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Como, il poligono di via Belvedere da Garibaldi ai grandi progetti di oggi: club house e museo nel 2023

Il “Tiro a segno” di Como è un vero scrigno ricco di sorprese e storia, tanta storia. La sede di via Belvedere infatti non è “solo” una struttura che raccoglie centinaia di appassionati del tiro a segno, ma un vero luogo della memoria. Da tre anni a presiederlo è l’avvocato Filippo Giancola che, con identico entusiasmo, è impegnato su due fronti. Da un lato, fare di tutto per promuovere questo sport e riqualificare la sede cittadina e, dall’altra, far conoscere il passato e i grandi personaggi che hanno animato le sale del poligono e della struttura associativa.

Partendo dal presente sono in corso veramente tanti progetti, ma innanzitutto merita di essere sottolineato come “negli ultimi anni con un lavoro sapiente di promozione i soci sono passati da 700 a oltre 1.500 – ci racconta il presidente – da noi vengono parimenti uomini, donne e ragazzi. Si può infatti iniziare a sparare dai 10 anni e anzi, di recente, un nostro associato di 11 anni è arrivato terzo ai campionati italiani di pistola da 10 metri. Inoltre le nostre squadre giovanili sono molto quotate”. E nel frattempo mentre nei poligoni si continua a sparare, sono iniziati importanti lavori di riqualificazione della struttura e della sede associativa. “Sono in corso lavori per ristrutturare l’ala destra dell’edificio dove verrà creato un museo che contiamo di inaugurare nel 2023 – racconta l’avvocato Giancola – inoltre amplieremo il magazzino, rifaremo i bagni e, nell’ala di sinistra, verrà creata una club house. Oltre a fondi privati abbiamo ottenuto, grazie a un bando regionale, un’erogazione di 150mila euro”.

Questo dunque il futuro che, sia sul fronte agonistico che associativo, riserva tante novità. Ma sicuramente quello che lascia veramente a bocca aperta è scoprire il passato del Tiro a segno di Como. Innanzitutto va detto che Giuseppe Garibaldi, dopo la battaglia di San Fermo del maggio 1859, liberata Como, creò un avamposto a difesa dagli austriaci a Camerlata dove il comitato locale insegnava ai civili a sparare per difendersi dagli austriaci. Nel 1860 si creò così un primo poligono provvisorio a cui seguì poco dopo la sede definitiva. La storia del Tsn di Como è legata alla figura del Generale Giuseppe Garibaldi che, nel 1862, vi si recò come presidente onorario presiedendo la prima manifestazione di gara di tiro dove il Generale consegnò le prime medaglie e gli attestati di premio ai vincitori.

E ancora oggi è visibile un documento a firma Garibaldi: “Analizzando vecchi documenti che ho trovato e facendo ricerche è stato possibile ricostruire un racconto affascinante”, spiega l’avvocato Giancola. Il risultato di questo studio può essere letto e visto, attraverso numerose fotografie d’epoca, nel volume di recente pubblicazione, realizzato da Giancola e con la prefazione del presidente del Coni Giovanni Malagò, dal titolo “Tiro a Segno Nazionale Como – La storia dimenticata e riscoperta”. Giancola ha iniziato a studiare documenti e a cercare testimonianze durante il lockdown e ora per tutti gli appassionati è possibile conoscere ogni dettaglio. Il volume può essere acquistato rivolgendosi alla sede del Tiro a Segno.

“È una storia affascinante che permette, attraverso la raccolta di tutto questo materiale, di scoprire la storia del nostro Tiro a segno. Io stesso ho scoperto cose che non sapevo. A Como, ad esempio, prima della sede di via Belvedere esisteva un poligono sotto l’attuale Questura che allora non era ancora sede della Polizia. E ancora a Como si esercitava Alfredo Galli, il primo comasco a partecipare ai Giochi olimpici, ad Anversa, nel 1920”.

 

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