Avevano annunciato di rallentare il traffico e la promessa dei cicloguerrieri di Fridays for Future Como è stata in buona parte mantenuta.
Questa sera si è infatti svolto il tanto annunciato bike strike del gruppo ambientalista comasco: un corteo in bici in favore dell’ultimazione del tratto comasco di Eurovelo 5, pista ciclopedonale il cui progetto è duramente osteggiato dai commercianti del mercato coperto di via Mentana, dove l’opera dovrebbe passare, la cui paura è perdere clienti allontanati dalla mancanza di parcheggi.
Partiti dal monumento ai caduti, diverse decine di persone in bicicletta hanno invaso le strade del percorso annunciato qualche giorno fa dal comitato organizzatore.
Prima tappa, Villa Olmo, raggiunta dai manifestanti non attraverso la passeggiata Gelpi ma tramite viale Fratelli Rosselli e, poi, via Borgo Vico.
Sia all’andata che al ritorno, i manifestanti sono riusciti a rallentare sensibilmente il traffico. prima in un senso e poi nell’altro, per diversi minuti.
Accompagnati da musica e cori, nel corteo c’erano diversi volti noti delle proteste per il clima di questa primavera, tra cui Davide Faifer, primo fautore degli scioperi per il clima tenutisi nei mesi scorsi davanti a palazzo Cernezzi.
“Oggi sta andando molto bene – ha spiegato Faifer a ComoZero, dicendosi soddisfatto della manifestazione, mentre il corteo si avviava su viale Masia per poi imboccare la tangenziale di Como – se andiamo avanti così saremo davvero in grado di bloccare il traffico”.
Tra i manifestanti anche il consigliere del Comune di Como, Patrizia Lissi (Pd) con un cartellone sulle spalle che leggeva “Non perdiamo il finanziamento. Grazie alla giunta Lucini”.
Il messaggio fa riferimento ai fondi europei concessi per la realizzazione del tratto comasco di Eurovelo 5. Finanziamenti che, se non utilizzati entro la fine del 2020, verranno revocati.
“Ritengo sia importante che Como possa avere la propria porzione di Eurovelo 5 – ha spiegato Lissi – come è importante, allo stesso tempo, ascoltare i negozianti preoccupati”.
Durante la “biciclettata” di protesta abbiamo potuto anche scambiare qualche parola con altri partecipanti al corteo.
“Vogliamo far capire che la mobilità oggi non è tanto fare nuove strade ma nuove piste ciclabili – ha detto Teodosio Margherita, un altro dei manifestanti che ha spiegato a ComoZero il perchè costruire una ciclopedonale per la città sia importante – forse il progetto comasco di Eurovelo 5 non è stato spiegato molto bene ai cittadini. Il punto è che con una buona pista ciclabile si può arrivare dappertutto e molto velocemente, senza prendere la macchina”.
Una volta sulla tangenziale, il traffico non si è bloccato ma ha rallentato sensibilmente, con i due spezzoni del corteo, uno in bici e uno a piedi, sparsi lungo diverse decine di metri.
Non sono mancati alcuni momenti di disaccordo tra i manifestanti e i vigili urbani presenti sul percorso, negli istanti in cui l’accumulo di auto e moto era più problematico.
Ciononostante, il corteo, dopo aver raggiunto la rotonda di San Rocco, è poi sceso lungo via Milano alta, dove le decine di biciclette sono state riposte nel cortile Ciclofficine per tücc per un aperitivo vegano.
Il corteo si sposterà nelle prossime ore di nuovo verso il centro città, lambendo le mura e dirigendosi verso i giardini a lago, dove lo spiazzo della Locomotiva accoglierà i manifestanti fino a mezzanotte circa.
Domani, invece, in piazza Cavour, saranno presenti i gazebo di varie associazioni impegnate in una giornata di sensibilizzazione su temi quali ambiente e cambiamento climatico.
5 Commenti
Sarebbe molto bello lanciare a Como un’evento come la Critical Mass di Milano che si ritrova ogni giovedì sera
Comino dal commento che fai sei uno di quelli che mangia carne industriale comprata a chili al supermercato. Vai in macelleria, pagala il prezzo giusto, e vedrai che ne mangerai meno (e meglio) anche tu. Sti ragazzini con i 4 soldi che hanno in tasca fanno bene a mangiare vegano.
Io mangio di qualità, prediligendo la filiera corta per carni, verdure, frutta e latticini. Certo non sempre è possibile, soprattutto a causa delle stagionalità, ma mi attengo a quella che reputo essere la normale catena alimentare, prediligendo allevamenti che garantiscano una minima qualità di vita alle bestie, e quindi pagando più di quanto i “vegani” paghino i pomodori raccolti da braccianti sottopagati in Puglia.
Beh, senza’altro da ripetere un lunedì mattina, verso le 07.00…
Un bell’aperitivo vegano? Ecco perché questi incontri “pro ciclisti” non mi avranno mai…