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Como, i genitori alla dirigente: “Ci faccia iscrivere i figli al nido Magnolia, rispetti famiglie e Consiglio di Stato”

Dopo la vittoria al Consiglio di Stato, che ha di fatto bloccato la chiusura definitiva dell’asilo nido Magnoglia voluta dalla giunta Rapinese, il ‘Comitato Como a misura di famiglia’ scrive una lettera aperta alla dirigente del settore Politiche educative del Comune di Como chiedendo di rispettare la sentenza e la volontà dei genitori che ora vogliono garantire la continuità nella struttura ai bambini. Alleghiamo integralmente il testo di seguito.

Ci rivolgiamo a Lei, Dott.ssa Luciani.

Il Comitato Como a misura di famiglia ha appena appreso che il Comune non riaprirà le iscrizioni all’asilo nido Magnolia per i nuovi iscritti a partire da settembre 2024.

In una *email* inviata ai soli genitori dei bambini già frequentanti il nido Magnolia – a cui manca ancora almeno un anno di frequenza e che avevano risposto alla richiesta da parte del Comune di trasferimento in altra struttura con riserva in caso di non chiusura del Nido Magnolia al fine di garantire la continuità del percorso formativo – sono state date *48 ore* per confermare tale volontà.

Sempre nella stessa email viene segnalato che non ci sarà cucina interna, come è attualmente in essere, e che la *selezione del responsabile ausiliario ed educativo verrà confermata successivamente*.

A pochi giorni dalla delibera della Giunta Comunale n.66/24, che ha sospeso la chiusura dell’asilo nido Magnolia, ci domandiamo in che modo verranno garantiti i *diritti dei cittadini comaschi*, e non solo, di poter scegliere a quale nido iscrivere il proprio figlio.

Le iscrizioni di aprile non prevedevano, per i *nuovi iscritti,* la possibilità di scelta del nido Magnolia e diversi cittadini hanno optato per una scelta alternativa, sia essa comunale o privata. Ora che la delibera è sospesa è diritto dei genitori decidere dove iscrivere i propri bimbi. Chiediamo quindi modalità opportune e tempi corretti per rispettare le volontà delle famiglie.

La delibera sospensiva del 5 luglio, inoltre, evidenzia la *continuità educativa* come cardine nello sviluppo psicofisico del bambino – non garantire fin da subito lo stesso personale educativo ed ausiliario presente attualmente al nido Magnolia sembra andare in direzione opposta rispetto a quanto deliberato.

Chiediamo pertanto con quali azioni ed in che tempi garantirete alle famiglie attualmente iscritte la continuità educativa indicata in Consiglio di Stato.

Grazie per l’attenzione e buona giornata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

18 Commenti

  1. La città di serie a la vede solo lo sceriffo pinocchio……mi sembra che la misura sia colma e si dovrebbero organizzare forme di protesta sotto le finestre del comune durante un consiglio comunale…….come faceva lui con i precedenti sindaci…..

  2. Cari commentatori,
    credo che ci siano problemi che vanno al di là del tecnicismo amministrativo e di effetti di un’ordinanza di un organo giurisdizionale, ma che riguardano la buona convivenza civile e politica della città. Vessare continuamente i “genitori e le famiglie” con politiche contro le famiglie, come ad esempio aumentare indiscriminatamente le tariffe di asili e mense oppure con la definitiva eliminazione di servizi di prossimità (nidi, scuole infanzia, etc) NON E’ MAI UNA BUONA POLITICA, anzi E’ MOLTO GRAVE. Sono basito che giuristi che scrivono per commentare possano avvallare scelte del genere sapendo quali sono gli interessi sottostanti tutelati. L’ordinanza, se qualcuno di accorto l’ha saputa leggere, al di là di tutto ha dimostrato tutte le “BUGIE POLITICHE” costi, personale, vetustità ed economicità che erano state ventilate per motivare tale decisione di riorganizzazione. Un bellissimo teatrino di cartapesta crollato. La cosa peggiore è che questo modus operandi sicuramente potrebbe essere adottato su altri provvedimenti!!! Il tutto per portare avanti il proprio programma politico. Nella storia soltanto un partito ha fatto tutto quello che ha previsto, ma non è andata benissimo. Mi auguro che il dialogo e il rispetto della famiglie e dei fanciulli possa essere la guida per il futuro.

    1. Per carità. Ma il tuo è un giudizio politico, buono come il mio, e quello di chiunque altro. Il sindaco, ahi noi, è un altro, non siamo né io né tu.

      1. Bene la scelta politica, scelta di merito, male fare una scelta politica non corroborata da motivazioni e istruttoria adeguate. Ancora più male, non tenere conto per nulla delle normative base del nostro ordinamento (legge 241/1990 questa sconosciuta?!, corretta notifica dei provvedimenti amministrativi) nelle conseguenti comunicazioni alla famiglia di “adeguamento” all’ordinanza del Consiglio di Stato.
        Fare scelte politiche è un potere discrezionale, farle legittime è un dovere.

  3. La continuità scolastica, ragione della sospensiva del Consiglio di Stato, non viene lesa per chi deve ancora iscriversi al primo anno. Altrimenti non potrà mai chiudere, ci sarà sempre qualcuno a cui va garantita la continuità; ma il CdS non ha bocciato la riorganizzazione, ha solo detto che è prevalente l’interesse alla continuità scolastica. Di chi è già stato iscritto in anni precedenti, ovviamente.

      1. Commento abbastanza spesso su questo sito, senza mai cambiare nickname. Troverai certamente più commenti a sfavore di Rapinese (che, posso bullarmi, mi bannò dal suo profilo Rapinese Sindaco fin dai tempi dei migranti ai giardini della stazione San Giovanni, a causa di commenti non graditi) che commenti a favore. In questo caso, un po’ come l’orologio rotto che due volte al giorno segna l’ora esatta, non riesco a dargli torto (o meglio, capisco la logica di non fare iscrivere nuovi bambini, sulla decisione di chiudere non ho abbastanza elementi per avere un’opinione). Cmq capo si scrive senza accento, e kapò con la k, quindi non ho compreso fino in fondo il tuo tentativo di insulto 🙂

      2. Pare che il Consiglio di Stato abbia chiesto il rispetto di un principio di continuità educativa (che quindi vale per chi è già stato iscritto), non il diritto al “nido sotto casa”. Quindi l’Amministrazione Comunale può chiudere il nido quando chi ha iniziato a frequentarlo avrà concluso il periodo di frequenza.
        Detto questo, a me sembra che il Consiglio di Stato sia andato un po’ oltre, cioè abbia invaso il campo della discrezionalità tecnica. Tenere aperto un nido per alcuni anni e per pochi bambini ha un costo non indifferente per la collettività. Si può fare, ma il Comune dovrà risparmiare da qualche altra parte. Ci dica il Consiglio di Stato cosa tagliare, oppure quali tasse aumentare. Io aumenterei i costi di frequenza dei nidi fino a coprire integralmente il costo del servizio. Così, giusto per far capire a tutti quanto costa un servizio pubblico. Perchè purtroppo siamo tutti abituati a pensare che i servizi pubblici siano gratis e dovuti. Brutto modo di vivere in una Comunità.

        1. Personalmente penso sia un brutto modo di vivere in una comunità quando un investimento su giovani genitori e bambini, che saranno la società del futuro, viene visto come un mero costo.
          Proprio un brutto modo di vivere.
          Caro sig. Giovanni, pensa lo stesso per la cura degli anziani? E dei diversamente abili? Tutti costi che l’amministrazione dovrebbe ridurre al minimo con buona pace degli utenti che al limite vanno a usufruire dei servizi minimi un pò più lontano, oppure sono investimenti per una società che cura il benessere dei più fragili?
          Immagino quindi lei sia contento che la piscina di Via del Dos non riapra, un costo in meno per la comunità….

          1. Razionalizzare la spesa sociale è l’unico modo per potersela permettere, è inutile che viene qui a farmi la predicozza populista. In Italia, i rimborsi a piè di lista hanno portato al debito pubblico più alto del mondo in rapporto al PIL, parlo ovviamente dei Paesi industrializzati. Fino a quando cittadini, giudici e amministratori della cosa pubblica si limitano a dire “più stato sociale”, più pensioni, più sanità gratuita, asilo sotto casa per tutti, le cose potranno solo peggiorare. Faccio un esempio facile facile: quando io ero giovane, non esistevano ticket sanitari e ogni paesotto aveva il suo “ospedale”. Oggi paghiamo il prezzo di questa gestione dissennata, e se prenoti una visita oculistica col SSN te la fissano fra un anno. Capito come va a finire la storia? Sicuro che sia la cosa migliore per genitori e anziani del futuro? Capito che Paese stiamo consegnando ai nostri figli? Quando saremo in bancarotta il problema non sarà più quello della continuità educativa, sarà quello di riuscire a garantire l’istruzione pubblica….

          1. Il Politeama era all’80% già del Comune, Rapinese ha comprato il 20% rimanente spendendo 200k o giù di lì. L’avrebbe fatto chiunque. Ci sono tanti motivi per criticare le scelte dell’autoproclamato mister del Real Madrid, scegliamo quelle giuste… 😉

    1. Alessandro, davvero, datti pace. Non sei tu contro il mondo. Sei tu quello che deve applicare l’ordinanza. Il Consiglio di Stato ti ha anche detto che hai taroccato i numeri, dai basta. Una volta puoi anche perdere …

    2. Ehmmm
      Non esattamente.
      Si parla di “continuità scolastica” perché il Magnolia era inserito nel programma 0-6 e, per estensione, 0-14 dell’Istituto Comorensivo Borgovico ed è questa la “continuità” che viene tutelata non quella meramente dei già iscritti.
      Mi spiace per i rapifan ma la sentenza (che non è appellabile in questo caso) stabilisce che va sospesa, in via definitiva, la chiusura del nido in qusstione non semplicemente rimandata tra due anni.

    1. Ma non diciamo sciocchezze. Esiste il giudizio di ottemperanza al consiglio di stato. Peccato che per i tredici genitori non si porrà il problema perché il comune assicurerà loro l’iscrizione.

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