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Como, il nido salvato al Tar: la sentenza spiegata per bene dall’avvocato Spallino e cosa accadrà in Consiglio Comunale

La notizia di oggi è indubbiamente solo una: il Tar di Milano ha sancito la vittoria delle famiglie dei bambini che frequentano il nido Magnolia di Como (qui i dettagli).

La vicenda la conoscono a menadito ormai tutti in città, ha segnato il ritmo e gli umori delle cronache degli ultimi mesi: alla decisione del sindaco Alessandro Rapinese di chiudere l’asilo si è opposto il Comitato genitori Como a Misura di Famiglia che ha visto poi quattro membri fare ricorso ai togati amministrativi affidandosi agli avvocati Giovanni Murgia e Ruggero Tumbiolo.

Dopo tutti i passaggi (non stiamo a riassumerli: li trovate qui) e dopo l’udienza dello scorso 24 ottobre, oggi il Tar ha pubblicato la sentenza dove si legge: “Il ricorso va quindi accolto, con annullamento della delibera di Giunta per incompetenza”. In sostanza, il tribunale ha evidenziato come la materia sia del consiglio comunale e non della giunta.

Per districarci nei meandri della giustizia e per rendere più comprensibile a tutti quanto messo nero su bianco abbiamo chiesto aiuto a chi il diritto amministrativo se lo mangia a colazione. Parliamo del notissimo avvocato comasco, specialista della materia, Lorenzo Spallino (come noto ex assessore ma in questa sede nella pura veste legale vista l’altissima competenza).

Ha letto la sentenza?
Ho letto la sentenza. Credo ci sia poco da commentare, nel senso che il Tar Milano ha preso in esame il vizio che ha carattere assorbente rispetto alle censure mosse alla delibera di Giunta impugnata, ossia l’incompetenza dell’organo, trattandosi di attività di pianificazione organizzazione del servizio pubblico, di competenza del consiglio comunale. Ogni altra censura è da ritenersi assorbita.

Lorenzo Spallino

Spieghi, cosa significa?
Che, per quanto non abbia letto il ricorso, ogni altro motivo che censurava nel merito le scelte dell’amministrazione comunale potrà tornare in gioco o nell’ipotesi in cui il Comune impugni la sentenza o allorché l’amministrazione porterà la questione in Consiglio e questi confermerà la decisione della Giunta [cosa che poi il sindaco Rapinese ha confermato con fermezza rivendicando l’orientamento politico della sua amministrazione in diretta su Etv. Intervistato da Anna Campaniello ha detto che il documento arriverà in Aula a Gennaio (qui i dettagli), Ndr].

A questo punto è ragionevole supporre che assisteremo ad un nuovo ricorso delle famiglie che riproporrà le medesime censure di illegittimità. Senza dimenticare che l’ordinanza di luglio del Consiglio di Stato ha un impianto argomentativo estremamente chiaro che potrebbe avere il suo peso (qui i dettagli).
Quello che posso dire è che difficilmente il consiglio comunale potrà ignorare quanto contenuto nell’ordinanza del Consiglio di Stato che nel ribaltare l’ordinanza con cui il Tar aveva negato la sospensiva della delibera di Giunta, ha evidenziato come questa fosse affetta da “difetto di istruttoria oltre che di motivazione”. Da un lato questa non conteneva, ad avviso del Consiglio di Stato, alcun approfondimento dell’analisi costi/benefici e di comparazione con gli interessi contrapposti dei privati, dall’altro il Comune non avrebbe considerato che nell’edificio dove ha sede l’asilo nido vi è anche la scuola dell’infanzia, frutto di un disegno che mira a costituire un polo dell’infanzia, idoneo a garantire un percorso educativo continuativo dalla nascita sino ai sei anni.
Di più, sempre il Consiglio di Stato ha voluto sottolineare la circostanza secondo la quale qualità del servizio, cui dichiarava di ispirarsi Giunta, si apprezza anche “avendo riguardo al rapporto tra educatori e bambini, laddove con la delibera medesima i posti disponibili negli altri asili nido vengono aumentati sino al massimo ed anche oltre il limite massimo, usufruendo della possibilità di deroga”. E tutto ciò anche volendo ignorare il fatto che le rappresentate esigenze manutentive dell’immobile erano state indicate in ben poca cosa, ossia nella necessità della sostituzione della vetrata di ingresso.

In conclusione?
Non ho dubbi che la questione verrà sottoposta ai consiglieri comunali. Fermo il diritto dell’amministrazione di procedere in tale senso, certamente non potrà esserlo, pena un esito ragionevolmente scontato, con le medesime motivazioni e le medesime analisi a supporto della decisione annullata.

Infine, lasciamo un omaggio agli amanti dei dettagli e delle analisi spaccacapello; ecco la sentenza integrale navigabile con la barra in fondo:

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