a prescindere”

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